Sicilia, allarme di Ance: 'Troppo attaccati al reddito di cittadinanza' - Live Sicilia

Sicilia, allarme di Ance: ‘Troppo attaccati al reddito di cittadinanza’

Il presidente Santo Cutrone: "Poco sviluppo. Il sussidio non durerà in eterno"

Siciliani refrattari allo sviluppo, attaccati al Reddito di cittadinanza, mentre le imprese che hanno il lavoro sono ridotte con i mezzi di cantiere fermi perché non si trovano conduttori specializzati; giovani che seguono l’esempio di questi adulti e non scommettono sulle proprie capacita’ con ‘Resto al Sud’ e con i concorsi banditi per sfruttare le risorse del ‘Pnrr’, mentre tanti validi talenti sono costretti a emigrare. A tutti questi e ai territori dell’Isola l’Ance Sicilia dice: Sveglia! Il Reddito di cittadinanza non durerà in eterno, basta col tendere la mano aspettando che qualcuno eroghi sussidi mascherati da lavoro! L’assistenzialismo da subito sembra comodo, ma alla lunga desertifica la nostra terra”. E’ l’allarme lanciato da Santo Cutrone, presidente di Ance Sicilia, secondo cui “se la Sicilia non sarà in grado di spendere i soldi del ‘Pnrr’, la prima colpa sara’ dei territori siciliani (enti locali e di ricerca, imprese e cittadini) che non si coalizzano e attrezzano per partecipare ai tanti bandi di questi giorni che danno soldi, in totale 2 miliardi e 469 milioni, a chi ha idee e vuole costruire il proprio futuro senza per forza attendere che siano gli enti pubblici a farlo”.

I dati

“Ciò che vale di piu’ nel ‘Pnrr’ e negli altri Programmi Ue attivati, è quel famoso 40% per il Sud offerto ai singoli territori affinché autodeterminino il proprio futuro. Già con la prima tranche di 25 miliardi del ‘Pnrr’ erogata da Bruxelles, i bracci operativi della Presidenza del Consiglio e dei nuovi ministeri hanno messo a bando tutti gli strumenti necessari affinché i territori nel loro complesso abbiano la capacità di sviluppare le loro potenzialita’: sono quei 29 obiettivi raggiunti su 51 di cui ha parlato il premier al termine dell’ultima Cabina di regia”, a dirlo l’Ance Sicilia. “Ma, mentre le altre aree del Sud stanno rispondendo, quelle della Sicilia languono. Ad esempio, l’analisi del centro studi Srm di Napoli evidenzia che al Sud il 70% di imprese e’ pronto a investire in innovazione per cogliere le opportunita’ del ‘Pnrr’, percentuale che invece in Sicilia non arriva al 50%”. “La prima mossa – osserva Cutrone – è stata quella del ministero per il Sud di finanziare con 9 milioni di euro i “dottorati comunali triennali”: comunità delle aree interne che si mettono insieme e incaricano un ricercatore di elaborare la strategia di sviluppo di quel territorio. Su 40 progetti approvati, solo tre sono arrivati dalla Sicilia. La seconda mossa è in corso, cioè il bando da 350 milioni per creare gli ‘Ecosistemi dell’innovazione nel Mezzogiorno’: centri di ricerca che entro il 12 novembre, con gli attori del territorio, possono candidarsi per recuperare siti dismessi e trasformarli in hub dell’innovazione a servizio delle imprese. L’obiettivo è di crearne 4 al Sud. Risulta che Campania, Puglia e Basilicata si siano già mosse, non ci sono ancora segnali dalla Sicilia”.

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