PALERMO – Hanno ricevuto la notifica del giudizio immediato mentre si trovano agli arresti domiciliari. Gli sono stati concessi perché anziani e incensurati. Benedetto Fici e Antonino Faraone, di 77 e 72 anni, avrebbero lanciato bombe incendiarie contro due giovani che si trovavano in un casolare a Ciaculli.
Secondo il pubblico ministero Pierangelo Padova, le prove a carico dei due anziani sarebbero “evidenti”. Ecco perché il pm ha chiesto il giudizio immediato disposto dal giudice per le indagini preliminari Gioacchino Scaduto.
Tra le prove ci sono i racconti di alcuni testimoni e la mappatura di un telefono cellulare che ha localizzato la presenza degli imputati nella zona del tentato omicidio. I due anziani sarebbero tornati sul posto per verificare che il loro “piano di morte” fosse andato in porto. Perché di “piano di morte” hanno parlato gli investigatori della Squadra mobile.
Umberto Vittorio Geraci, 22 anni, ed Ernesta Jessica Modica, di 23, rimasero vivi per miracolo. Geraci si era trasferito a vivere nel casolare per via di alcuni dissapori familiari. La loro presenza avrebbe provocato le proteste di alcuni residenti della zona, fra cui Faraone e Fici. Erano nate delle discussioni. Fino al drammatico epilogo.
I due ragazzi hanno raccontato di avere visto gli anziani fare un sopralluogo per poi tornare con le bombe molotov. Li hanno sentiti dire: “Si chiuieru sti iecca sangu”. (sono rimasti intrappolati.. ndr). Fici è stato riconosciuto subito dal giovane. Era “il giardiniere” con cui si era ripetutamente scontrato. Restava da capire chi fosse l’uomo che lo accompagnava. Le indagini erano partite dalla Fiat Panda a bordo della quale i due anziani si erano allontanati. Era l’auto intestata alla moglie di Faraone. Infine, erano emersi dei ripetuti contatti telefonici con Fici.
Gli imputati, difesi dagli avvocati Calogero Vella e Vincenza Ciulla, hanno sempre bollato come fantasiose le ricostruzioni della Procura che, invece, hanno convinto il gip a disporre il giudizio immediato.