Appalto rifiuti, Pezzino: |"Annullare bando in autotutela" - Live Sicilia

Appalto rifiuti, Pezzino: |”Annullare bando in autotutela”

Rossella Pezzino De Geronimo, amministratrice della Dusty, esamina punto per punto il bando di gara per l'appalto del servizio di igiene urbana. "La gara andrà deserta", dice.

Il documento
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CATANIA – Un documento al vetriolo quello firmato da Rossella Pezzino de Geronimo, Amministratore Unico della Dusty Srl, società che si occupa di gestione di rifiuti.  L’imprenditrice dice la sua, ancora una volta, sulla nuova gara d’appalto indetta dal Comune di Catania. E rimarca le diverse criticità. “L’Amministrazione Comunale di Catania ha indetto la nuova gara per l’appalto del servizio di igiene urbana, il cui termine per la presentazione delle offerte scadrà giorno 14/02/2018. Riteniamo – scrive Rossella Pezzino – che l’appalto sia pesantemente sottocosto, rischioso, discrezionale e poco trasparente e quindi a nostro avviso la gara andrà per la terza volta di seguito deserta”.

L’amministratrice della Dusty evidenzia come la società “che tanto vorrebbe partecipare ad una gara indetta dalla città in cui ha la sede legale, ha ritenuto doveroso anche questa volta sottoporre all’Amministrazione Comunale le criticità – si legge ancora nel documento – contenute negli atti gara poiché risulta inconcepibile che le imprese presenti sul mercato non possano reiteratamente partecipare ad una procedura per l’affidamento di un servizio di primaria importanza per la città quale quello di igiene urbana. Abbiamo l’impressione a questo punto che vi sia da parte dell’Amministrazione Comunale il preciso progetto di lasciare volutamente la Città di “Catania” nel degrado – scrive l’imprenditrice – in cui attualmente si trova a discapito dei cittadini costretti a subire in silenzio le carenze di un servizio assegnato nel 2017 per pochi mesi e suscettibile – commenta – a questo punto di essere prorogato sine die”.

Rossella Pezzino snocciola i numeri anche della differenziata. “E’ scandaloso – scrive –  che nella Città di Catania la raccolta differenziata sia inesistente, attestandosi ad oggi a meno del 10%, e che per di più non vengano applicate all’attuale gestore del servizio le ingenti penalità previste dal capitolato speciale d’appalto, le stesse che hanno dissuaso diverse imprese, tra cui anche Dusty, dal partecipare alla gara indetta per i 106 giorni. Dalle risultanze pubblicate sul sito web comune.catania.it, è infatti possibile evincere – spiega ancora – che alla data odierna le penali comminate all’attuale gestore ammontano incredibilmente soltanto ad Euro 2.400,00!”.

Pezzino è precisa nelle critiche: “Prima di ogni cosa evidenziamo che il Comune di Catania non ha messo a disposizione dei concorrenti una dettagliata tabella dei costi relativi al dimensionamento dei servizi oggetto d’appalto dalla quale si evinca la specifica del costo del personale, degli automezzi e delle attrezzature oggetto d’appalto. Facciamo presente infatti che tale tabella è un elemento indispensabile per poter individuare l’entità dell’appalto e del relativo corrispettivo posto a base d’asta e conseguentemente per poter formulare un’offerta seria e corretta. L’obbligo di pubblicazione – dice ancora l’amministratrice della Dusty – di questo prospetto da parte del Comune di Catania trova fondamento nella nuova previsione sulla trasparenza amministrativa di cui al d.lgs. 97/2016”.

E ancora: “Altro aspetto estremamente penalizzante-  si legge nel lungo documento inviatao –  per le imprese è la previsione indicata all’art. 4 del Capitolato speciale d’appalto. Il Comune di Catania infatti per esigenze di circolazione veicolare, potrà richiedere che i servizi vengano effettuati in orari notturni (22:00 – 07:00) fino ad un massimo del 30% del valore dell’importo dei servizi a corpo, senza che ciò comporti ulteriori oneri per l’Amministrazione”. E’ ovviamente risaputo che il lavoro notturno ha un’incidenza in termini di costo degli operai più alta rispetto al lavoro diurno (per una percentuale di circa il 22%). Tenuto conto quindi che la percentuale di servizio per la quale la Stazione Appaltante si riserva di richiedere turni notturni è pari al 30% dei servizi a corpo che ammontano ad Euro 39.914.673,77 all’anno, ciò significa che l’assurda ed altamente discrezionale richiesta del Comune potrebbe comportare per l’impresa una spesa aggiuntiva pari a circa euro 11 milioni all’anno che in sette anni diventerebbero ben Euro 77 milioni. Ma ciò che ancor più sorprende di questo irrituale e curioso meccanismo è che nei documenti di gara non vengano dettagliate da parte del Comune le prestazioni per le quali sussiste tale facoltà. Il fatto che tali attività non siano state preventivamente indicate, determinerebbe certamente un’eccessiva discrezionalità da parte dell’Ente, – evidenzia ancora – di far rendere o meno nelle ore notturne una prestazione oggetto dell’appalto piuttosto che un’altra. Tali scelte ad opera dell’Amministrazione Comunale potrebbero essere dettate da “molteplici necessità” del funzionario responsabile del servizio che non osiamo nemmeno prefigurare o comunque sempre affidate al suo libero arbitrio. Questa evidente discrezionalità per un importo di tale entità (fino a 11 milioni di Euro in più l’anno) risulta fortemente penalizzante – sottolinea Rossella Pezzino – per le imprese in quanto rappresenta una clausola estremamente vessatoria che esporrebbe l’appaltatore a poter subire richieste poco trasparenti. Riteniamo quindi – aggiunge ancora – che il Comune di Catania debba riconoscere e retribuire all’impresa il costo aggiuntivo per eventuale lavoro notturno calcolato in conformità alle vigenti previsioni del CCNL. La mancanza di determinatezza delle attività oggetto di eventuale lavoro notturno e conseguentemente l’impossibilità di stabilire a priori quanto inciderebbe tale onere aggiuntivo sui costi sostenuti dalle imprese, rende la partecipazione alla gara in oggetto estremamente rischiosa”.

