“Ricordo di avere incontrato una volta Arata, ma non ricordo che l’abbia mandato Calogero Mannino. Semmai ricordo che fu il mio collega, l’assessore Pierobon, ad accennarmi a questa persona, solo per motivi d’ufficio”. Lo dichiara l’assessore regionale al Territorio e ambiente, Toto Cordaro. “Arata mi ha sottoposto la questione riguardante due progetti che si trovavano in una fase di esame Via-Vas. Lui – prosegue l’assessore – era convinto della non assoggettabilità dei progetti stessi alla Via-Vas. L’ho ascoltato, l’ho salutato, poi ho chiesto agli uffici se le cose stessero davvero così. Secondo gli uffici invece quei progetti dovevano essere sottoposti a quell’esame. E così è stato. Ricordo – continua Cordaro – che Arata si era presentato come il responsabile nazionale del centrodestra per l’ambiente. Mi parve strano, in effetti, perché solitamente i responsabili dei singoli settori li trovi all’interno dei partiti, non delle coalizioni”. Dopo quell’incontro, dice Cordaro “probabilmente Arata ha provato a rincontrarmi, ma io non lo vidi più. Gli uffici avevano deciso in maniera opposta a quanto lui pensava, e per me bastava la parola degli uffici che hanno valutato la questione dal punto di vista tecnico. I progetti in questione, per quanto ho potuto ricostruire, erano quelli relativi a due impianti: uno a Calatafimi-Segesta e un altro a Francofonte. Ovviamente – conclude Cordaro – sono a disposizione della Procura per qualsiasi chiarimento”.
L'assessore al Territorio: "Pensava che per i suoi progetti non servisse la Via-Vas. Non fu così".
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