CATANIA – Dal carcere “Opera” di Milano al rientro ai piedi dell’Etna per poter assistere personalmente alle udienze dell’appello di “Iblis”, il processo per mafia in cui è imputato. Al boss ergastolano Maurizio Zuccaro, cognato di Salvatore Santapaola fratello del capomafia Nitto, e assolto nel primo grado di giudizio, nelle udienze precedenti era sta predisposta l’attivazione del sistema di videoconferenza per consentirgli di partecipare al processo, tuttavia i suoi legali, gli avvocati Stella Rao e Giuseppe Rapisarda, hanno posto l’attenzione sulle irregolarità riguardante l’utilizzo del sistema video. Il boss infatti non è sottoposto al regime del carcere duro del 41 bis e sullo stesso non graverebbero dichiarati motivi di sicurezza che ne impedirebbero il trasferimento.
Il quadro clinico di Zuccaro è recentemente precipitato per un calo di emoglobina che lo ha costretto a l’ennesimo ricovero per sottoporsi a delle trasfusioni di sangue. Dopo le dimissioni che sarebbero avvenuto per volontà dello stesso e contro il parere dei medici il boss ha chiesto di essere trasferito alle udienze con il supporto di un’autoambulanza, preoccupato per un possibile aggravamento delle sue condizioni. Gli ufficiali sanitari del penitenziario di Bicocca hanno invece predisposto l’accompagnamento con un mezzo per disabili, scelta a cui si è opposto l’imputato. Il cerchio tuttavia è stato chiuso nell’ultima udienza dal Presidente della Corte Elvira Tafuri, che rifacendosi a quanto stabilito dai sanitari del carcere catanese secondo cui il quadro clinico non è talmente grave da consentire l’utilizzo di un’autoambulanza, ha deciso per il trasferimento con un’auto per disabili con il supporto di un assistente socio sanitario.
Negli scorsi mesi proprio lo stato di salute di Zuccaro era finito nel mirino della Procura. Il boss, che vive in una sedia a rotelle, venne sorpreso attraverso l’ausilio di alcune telecamere nascoste nel bagno dell’ospedale Ferrarotto di Catania, con un ago e un elastico per procurarsi fuoriuscite di sangue, “artifizio” con cui riusciva ad aggravare le sue condizioni di salute e ottenere in questo modo gli arresti domiciliari. Sul quadro clinico di Zuccaro si soffermarono anche gli avvocati dai quali venne indicato come “incompatibile con il regime detentivo”.
Nella prossime udienze, su richiesta del Procuratore Generale Gaetano Siscaro, saranno sentiti i fratelli e collaboratori di giustizia Giuseppe e Paolo Mirabile. Due pezzi da novanta di Cosa Nostra catanese che in passato hanno ricoperto ruoli di vertice all’interno dell’organigramma fino a diventare i veri e propri reggenti della famiglia Santapaola. Negata invece la richiesta per l’ex reggente Santo La Causa, i cui verbali vennero già utilizzati nel primo grado di giudizio. Nella prima trance del processo erano scattate 3 assoluzioni e 24 condanne tra cui quelle di numerosi colletti bianchi: dall’ex consigliere provinciale Antonino Sangiorgi (10 anni) fino all’imprenditore Mariano Incarbone (8 anni).