Il documento inviato dalla Dusty entra nel dettaglio del bando di gara. “Altro aspetto di rilievo – che rende assolutamente non remunerativo l’appalto  – è quello – ritiene la Pezzino –  relativo alla previsione (contenuta nell’art. 6 del C.S.A.). L’importo del servizio a base d’asta è stato calcolato infatti dal Comune di Catania detraendo i proventi CONAI in favore della ditta appaltatrice derivanti dalla vendita del materiale differenziato come carta, plastica, vetro e legno. Questa decurtazione, effettuata a partire dal secondo anno è pari a circa 5.000.000 €/anno. Ciò significa che la decurtazione verrebbe operata a prescindere dall’incasso effettivamente ottenuto dall’azienda a seguito della vendita dei materiali differenziati sopra indicati. Per recuperare la somma detratta dal Comune di Euro 5 milioni – spiega l’amministratrice – l’impresa dovrebbe in pratica raggiungere già a partire dal secondo anno una percentuale di raccolta differenziata pari al 70%. Tale obiettivo è chiaramente impossibile da raggiungere tenuto conto che l’attuale percentuale di raccolta differenziata del Comune di Catania è inferiore al 10%. Nelle ipotesi più ottimistiche, tenuto conto anche della carenza ed insufficienza degli impianti di recupero in Sicilia, al termine del secondo anno di attività si potrebbe raggiungere la già ragguardevole percentuale del 40% di raccolta differenziata, da cui conseguirebbe un ricavo derivante dai suddetti proventi pari a circa 1,5 milioni all’anno, importo di gran lunga inferiore rispetto ai 5 milioni che verranno invece annualmente trattenuti dal Comune. E’ la prima volta che in una gara d’appalto di siffatta importanza e per un bacino di utenza così ampio siano state previste clausole – denuncia la Pezzino – tanto vessatorie”.

Infine l’imprenditrice catanese passa in rassegna “Il punto 4.14 del Capitolato Speciale d’Appalto che – spiega la Pezzino nel documento – prevede che l’impresa concorrente dovrà effettuare un ribasso economico sui costi di conferimento di alcuni rifiuti (organico, sfalci, farmaci, terre di spazzamento etc…) e proporre degli impianti di smaltimento in caso di chiusura o indisponibilità di quelli attualmente utilizzati dal Comune di Catania. Questa proposta determina anche un punteggio che la commissione attribuirà all’impresa in base al costo di conferimento più basso proposto”. Per l’amministratrice della Dusty anche in questo caso ci sono diverse criticità nelle decisioni dell’amministrazione comunale. “Si ritiene inopportuna la scelta del Comune – spiega –  in primo luogo a causa della ben nota carenza di impianti in provincia di Catania, le proposte che le imprese potrebbero produrre ricadrebbero a nostro parere sempre sui medesimi impianti che molto probabilmente coinciderebbero con gli impianti attualmente utilizzati dal Comune. Non si comprende – aggiunge ancora – come sarebbero valutate tali proposte in termini di punteggio. Non è chiaro inoltre cosa accadrebbe nell’ipotesi abbastanza certa di chiusura o indisponibilità dell’impianto prescelto (considerato che allo stato attuale tale circostanza si verifica di continuo in Sicilia), ed ancora a carico di chi sarebbe in questo caso l’onere di individuare un impianto alternativo e del pagamento degli eventuali sovra costi di conferimento, poiché è lapalissiano che si dovrebbe individuare – sentenzia la Pezzino – un impianto fuori provincia o addirittura fuori Regione”.

“Il Comune di Catania – conclude Rossella Pezzino – per evitare che la gara vada per la terza volta deserta, dovrebbe annullare il bando di gara in autotutela e riformularlo, eliminando le criticità rappresentate. Dusty crede in tutta onestà che sia un atto dovuto da parte del Comune di Catania rendere finalmente trasparente, non discrezionale, remunerativa e priva di clausole altamente vessatorie la procedura di gara per il servizio di igiene ambientale nella nostra Città”.


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