PALERMO – Il consiglio comunale di Palermo dà il via libera all’anticipazione di liquidità di 14,5 milioni di euro che consentirà, entro metà aprile, di pagare una serie di creditori di Palazzo delle Aquile: per la maggior parte società partecipate, ma anche aziende e ditte di vario tipo che vanno dai servizi per la automobili ai pedaggi autostradali, passando per i giornali. Un’operazione che non soltanto consentirà di pagare fatture risparmiando sugli interessi passivi, ma eviterà al Comune anche una penale molto cara.
La legge prevede infatti che gli enti locali dal 2020, al verificarsi di particolari condizioni, costituiscano il così detto fondo dei crediti commerciali, ossia un ulteriore accantonamento pari al 5% delle spese sostenute nell’anno precedente per beni, servizi e lavori pubblici e che, nel capoluogo siciliano, ammonterebbe a circa 20 milioni di euro. Non certo una buona notizia per l’amministrazione, ma è comunque una previsione normativa che è stata sottolineata anche dai revisori nel parere sul previsionale 2019.
La quota del 5% potrebbe però addirittura raddoppiare, arrivando al 10%, nel caso in cui il Comune non riduca di almeno un decimo il suo debito commerciale: in poche parole, proprio per evitare il salasso, Palazzo delle Aquile deve saldare al più presto le sue fatture. Da qui l’esigenza di usare l’anticipazione di liquidità prevista dalla Finanziaria nazionale e che oggi Sala delle Lapidi ha approvato: una mossa quasi obbligata ma che presenta diversi lati positivi. Palazzo delle Aquile in un colpo solo eviterà la stangata (evitando di far raddoppiare l’accantonamento), pagherà un tasso dello 0,6% sull’anticipazione rispetto al 2% dell’ordinario e in più alcune ditte (ma soprattutto le stesse partecipate del Comune) riceveranno in brevissimo tempo i soldi.
Entro marzo, infatti, la Cassa depositi e prestiti erogherà i 14,5 milioni di euro chiesti da Palermo che poi arriveranno in tasca ai creditori entro i successivi 15 giorni. Una tempistica stringente prevista dalla stessa Finanziaria nazionale. Il capoluogo avrebbe potuto chiedere fino a 195 milioni ma, tramite una ricognizione, si è scoperto che solo alcuni debiti erano certi, liquidi ed esigibili e rispondevano ai parametri previsti. I soldi arriveranno entro fine marzo e gli uffici dovranno adottare i provvedimenti i liquidazione entro cinque giorni e i mandati di pagamento alle imprese entro i 10 successivi. In pratica, entro metà aprile tutti saranno pagati: Reset (1 milione), Sispi (500 mila euro) Rap (otto milioni del 2014) ma anche l’Asp e lo Zooprofilattico.