Parla il dirigente del cereo |"Non conosciamo chi abita lì" - Live Sicilia

Parla il dirigente del cereo |”Non conosciamo chi abita lì”

Mario Maniscalco interviene sul caso diventato di portata nazionale, raccontando la sua verità. "Ci si ferma dove capita" - afferma. Prima di spiegare le motivazioni della tradizionale "annacata".

il caso della sosta della candelora
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CATANIA – “Non possiamo sapere chi abita dove”. Mario Maniscalco, uno dei dirigenti del cereo dei fruttivendoli al centro della bufera mediatica e di un’indagine da parte della polizia, risponde alle tante parole che sono state scritte in questi due giorni sulla sosta della candelora, per molti troppo lunga, nelle immediate vicinanze della residenza di un affiliato al clan Cappello. “Prima abbiamo avuto un problema tecnico alle corde – afferma Maniscalco – poi, arrivati in zona Antico Corso, ci è arrivata la comunicazione della sosta di due ore. Tutte le candelore si sono fermate”.

Maniscalco ricorda come, proprio per l’edizione di quest’anno, alle candelore sia stato imposto di procedere non distanziandosi troppo le une alle altre e, soprattutto, non allontanandosi troppo dal fercolo. “Dovendoci fermare per ore ed essendo in piena via Plebiscito – prosegue – per evitare di stare in mezzo alla strada, abbiamo girato e ci siamo fermati di fronte l’altarino di sant’Agata “che si trova proprio all’angolo tra via Antico Corso e via Torre del Vescovo n.d.r.). Qui le ore di attesa sono diventate 3 – prosegue – e noi ci siamo rialzati sono quando ci hanno dato l’ok”.

E l'”annacata”, la tradizionale dondolata dei cerei, che molti avrebbero letto come l’omaggio al boss, altro non sarebbe stata, secondo il racconto di Maniscalco, una serie di movimenti per le prove di manovra del cereo. Una prassi che serve a garantire la sicurezza sia dei portatori del cereo che della folla presente. “In ogni caso c’erano sia i vigili urbani che la polizia amministrativa – aggiunge. Non posso sapere il nome di tutti quelli che abitano lungo il percorso – continua Maniscalco – ci si ferma dove capita. Non conosciamo chi sia la persona che abita lì”.

Si definisce amareggiato per il caso che ha assunto portata nazionale, per le ombre sul cereo, sulla Festa, sulla città. “Prima di parlare bisogna accertare le cose – concude: sono convinto che, se qualcuno avesse parlato con noi questo caso si sarebbe smontato in poco tempo”.

 


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