Capaci, l'uomo annegato in mare - Live Sicilia

Annegamento e tragedia: un morto di nome ‘Nessuno’

Un ragazzo muore a Capaci. Non si conosce la sua identità. Gli esami. E la pietà.

Il suo nome, per quanto ne sappiamo, è ancora Nessuno, come Ulisse nell’antro di Polifemo. Solo che quella dell’eroe omerico era un’astuzia, per salvarsi dalla morte e dalla vendetta. Questo ragazzo, dall’età apparente fra i venticinque e i trent’anni, la morte l’ha già incontrata, in un giorno di sole, sulla spiaggia di Capaci.

Di lui, di questo ragazzo annegato, mercoledì scorso, rimangono alcuni reperti fotografici tratti dal vasto album del web. Un lenzuolo sulla spiaggia che copre un corpo. Ma, in altri scatti, quel corpo si vede: un giovane uomo dalla pelle scura, con un costume rosso, già rigido sul bagnasciuga.

Nessun documento. Nessuna indicazione che possa far risalire all’identità. Niente di niente. Diventa, perciò, un’impresa impossibile ravvisare una fisionomia. Solo qualcuno che lo conosceva potrebbe aiutarci a risalire a un nome. Perché ‘aiutarci’? Quale sarebbe il nostro interesse? Esercitare il rito della memoria, conoscere il vivo che poi è morto. Sono cose semplici dell’umanità. C’è tanta indifferenza, ma c’è anche il valore della sensibilità che non si rassegna a una perdita senza indirizzo, come se fossimo in guerra.

Il cadavere è stato trasportato all’istituto di Medicina legale del Policlinico ed è ancora lì. E’ stato prelevato il Dna e potrebbe risultare essenziale, qualora ci fosse l’opportunità di una comparazione, o se qualcuno si presentasse a reclamare una memoria. Secondo le informazioni che abbiamo raccolto, il 118 è stato chiamato intorno alle dieci del mattino di mercoledì. I soccorritori sono arrivati di lì a poco, in contrada Ciachea, perché, nella stagione estiva, un mezzo staziona da quelle parti. Ma il ragazzo era già spirato, nonostante la solidarietà di chi stava cercando di rianimarlo.

Il racconto dell’accaduto, che abbiamo registrato, è di Giuseppe D’Angelo, testimone degli eventi: “L’ho visto questo ragazzo ed era seduto. Poi si è alzato per fare il bagno. Dopo un po’ l’abbiamo visto come se galleggiasse, in crisi. Qualcuno si è tuffato per aiutarlo, qualcuno ha chiamato i soccorsi. E’ arrivata l’ambulanza, non c’è stato niente da fare. Quando era seduto, stava fermo, io pensavo addirittura che dormisse. Eravamo e siamo tutti sconvolti. Moltissimi bagnanti sono usciti dall’acqua”.

Ora Giuseppe dice: “No, non lo conoscevo. E mi pare che non lo conoscesse nessuno lì. Era la prima volta che si vedeva”. La prima che è stata anche l’ultima. Nessuno lo conosceva. Nessuno rimane ignoto. Come Ulisse che ingannò il ciclope, per sfuggire alla morte e alla vendetta, ma lui un nome ha avuto il tempo di trasmetterlo, attraverso il mito. Questo ragazzo la morte l’ha incontrata, nell’estate di Capaci, in un giorno di sole. Ed è ancora Nessuno. (Roberto Puglisi)


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