MONREALE (PALERMO) – I carabinieri si sono presentati a casa sua con un mandato d’arresto per una violazione urbanistica di 10 anni fa. Lo hanno portato in caserma, identificato e poi riportato a casa, perché per lui era stata disposta la detenzione domiciliare. Questo, ovviamente, lo ha costretto a interrompere bruscamente anche l’attività lavorativa.
Ma c’era stato un errore, perché la pena, per il 60enne monrealese N.B., era già estinta. E l’avvocato Giada Caputo, difensore dell’uomo, ha ottenuto la revoca dell’ordine di carcerazione in tempi record. La richiesta è stata infatti immediatamente accolta dalla Procura di Palermo. “Ho molto apprezzato – afferma l’avvocato Caputo – la tempestiva iniziativa del Magistrato della Procura”.
Il ricorso immediato
“Dopo avere verificato la fondatezza del mio ricorso – sottolinea – il magistrato ha immediatamente disposto la revoca del provvedimento di carcerazione. Dispiace che il mio assistito e la sua famiglia abbiano dovuto vivere un momento drammatico quale quello dell’arresto, la identificazione presso la Caserma dei Carabinieri di Monreale e l’inizio della detenzione domiciliare con la brusca interruzione di attività lavorativa”.
Secondo quanto ricostruito da fonti di difesa, l’ordinanza di detenzione domiciliare riguardava l’espiazione di 5 mesi e 29 giorni per violazione di norme urbanistiche, risalenti al mese di agosto di 10 anni fa.
Il caso
L’imputato era stato condannato nel 2017 a 1 anno di arresto per una costruzione abusiva L’ordine di carcerazione con contestuale detenzione domiciliare era stato però sospeso nel 2020 in quanto il difensore, l’avvocato Caputo, aveva dimostrato che il proprio assistito non aveva ricevuto la notifica della sentenza e quindi non aveva potuto proporre atto di appello.
Poi però il legale aveva già proposto un incidente di esecuzione per il decorso del termine massimo. La legge infatti prevede che i reati puniti con la sanzione dell’arresto o dell’ammenda vanno dichiarati estinti dopo 5 anni da quando la sentenza di condanna è passata in giudicato. In questo caso gli anni sono sei.