Raggi: "Ora Palermo e la Sicilia" | Cori e spintoni contro i giornalisti - Live Sicilia

Raggi: “Ora Palermo e la Sicilia” | Cori e spintoni contro i giornalisti

Virginia Raggi all'uscita dall'hotel in cui ha incontrato Grillo e Casaleggio a Palermo

Il sindaco di Roma lancia la corsa per Amministrative e Regionali. Tensioni tra attivisti e stampa

Italia a 5 stelle
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PALERMO –  Finisce a ritmo di blues, con Beppe Grillo che dal palco del Foro Italico di Palermo canta un brano dedicato alla Sicilia. “La rivoluzione comincia da qui, voi siete siciliani, è sempre stato così”, sono le parole del fondatore del Movimento 5 Stelle che poco prima aveva scherzato: “Non sono il capo politico, io sono l’elevato”. Dell’Isola ha parlato anche il sindaco di Roma, Virginia Raggi, spiegando che dopo Roma il M5s deve conquistare “Palermo e alla Sicilia”.

Nessuno scherzo, invece, da parte di alcuni attivisti che nella giornata conclusiva della kermesse sono stati protagonisti di un parapiglia fatto di spintoni e cori contro i giornalisti all’arrivo di Raggi. “Venduti, leccate solo il potere!” hanno urlato, tra gli altri insulti, gli attivisti arrivati a sostenere Raggi, che in mattinata aveva incontrato Beppe Grillo e Davide Casaleggio. Il sindaco di Roma aveva programmato un punto stampa con Tv e carta stampata prima del suo giro per gli stand che non si è svolto, provocando l’arrivo di decine di telecamere e fotografi. Dice al sua sulla stampa anche Julian Assange, fondatore di Wikileaks, in collegamento video dall’ambasciata dell’Ecuador in Londra: “Siete riusciti a sbaragliare la stampa corrotta, grazie alla guida di Beppe. Anche in Inghilterra ci sono persone che stanno facendo qualcosa del genere, penso per esempio a Corbjin. Io sono detenuto illegalmente da ben 6 anni ma il vostro esempio dall’Italia mi dà conforto. Mi sono occupato di guerre e morti causate dalle guerre, quasi sempre sono causate dalle menzogne, quelle che leggiamo sulla stampa. Ogni giornalista è in media responsabile di 10 morti”.

Ma è l’episodio collaterale alla visita di Raggi che tiene banco e scatena la reazione di alcuni esponenti del Pd, dell’Unci e dell’Ordine dei giornalisti di Sicilia. “Le parole del leader del Movimento 5 Stelle Beppe Grillo che ha definito i giornalisti ‘feticisti’ non fanno altro che fomentare l’odio da parte di presunti simpatizzanti pentastellati. E’ in questo contesto che oggi si sono verificati episodi inqualificabili nei confronti di rappresentanti dell’informazione, accreditati dallo stesso Movimento per seguire la kermesse ‘Italia 5 Stelle’, che ha ha avuto luogo sul prato del Foro Italico”, si legge in una nota in cui viene espressa “solidarietà ai giornalisti, ai fotografi e ai cine-operatori tv che sono stati oggetto di insulti, aggressioni verbali e spintoni”. L’ordine dei giornalisti ha espresso “vicinanza ai colleghi che in questi giorni, nel corso del raduno nazionale del Movimento Cinque Stelle, hanno subito duri attacchi da esponenti e attivisti. A Palermo abbiamo registrato un clima da rissa – recita la nota dell’Ordine regionale dei giornalisti – con insulti, aggressioni e spintoni ai giornalisti che ‘pretendevano’ di fare il loro lavoro, ponendo delle domande ai rappresentanti più in vista del M5S. Un episodio – prosegue la nota – che ci preoccupa e che ricorda gli ultras degli stadi e lo squadrismo degli anni Settanta”.  Si unisce al coro anche l’Assostampa Sicilia: “Il ‘dalli al giornalista’ è risuonato ancora, stavolta a Palermo, in occasione della convention del Movimento Cinque Stelle dove stamattina giornalisti e cameraman hanno avuto riservato un trattamento a base di insulti, spintoni e minacce – sostiene il sindacato -. Non è la prima volta, purtroppo. E temiamo che non sarà l’ultima. A dimostrazione che l’inaccettabile esasperazione del dibattito politico in corso da anni in Italia tocca tutti. Anche e soprattutto chi – per lavoro e quindi per dovere – ha il compito di informare raccontando i fatti”. Dura la reazione di Stefano Pedica, della direzione del Pd: “Il M5s la smetta di fare il tiro al piccione contro i giornalisti. Se Grillo è allergico alla democrazia, perché non sceglie un bunker per le sue manifestazioni, senza andare a caccia di telecamere?. Basta con gli insulti ai giornalisti – sottolinea -. Bisogna rispettare il lavoro di tanti professionisti che raccontano la verità. In democrazia funziona così”. Carmelo Miceli, segretario del Pd palermitano: “Quando il capo di un partito nel corso di un comizio attacca l’autonomia e la professionalità dei giornalisti vuol dire che c’è qualcosa che non va”.

