PALERMO – “Oggi, 29 luglio, ricordiamo la scomparsa di mio padre, Rocco Chinnici, ucciso da Cosa Nostra insieme agli uomini della sua scorta – il maresciallo dei carabinieri Mario Trapassi, l’appuntato Salvatore Bartolotta – e al portiere dello stabile in cui abitava, Stefano Li Sacchi”, a scriverlo sul proprio profilo X è l’europarlamentare Caternina Chinnici, figlia del giudice.
“Il mio cuore si riempie di profonda emozione e di ricordi indelebili. Mio padre non è stato solo un magistrato e uomo di legge, ma un simbolo di giustizia e integrità. Con determinazione e sacrificio ha sfidato le minacce di Cosa Nostra, dedicando la propria vita alla difesa delle Istituzioni e della democrazia. Come promotore del Pool antimafia, ha ideato un modello innovativo che ha rappresentato una svolta fondamentale nella lotta alla criminalità organizzata in Italia, diventato poi punto di riferimento anche a livello europeo”.
“Il suo impegno – continua l’europarlamentare – non si è fermato alla magistratura: con passione ha portato il suo messaggio nelle scuole, convinto che l’educazione e la consapevolezza siano armi essenziali per costruire una società libera dalla mafia. E infine ha sacrificato la propria vita per difendere gli stessi valori imprescindibili che avevano sempre sostenuto il suo lavoro. La sua eredità va oltre il mio ricordo personale: è un patrimonio collettivo che continua a ispirare e a rafforzare la nostra fiducia nel potere della giustizia e dell’impegno civile. Ogni giorno porto avanti con orgoglio i suoi ideali, guidata dall’esempio più alto di servizio alla comunità che mi ha trasmesso”.
La Russa: “Ha lasciato un segno profondo nella lotta alla criminalità”
“Il 29 luglio 1983 un vile attentato mafioso uccideva il giudice Rocco Chinnici, i carabinieri Mario Trapassi e Salvatore Bartolotta e il portiere Stefano Li Sacchi. A quarantadue anni da quella strage, rendiamo omaggio a servitori dello Stato che hanno pagato con la vita il loro impegno per la giustizia e la legalità”. Lo scrive su Facebook il presidente del Senato Ignazio La Russa.
“Chinnici – aggiunge – fu tra i primi a comprendere che la mafia si combatte anche parlando ai giovani, promuovendo consapevolezza e coraggio. La sua azione ha lasciato un segno profondo nella storia della lotta alla criminalità organizzata. Ai figli, a chi ne custodisce la memoria e a quanti hanno condiviso quel percorso, giunga la vicinanza mia personale e del Senato della Repubblica”.
Fontana: “Ha costruito un virtuoso modello d’azione”
“A 42 anni dall’attentato di via Pipitone Federico, rivolgo un pensiero commosso alle vittime di quella terribile strage: il giudice Rocco Chinnici, gli uomini della sua scorta, il maresciallo Mario Trapassi e l’appuntato Salvatore Bartolotta, e il portiere dello stabile, Stefano Li Sacchi. In questa giornata rinnovo la mia vicinanza ai familiari e un pensiero ai colleghi e agli amici. Chinnici, con lungimiranza, ha ideato il pool antimafia, costruendo un virtuoso modello d’azione a contrasto di Cosa nostra. Il suo ricordo, e la memoria di chi si è battuto a costo della vita contro la mafia, confermano la profondità della strada tracciata per tutelare la legalità, la sicurezza e la democrazia”. Così il presidente della Camera, Lorenzo Fontana.
Crosetto: “Magistrato lungimirante”
“Rocco Chinnici fu un magistrato lungimirante, interprete attento dei mutamenti sociali. Uomo delle Istituzioni e protagonista coraggioso della lotta per la legalità. Con intuizione e determinazione, fu tra i primi a comprendere che la mafia si combatte unendo le forze: creando legami di fiducia e collaborazione tra chi è chiamato a difendere la democrazia e lo Stato”, a scriverlo è il Ministro dell’Interno Guido Crosetto.
