Il progetto per il "Mose" della Timpa |Legambiente: "Sarà devastante" - Live Sicilia

Il progetto per il “Mose” della Timpa |Legambiente: “Sarà devastante”

L'opera, approvata nel 2006, si rende necessaria per evitare di dover restituire il finanziamento di circa 1 milione di euro, parte dei quali già spesi. Ma gli ambientalisti annunciano battaglia.

Presentato un esposto
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ACIREALE – Potrebbe distruggere uno dei tratti di costa più interessanti dal punto di vista naturalistico e meglio conservate dell’intera Sicilia orientale. Sono molto preoccupati gli ambientalisti per il progetto, approvato dalla giunta comunale di Acireale, che potrebbe comportare la perdita di un vero e proprio tesoro naturale, rappresentato dai basalti colonnari e da uno dei fondali più ricchi e interessanti del Mediterraneo.

Si tratta della costruzione di una barriera sottomarina per contrastare l’erosione della Timpa di Acireale. E’ stato infatti approvato dalla Giunta di Acireale l’opera denominata  “Progetti integrati finalizzati alla rimozione delle cause del degrado ed erosione dei tratti di costa in corrispondenza delle frazioni di S. Caterina , S. M. La Scala e Pozzillo”, finanziata nell’ambito degli interventi del Pit 30. Un intervento, finanziato nel 2007 dall’assessorato regionale Territorio e ambiente per oltre un milione di euro, che prevedeva interventi sulla terraferma, ovvero sulla Timpa vera e propria – realizzati negli anni scorsi – e altre opere a mare, sul fondale, per la realizzazione della barriera soffolta proprio antistante Grotta delle Colombe, dove si trovano i basalti.

Intervento giudicato “assurdo” da Legambiente Catania, che già si era espressa in modo negativo in relazione alla posa delle reti sulla roccia della Timpa – “che – evidenziano gli ambientalisti – contrariamente alle motivazioni di base, ha prodotto tra il 2008 e il 2009, nelle aree di massima protezione della riserva naturale “La Timpa”, la totale e radicale distruzione della fitta vegetazione a macchia mediterranea inizialmente presente, nonché il disgaggio di rocce e lo scivolamento di suolo, determinando un processo erosivo che, in relazione ai tempi di erosione naturale della Timpa, avrebbe richiesto secoli” – e che oggi torna a lanciare l’allarme.

“La barriera soffolta – afferma Roberto De Pietro – appare altrettanto devastante dei precedenti e già realizzati interventi a terra, perché è tecnicamente inutile e perché, in ogni caso, appare assurdo volere “rimuovere” il naturale processo di erosione di una costa rocciosa basaltica. Quest’opera, peraltro – proseguono – seppellirebbe per sempre i sottostanti spettacolari basalti colonnari sommersi, che per la loro rarità nel bacino del Mediterraneo, non meriterebbero di subire una simile violenza”.

Come confermava, nel 2008,  la professoressa Grazia Cantone, docente di Biologia Marina all’Università di Catania. “L’opera, finalizzata ad arginare l’azione del mare all’esterno della barriera – scriveva – provocherà contestualmente una diminuzione del flusso delle acque al suo interno con conseguenti modifiche ambientali e con evidenti ricadute biologiche”.

Non solo. Realizzare l’intervento – senza il quale, pare, si perderebbe l’intero finanziamento regionale – “sconvolgerebbe i fondali in cui sarebbe realizzata – aggiungono gli ambientalisti – che sono considerati di notevole bellezza e di elevatissimo interesse naturalistico, tra i meglio conservati e tra i più interessanti di tutta la costa ionica etnea come testimoniato da numerosi studi scientifici che segnalano un’elevatissima biodiversità del fondale e la presenza di habitat di interesse comunitario sottoposti a vincoli di protezione dalla normativa internazionale e nazionale”.

Un problema nel caso di futura istituzione di riserva marina protetta, che la barriera impedirebbe del tutto, e dal punto di vista prettamente turistico, dati i sempre più numerosi appassionati che si immergono nello specchio d’acqua antistante la Timpa per ammirarne la bellezza. Infine, e il dettaglio non sembra poi da poco, si potrebbe correre il rischio che l’opera, una volta avviata, non venga completata. Sorprende infatti il costo totale per la realizzazione della barriera soffolta: appena 318 mila euro.

Motivi, questi, per i quali Legambiente Catania e Acireale hanno presentato un esposto-denuncia alla Procura della Repubblica di Catania, chiedendo di individuare l’eventuale sussistenza di condotte penalmente rilevanti nell’iter di approvazione del progetto.

 


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