Straordinari "gonfiati" alla Regione | Scarcerati tre dipendenti - Live Sicilia

Straordinari “gonfiati” alla Regione | Scarcerati tre dipendenti

Il blitz con 15 arresti. Maria Antonella Cavalieri e Vito Di Pietra lasciano gli arresti domiciliari. Per loro scatta la sospensione per due mesi dal lavoro. Scarcerazione piena per Giuseppina Bonfardeci.

ASSESSORATO ALLA FORMAZIONE
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PALERMO – Tornano liberi tre dipendenti della Regione coinvolti nell’inchiesta che ha travolto l’assessorato regionale alla Formazione professionale. Si tratta di Giuseppina Bonfardeci, Maria Antonella Cavalieri e Vito Di Pietra. Le posizioni vanno, però, distinte. Nel caso della Bonfardeci, difesa dagli avvocati Antonino Ganci e Ilenia Alongi, il giudice per le indagini preliminari, ha deciso la scarcerazione piena per mancanza dei gravi indizi di colpevolezza. Per Di Pietra e la Cavalieri, difesi dall’avvocato Roberto D’Agostino, la misura cautelare degli arresti domiciliari è stata sostituita con la sospensione per due mesi dal lavoro. Restare lontano dall’ufficio per sessanta giorni, secondo il Gip, è sufficiente a garantire le esigenze cautelari.

L’inchiesta è quella sfociata nell’arresto, fra gli altri, del funzionario Emanuele Currao e della dirigente, oggi in pensione Maria Concetta Cimino (ai domiciliari). Due i fronti investigativi: i soldi dei fornitori dirotatti sul conto corrente di Currao (che ha confessato) e gli straorinari pagati ai dipendenti per ore di lavoro mai fatte o gonfiate.

A Cavalieri, Bonfardeci e Di Pietra viene contestata l’ipotesi di truffa. Rispettivamente nella qualità di istruttori direttivi i primi due e di collaboratore il terzo avrebbero indebitamente percepito, la Cavalieri, circa 18 mila euro a fronte dei dieci mila che le spettavano; Di Pietra, 12 mila euro contro i 4500 di cui avrebbe avuto diritto; 8 mila la Bonfardeci a differenza di una cifra reale di 5 mila euro. La Cimino, che autorizzava il via libera ai pagamenti, dal canto suo, ha negato che si trattasse di straodinari non dovuti, piuttosto del pagamento per alcuni progetti già svolti in passato. Insomma, un credito che spettava ai lavoratori. Nel caso della Bonfardeci i legali hanno addirittura sostenuto che i soldi non li ha mai incassati.


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