Uno non fa in tempo a rallegrarsi del buon vento politico ed ecco che arriva il contrappasso dei guai. Appena ieri Totò Cuffaro esultava: “Partendo dal nulla ma dalle idee e dai valori, siamo riusciti in due anni a creare una straordinaria comunità di persone. Adesso dobbiamo stare ulteriormente attenti, perché potrebbe esserci un allargamento della nostra famiglia e allora dobbiamo essere severi e puliti. Se lo saremo tra quattro anni stravinceremo dappertutto”. Un entusiasmo corroborato da una presenza politica, quella della Dc Nuova, sempre più marcata, come hanno raccontato le ultime amministrative.
L’arresto del medico-assessore
Uno non fa in tempo… ed ecco la ‘disavventura’: l’arresto, per un presunto giro di mazzette nella cornice delle pensioni d’invalidità, del medico Agostino Genova, responsabile democristiano per il rapporto con gli altri partiti e assessore a Partinico. Né Cuffaro né la Dc c’entrano, ovviamente, nulla con gli esiti di un’inchiesta. Ma un’appartenenza, nel giudizio dell’opinione pubblica, può contare, a ragione o torto. Perché, a torto o a ragione, c’è sempre chi osserva il colore della maglietta politica di una persona coinvolta, come in questo caso, in accuse molto gravi. In tempi lontani e non sospetti, era stato proprio Totò a ‘benedire’ Agostino: “L’esperienza politica, personale e professionale di Agostino Genova è un valore aggiunto per il partito”.
La sospensione dalla Dc
La Dc nuova non ha comunque perso tempo: “La notizia dell’ordinanza cautelare emessa dal gip di Palermo su richiesta della Procura per corruzione e falso nei confronti di Agostino Genova ci lascia letteralmente basiti -si legge in una nota -. A tutela della Democrazia Cristiana, della sua immagine e dei suoi iscritti Genova viene sospeso con effetto immediato dal partito e ci riserviamo, se i fatti dovessero essere confermati, di procedere alla sua espulsione. Esprimiamo totale fiducia nel lavoro della magistratura che, siamo certi, accerterà rapidamente i fatti di una vicenda che desta profondo turbamento”. Questo in prima battuta, perché in una successiva nota è stato proprio Cuffaro ad annunciare l’espulsione definitiva: “Siamo profondamente indignati e disgustati sia per il discredito delle Istituzioni che appare nelle parole utilizzate e che sono state intercettate. A Genova, lo ribadisco, abbiamo inviato una lettera di sospensione con effetto immediato dal partito e poco dopo di espulsione”.
Allori e cannoli
Proprio in questi giorni, il fotografo Franco Lannino, con un post su Facebook, ha illuminato la memoria di una foto famosa, lo scatto dei cannoli. “…Era il 18 gennaio del 2008 – scrive Lannino – e uscì la sentenza di primo grado. Il lunedì successivo, il 20 gennaio, il presidente della Regione convocò una conferenza stampa. Michele Naccari volle essere presente. Tornando in agenzia mi consegnò la scheda di memoria, io al ‘desk’ e alla post-produzione ero molto più veloce. Mi bloccai ed ebbi un brivido alla schiena. Chiamai a gran voce Michele e gli chiesi se fosse stato lui a chiedere al presidente di prendere in mano il vassoio. Mi giurò di no, mi disse che era stato lo stesso Cuffaro a prenderli ed a spostarli. Si, questa foto cambiò il corso della storia”. Questa la ricostruzione dell’ex governatore, in una delle tante occasioni in cui ne ha parlato: “Tutti sanno che non stavo festeggiando. Non ero certo un fesso. È stata una leggerezza…”. (Roberto Puglisi)