“Per il suo impegno e per le sue idee innovative pagò il prezzo più alto: il 29 luglio 1983 fu assassinato in un vile attentato mafioso, in cui persero la vita anche i carabinieri della sua scorta, il maresciallo Mario Trapassi e l’appuntato Salvatore Bartolotta, e Stefano Li Sacchi, portiere dello stabile in cui viveva il giudice. A 42 anni da quel tragico giorno, ricordare la figura del Giudice Chinnici significa non solo commemorare, ma rinnovare un impegno collettivo e tramandarne la preziosa eredità alle nuove generazioni. Abbiamo il dovere morale e civile di proseguire il cammino tracciato da servitori dello Stato come lui, affinché prevalgano sempre la giustizia, la verità e la memoria”.
Schifani: “Suo esempio ispirazione per le istituzioni”
“Nel ricordo di Chinnici – ha dichiarato il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani – la Sicilia riafferma con determinazione la propria lotta alla criminalità organizzata. La sua visione lungimirante e il coraggio dimostrato hanno segnato l’inizio di una nuova stagione di contrasto alle mafie”.
“Fu tra i primi a comprendere il valore del lavoro di squadra nella magistratura, contribuendo alla nascita del pool antimafia. Il suo esempio continua a essere fonte di ispirazione per le istituzioni e per tutti coloro che credono nei principi della legalità“.
“Ricordarlo – ha aggiunto – significa non solo onorare la memoria, ma anche rafforzare l’impegno quotidiano per una società libera da ogni forma di violenza e sopraffazione. Un pensiero commosso va anche alle famiglie delle vittime, che con dignità e forza hanno saputo trasformare il dolore in testimonianza civile“.
Lagalla: “Responsabilità collettiva contro illegalità”
“Ricordare Rocco Chinnici significa andare oltre la doverosa memoria rituale. Significa tornare a riflettere su una visione, su un’intuizione civile che ha cambiato per sempre il volto della giustizia in Italia. Chinnici non fu soltanto una vittima della mafia: fu un innovatore del pensiero antimafia, il primo a comprendere che il contrasto alla criminalità organizzata doveva essere corale, condiviso, collegiale. Da quella intuizione nacque il pool antimafia, non come struttura, ma come atto di fiducia reciproca, come cultura del lavoro di squadra”. L’ha detto il sindaco di Palermo Roberto Lagalla, presente stamane alla commemorazione del magistrato ucciso 42 anni fa dalla mafia.
“Oggi, in un tempo in cui le mafie mutano linguaggi e forme, il messaggio di Chinnici resta attualissimo: non esistono anticorpi contro l’illegalità – aggiunge Lagalla – senza responsabilità collettiva. La sua eredità morale ci obbliga a non arretrare, a costruire una Palermo in cui la legalità non sia solo norma, ma coscienza viva, quotidiana, condivisa. Lo dobbiamo ai nostri giovani, lo dobbiamo a chi ha pagato con la vita il coraggio di scegliere da che parte stare. Il nostro affettuoso omaggio è rivolto oggi anche ai carabinieri della sua scorta ed al portiere dello stabile, che con lui persero la vita”.
Colosimo: “Il suo esempio un faro per chi crede nella giustizia”
“Oggi ricordiamo Rocco Chinnici, magistrato coraggioso e visionario, che ha pagato con la vita il suo impegno encomiabile contro la mafia. Fu tra i primi a comprendere l’importanza del lavoro di squadra nella lotta alla criminalità organizzata, gettando le basi per il pool antimafia“, a scrivevo sul proprio profilo X è Chiara Colosimo, presidente della commissione antimafia.
“Ma Chinnici fu anche un uomo capace di parlare ai giovani, di entrare nelle scuole, di far capire che la legalità è un valore che si costruisce ogni giorno, insieme. A 42 anni dalla sua barbara uccisione, il suo esempio resta un faro per chi crede nella giustizia e nella forza delle istituzioni. Il suo ricordo vive in ogni scelta coraggiosa, in ogni voce che si oppone al silenzio”.
Russo (FdI): “Fu ispiratore di un metodo di indagine rivoluzionario”
“Ricordiamo oggi Rocco Chinnici, l’ideatore e l’ispiratore del pool antimafia e di un metodo rivoluzionario che pose le basi per un nuovo metodo di indagine fondato sulla collaborazione tra magistrati. Svolse il suo lavoro con impegno e dedizione e il pensiero sempre rivolto alle giovani generazioni. Quarantadue anni fa fu vittima, insieme agli agenti della scorta e del portiere dello stabile, di un vile attentato mafioso. La sua morte fu un colpo durissimo per l’Italia, ma anche un grido che ha risvegliato molte coscienze”, a ricordare il magistrato ucciso il 29 luglio 1983 è Raoul Russo, componente della commissione antimafia e senatore di Fratelli d’Italia.
