CATANIA – Dopo il parere positivo votato sabato sul dispositivo di previsione 2012, il Consiglio provinciale approva anche il “riequilibrio di bilancio”. Incassato dunque il secondo “sì” consecutivo in favore dell’azione risanatrice messa in opera dal commissario straordinario Antonina Liotta con il supporto istituzionale del presidente del Consiglio Giovanni Leonardi. Anche stavolta il voto dell’aula è stato pressoché unanime. Sui trentatré consiglieri presenti a Palazzo dei Minoriti, due i “no” e un solo “astenuto”.
Puntuale è arrivato il parere contrario dei Comunisti – Idv, che hanno preferito non entrare nel merito politico di un atto che, come ha riferito in aula il pdci Antonio Tomarchio, è da ritenersi “puramente tecnico”. Dello stesso avviso, al di la delle sigle, sono quasi tutti gli altri colleghi consiglieri, che hanno però dato il via libera al “riequilibrio” per un puro dovere formale. In condizioni “ordinarie” – non è il caso della delibera sul bilancio di previsione votata sabato scorso, che avrebbe dovuto vedere la luce entro e non oltre il 2011- il voto di riequilibrio sarebbe dovuto servire a “correggere” le eventuali difformità tra quanto previsto e quanto effettivamente speso dalla Provincia a fronte di dieci mesi di azione amministrativa. Ipotesi che ovviamente, in soli tre giorni, non ha avuto in alcun modo luogo.
Per questo motivo Enzo D’Agata de La Destra ha parlato chiaramente di “voto più formale che sostanziale: un semplice adempimento di legge a fronte di una situazione già abbastanza anomala. Un’azione dunque – ha chiosato – svuotata di ogni senso”. Su questa linea si è espresso pure il consigliere di “provata fede lombardiana” -come lui stesso si è definito- Domenico Galvagno: “Approvato un riequilibrio senza anima, così – ha sottolineato in aula- il ruolo del Consiglio è stato svilito”.
Nonostante la larga convergenza tra maggioranza e opposizione, a tenere banco è ancora una volta la polemica sull’eredità amministrativa dell’ex Presidente Giuseppe Castiglione. Per il capogruppo dell Udc Antonio Danubio, che ha rievocato stamani in aula le suggestioni della provocazione su “Schettiglione”, la dinamica del voto di oggi è “l’ulteriore prova del suo fallimento”. Per Nunzio Parrinello, del neonato gruppo consiliare Famiglia, Lavoro e Solidarietà, la precedente amministrazione “era distratta dalle continue inaugurazioni”. Mentre per Antonio Rizzo del Pd, la questione ha un dinamica ben precisa: “Castiglione si era preparato per andare andare a fare il Sindaco di Catania, per questo una volta catapultato alla Provincia non si è saputo orientare”.
Non ci sta a subire Antonino Musumeci, consigliere pdl eletto nel collegio di Trecastagni: “In questa aula si è descritto Castiglione come un mostro, ma dov’erano i consiglieri del Pd quando noi abbiamo approvato puntualmente i bilanci degli scorsi anni?”. Parole che hanno fatto saltare dalle sedia il democratico Salvo Valenti: “te la faccio finire come a Sallusti – ha urlato in aula”. Mentre tra i banchi del consiglio fioccavano gli insulti tra i colleghi. Il tutto sotto lo sguardo distaccato della Liotta, che ha commentato dallo scranno presidenziale: “Ho il dovere morale di astenermi da questo tipo dibattito. Sono qui – ha chiosato- per condurre le forze politiche alle elezioni e ottemperare agli obblighi di bilancio”. Ed è proprio sulle questioni di spending review che il Commissario ha chiarito all’aula le prossime tappe del suo mandato: “Ho verificato – ha concluso- che c’è ancora spazio per la razionalizzare della spesa provinciale”.