Gettano acqua sul fuoco i gruppi parlamentari pentastellati di Camera e Senato: “L’odio non fa parte del Dna del Movimento 5 Stelle -si legge in una nota -. Gli episodi di aggressione ai cronisti non ci appartengono, e ne prendiamo nettamente le distanze. Noi difendiamo chi lavora, soprattutto chi lo fa da precario per pochi euro al mese. Ribadiamo ancora una volta che il Movimento 5 Stelle è lontano dalla cultura dell’odio che tanti, troppi, ci attribuiscono. Un clima, probabilmente fomentato da scelte editoriali prese ai piani alti”. In serata anche Raggi smorzerà i toni: “So che c’é stato qualche problema, spero sia stato tutto risolto, spero che non ci sia nessun problema”, le parole del sindaco di Roma soffermandosi con i cronisti. Stempera anche il presidente della commissione di Vigilanza sulla Rai Roberto Fico con un tweet: “Tutta la mia solidarietà a cronisti e operatori aggrediti. L’odio non deve far parte del dna del M5S. I violenti stiano fuori dal Movimento”.

Messe da parte le polemiche, resta l’attacco di Virginia Raggi al premier Renzi e il taglio del nastro di una lunga campagna elettorale che vedrà le Amministrative di Palermo e le Regionali in Sicilia: “Ci attaccano per ogni cosa e la cosa vergognosa è che è proprio il premier ad attaccarci, Renzi che non ha rottamato nessuno. Noi facciamo paura perché abbiamo le mani libere, perché non dobbiamo dire di sì a nessuno se non ai cittadini”, sottolinea Raggi. Quindi il passaggio sulle elezioni amministrative di Palermo e sulle Regionali in Sicilia: “Abbiamo preso Roma, adesso tocca a Palermo, poi tocca alla Sicilia e poi toccherà all’Italia. l futuro è nelle nostri mani e le nostre mani sono libere, andiamoci a prendere Palermo, la Sicilia e l’Italia. Adesso tocca a noi”.

Ancora Raggi: “Noi dobbiamo ringraziare Beppe e Gianroberto, noi dobbiamo rendere concreto il loro sogno e lo stiamo già facendo. E io sono con voi. Dobbiamo ringraziare tutte le persone che quotidianamente ci sostengono, io devo ringraziare tutti i miei consiglieri, tutti gli assessori e ciascuno di noi deve ringraziare chi porta avanti il M5S anche in questo momento in cui tutti vogliono metterci il bastone tra le ruote, noi andiamo avanti”. E rivolgendosi alla platea sottolinea: “Io non mollo ma non mollate neanche voi”. Parole al quale il pubblico risponde intonando il coro “Onestà, onestà”. “Questa è una parola che li spaventa ma noi non abbiamo paura di spaventarli, anzi è il nostro obiettivo. Quando abbiamo detto no alle olimpiadi hanno tremato. Ma se hanno tremato per il no alle olimpiadi con il No al referendum vedranno la loro fine”. Al sindaco di Roma replica il deputato Pd Edoardo Patriarca: “Raggi non sia così tronfia. C’è poco da esultare in una città che dopo tre mesi dalle elezioni non vede nemmeno mezzo cambiamento rispetto al passato. Raggi parla del referendum perché vuole nascondere i propri fallimenti, e quelli dei M5S, su Roma – aggiunge Patriarca -. Tutti sondaggi danno la sindaca in drastico calo di popolarità”.

Intanto, parlano Alessandro Di Battista e Luigi Di Maio. “L’allargamento di questo fantomatico Direttorio c’è già stato in questi due anni dando nuove responsabilità ad altri. Questa logica che io e Di Maio dovremmo essere la futura classe dirigente è una falsità. Le regole valgono per tutti”, spiega Di Battista a In 1/2 rispondendo – in pieno accordo con Di Maio – a chi gli chiede se loro due rappresentino la leadership del M5S. Alle Comunali ci sono state “grandi vittorie – ancora Di Battista – e conquistare città in macerie significa anche grandi difficoltà e normalissimi conflitti”. Poi su A Virginia Raggi e la composizione della giunta del Comune di Roma: “A lei vanno onori e oneri, non metterò bocca sulle sue scelte. E’ compito del sindaco di Roma”. 

Secondo Di Maio “l’unico vero dramma é che non c’è Casaleggio. Smentisco – prosegue il vicepresidente della Camera – tutte le cose che leggiamo sui giornali, sono ricostruzioni che smentiamo. Il Movimento continua a crescere. Sono vicepresidente della Camera dove faccio cose anche per far conoscere il M5s all’estero. Io porto avanti il ruolo che mi è stato dato. Non è l’essere volti tv che ci fa avere ruoli. La nostra linea politica la scelgono i nostri cittadini o i nostri gruppi. Grillo – continua Di Maio – è sempre stato il capo politico del Movimento e il suo garante. Ora che Gianroberto non c’è più lui sa che deve impegnarsi da solo. Questo Movimento diventerà sempre più forte se la linea la decideranno gli iscritti e gli eletti. Se ci saranno dirigenti saremo come gli altri partiti”, prosegue a sua volta Di Maio che aggiunge: “Non ci siamo visti qui per discutere, siamo qui per lanciare il nostro programma nazionale”. E sulle ricostruzioni dei media sulla sua leadership Di Maio scherza: “non siamo mica su Beatiful”. 


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