“L’esempio di Rocco Chinnici – conclude Russo – che, con coraggio e passione, ha sfidato la mafia, credendo nella forza della giustizia, continua a vivere in tutti noi. La sua memoria è un impegno per tutti a difendere la giustizia e la libertà”.
Intravaia (FI): “Esempio di fedeltà e dovere”
“Ricorre oggi il quarantaduesimo anniversario della strage di via Pipitone Federico in cui persero la vita il giudice Rocco Chinnici, gli uomini della scorta, il maresciallo Mario Trapassi, l’appuntato Salvatore Bartolotta, e il portiere dello stabile Stefano Li Sacchi. Un’esplosione con 75 chili di tritolo per fermare la lotta di un servitore dello Stato contro la criminalità organizzata e le cui indagini avrebbero avuto importanti esiti nel futuro del contrasto a Cosa Nostra. Questa mattina, a Palermo, ho partecipato alla cerimonia commemorativa, insieme alle autorità e ai familiari delle vittime. Il giudice Chinnici è un esempio di fedeltà, dovere e rettitudine per tutti, istituzioni e società civile, affinché la Sicilia sia definitivamente libera dall’oppressione mafiosa”. È quanto dichiarato dal deputato regionale Marco Intravaia, componente della Commissione Regionale Antimafia, che ha partecipato alla cerimonia commemorativa a Palermo.
Barbagallo (Pd): “Magistrato coraggioso e innovatore”
“Rocco Chinnici credeva nella forza delle istituzioni, nella giustizia come presidio di libertà e nella necessità di parlare ai giovani per costruire una società più consapevole e più giusta. Oggi, a 42 anni da quel tragico giorno, il Partito Democratico della Sicilia si stringe nel ricordo di un uomo giusto e rinnova l’impegno contro ogni forma di mafia, corruzione e illegalità. La memoria è un dovere. L’impegno è una scelta”. Così il segretario regionale del Pd Sicilia, Anthony Barbagallo, ricorda il sacrificio del giudice Rocco Chinnici, ucciso da un’autobomba mafiosa, il 29 luglio 1983 assieme ai carabinieri Mario Trapassi e Salvatore Bartolotta e al portiere dello stabile, Stefano Li Sacchi.
“Chinnici fu – aggiunge – un magistrato coraggioso, innovatore e instancabile promotore di una nuova cultura della legalità. A lui dobbiamo l’intuizione del pool antimafia, una visione condivisa che – conclude – ha gettato le basi per il lavoro dei giudici Falcone e Borsellino”.
Caruso (FI): “Loro sacrificio monito per tutti noi”
“Nel 42° anniversario dell’attentato che strappò alla vita il giudice Rocco Chinnici, i carabinieri Mario Trapassi e Salvatore Bartolotta e il portiere Stefano Li Sacchi, Forza Italia Sicilia rinnova con fermezza il proprio impegno nella lotta alla mafia. Il loro sacrificio come quello di tutti coloro che hanno dedicato la loro esistenza alla difesa della legalità, rappresenta un monito costante per tutti noi”. Lo dice Marcello Caruso, segretario regionale di Forza Italia in Sicilia.
“Chinnici fu un pioniere, un visionario che comprese l’importanza del lavoro di squadra nella magistratura, gettando le basi per il pool antimafia. Il suo esempio – aggiunge – continua a guidarci, ispirando il nostro impegno quotidiano in tutte le sedi istituzionali. Ricordare Chinnici significa non solo onorare la sua memoria, ma anche rafforzare la nostra determinazione a costruire una società libera da violenza e sopraffazione. Le famiglie di queste vittime, con dignità e forza, hanno trasformato il dolore in testimonianza civile, e il nostro dovere è portare avanti il loro messaggio di speranza e impegno. La Sicilia deve continuare a essere un baluardo di legalità, dove i valori della libertà e della giustizia prevalgano sempre”.

