PALERMO – Lascia o raddoppia? La cavalcata dell’Aquila Palermo rischia di non avere continuità, al termine di una stagione che ha consacrato la squadra di coach Tucci tra le più interessanti realtà del campionato di Serie B. Arrivati ad un passo dalle Final Four per la promozione in A2, i biancorossi hanno dovuto arrendersi solamente ad Agropoli, ma hanno di fatto rilanciato la città di Palermo nel panorama nazionale della pallacanestro. Un risultato importante, anche per la risposta del pubblico nelle sfide di playoff, che rischia di essere vanificato. Il pomo della discordia è sempre lo stesso: l’Aquila non ha un palazzetto per sé ed è costretta a ridurre i propri carichi di lavoro. Un problema fin troppo pesante per lo staff tecnico e la squadra, un ostacolo che potrebbe portare ad un ridimensionamento del progetto.
Il futuro dell’Aquila è ad un bivio. Se la questione palazzetto non dovesse risolversi, al PalaMangano o altrove, Palermo dovrà rivedere i suoi programmi per la prossima stagione. È il presidente Salvo Rappa, intervistato da LiveSicilia Sport, a rimarcare il problema infrastrutturale: “Noi per ora non abbiamo scelto una linea, ci sentiamo ad un bivio. Con l’attuale impiantistica o si rilancia, ottenendo l’utilizzo esclusivo di un palazzetto che non sia per forza a Palermo, oppure non è neanche il caso di programmare un campionato per salire di categoria. Questo è il nostro dubbio”. L’altra strada potrebbe portare non solo a velleità di promozione, ma direttamente al passaggio di categoria: “Ci sono diverse società che stanno valutando di non iscriversi in Legadue – prosegue Rappa – gli scenari potrebbero anche essere interessanti”. Una B senza ambizioni o un salto fino al torneo cadetto, due chance totalmente opposte che passano dalla questione PalaMangano.
Il problema va avanti ormai da troppo tempo. Per la stagione appena conclusa, in un modo o nell’altro, si è riusciti a convivere con le altre realtà. In verità, però, l’Aquila ha pagato a caro prezzo il dover utilizzare l’impianto solamente per un’ora e mezza al giorno. Una storia che si ripete e che rischia di mettere a repentaglio non solo i programmi della società, ma anche il futuro dello staff tecnico: “Non sono nuovi problemi, ma ormai mi pari di capire che riguardino anche società ben più grandi di noi. Non si può fare una programmazione così. Sarebbe un atto di irresponsabilità programmare senza risposte concrete”. Anche il futuro di coach Tucci, che in condizioni normali sarebbe senza dubbio a Palermo, è messo in discussione dalle difficili condizioni di lavoro: “Ufficialmente non posso dire che ci sia l’accordo, ma di fatto siamo in dirittura d’arrivo per la sua riconferma. L’accordo economico c’è, quello tecnico no. Lui ha bisogno del palazzetto per allenare tutti, dal palazzetto passa il futuro del progetto Aquila. Noi vogliamo fare le cose seriamente”.
Serietà e soprattutto lavoro sotto traccia. L’Aquila sa di potersi ritrovare a ridimensionare il proprio progetto, ma ha anche a disposizione una chance da sogno. Se si dovesse trovare una soluzione al problema impianto, Rappa avrebbe in tasca il sì di Tucci e una finestra aperta verso la A2, con la prospettiva dell’acquisto di un titolo sportivo: “Noi stiamo lavorando alacremente. Il nostro sogno è quello di riuscire a portare un titolo di categoria superiore a Palermo o nelle immediate vicinanze. Crediamo di essere alle strette finali per il palazzetto. Ci si sposa o ci si lascia”. In quel caso, il progetto sarebbe addirittura rilanciato, con l’aiuto di nuove figure: “Stiamo favorendo l’ingresso di forze nuove – conclude Rappa – ma se non dovessimo ottenere quel che stiamo cercando di fare, l’impiantistica vanificherebbe il tutto”.