Palermo, non solo armi e droga: una montagna di metalli al Cep

Passaparola fra i raccoglitori di ferro: una montagna di metalli al Cep

Non solo droga e furti nel rione palermitano

PALERMO – “Salvatore Paolo Cintura è un vero e proprio punto di riferimento nel territorio per chi voglia inserirsi in meccanismi illeciti legati al traffico dei rifiuti”.

Così il giudice per le indagini preliminari Fabio Pilato descrive il filone investigativo che riguarda la raccolta e lo smaltimento di metalli con base operativa nel rione Cep. Un filone che si aggiunge allo spaccio di droga, alle armi e ai furti.

Cintura, uno dei 27 arrestati dell’ultimo blitz dei carabinieri, coordinati da procuratore aggiunto Marzia Sabella, aveva accumulato una montagna di materiale in un terreno vicino alla sua abitazione in via via Celona, dov’era detenuto agli arresti domiciliari.

Salvatore Paolo Cintura assieme al fratello Giuseppe avrebbe coordinato il lavoro degli “operai” Vincenzo Seidita, Vincenzo Montalbano, Giuseppe Renda. Salvatore Di Caccamo, titolare di una ditta, avrebbe messo a disposizione i mezzi per trasportare i metalli. Questi ultimi sono tutti agli arresti domiciliari.

Il passaparola era dilagante in città. I raccoglitori di ferro e metalli trovati nei cassonetti della spazzatura, nelle strade trasformate in discariche o accatastati nei magazzini arrivavano al Cep e scaricavano. Così decine di persone si guadagnano da vivere ogni giorno.

“Figghiò – diceva Cintura a Di Caccamo – io devo sbarazzare, perché non mandi a tuo fratello col camion?… ma il rame non lo devi venire a caricare?”. Il rame va letteralmente a ruba in città.

“Di più di 3 mila euro a settimana non mi danno parrì… tremila euro sono sicuri”, diceva Di Caccamo. Per incassare, però, serviva la compiacenza di altri imprenditori: “Siccome devo vendere l’alluminio e vogliono i documenti di una società per fare il bonifico, tu me lo puoi fare?”.

A volte le ditte che incameravano i metalli chiudevano entrambi gli occhi. Così diceva Cintura, uomo forte al Cep: “… perché noialtri siamo tutti in galera e abbiamo tutti problemi. Tutti non abbiamo né fatture, non abbiamo niente. Perciò o si accorda o si accorda”.


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