PALERMO – Un bilancio che si assottiglia quello dell’Assemblea regionale siciliana, che nel 2013 prevederà spese per 164 milioni di euro, oltre 11 milioni in meno dello scorso anno. Fra le spese correnti pesa in modo consistente il personale in quiescienza (39,5 milioni) e quello in servizio (36,8 milioni), seguono i deputati in carica (20,4 milioni) e quelli in pensione (20 milioni). Per i gruppi parlamentari, invece, sono stanziati 7 milioni, mentre il personale di segreteria e quello di consulenza per i deputati riceve 3,7 milioni. Una delle poche voci di spesa in aumento riguarda l’Ufficio di presidenza, ed è legata all’aumento dei componenti dello stesso, passati da nove a undici. Il personale addetto alle segreterie passa da 2,4 milioni a 3 milioni di euro, mentre le consulenze salgono a quota 340 mila euro rispetto ai 288 mila euro dell’anno passato.
“Avevo contestato l’autorizzazione dei ‘mini gruppi’ in deroga, anche perché hanno determinato l’aumento dei membri del consiglio di presidenza – dice Antonello Cracolici del Pd –, proprio per far spazio ai rappresentanti di gruppi composti da meno di cinque deputati. Oggi nel bilancio interno dell’Ars l’unica voce in aumento è quella del consiglio di presidenza. Si doveva quantomeno mantenere la spesa dello scorso anno e dividerla fra tutti i membri”. Altro tema caldo quello dei comandati, di cui il Movimento cinque stelle chiede un’ulteriore riduzione. Fra i pochi ad opporsi è Francesco Cascio (Pdl): “Si tratta comunque di dipendenti dell’amministrazione regionale. Il loro taglio non comporterebbe alcun risparmio”. Al momento il personale comandato grava sul bilancio dell’Ars per circa 500 mila euro.
Per il resto i tagli sono un po’ ovunque. Le diarie restano invariate ma calano le indennità del dieci per cento: da 13 a 11,5 milioni. Dimezzata anche la cifra per le missioni, che passa a 200 a 100 mila euro. Soppresso il capitolo da 800 mila euro come indennità per la cessazione del mandato parlamentare. Passando invece al personale dell’Assemblea regionale scendono le retribuzioni al personale di ruolo, che passa da 34,6 a 33,8 milioni, tagliate pure le indennità di funzione e i rimborsi spese. La Presidenza vede ridotta la cifra a propria disposizione di 370 mila euro: i fondi riservati passano da 342 mila a 171 mila euro, mentre i contributi per le attività culturali scendono da 900 mila a 700 mila euro. Per il cerimoniale si passa da 1,2 milioni a 925 mila euro. Ridotte pure le spese per la comunicazione, anche se rimangono immutate le cifre per le Fondazione Federico II e quelle per le agenzie di informazione, che continuano a gravare per 585 mila euro sul bilancio dell’Ars. Calano, pur lievemente, anche gli stanziamenti per studi e ricerche, oltre che per la biblioteca e per l’archivio storico per un totale di 442 mila euro, cioè 70 mila euro in meno del 2012. Immutata la cifra dedicata ai servizi informatici e di duplicazione dei documenti. Si risparmia invece sull’infermeria che costerà 10 mila euro in meno dell’anno passato. I servizi di ristoro e caffetteria continuano a pesare parecchio sul bilancio, ovvero per 800 mila euro, comunque 125 mila euro in meno dello scorso anno. Sale la cifra per gli affitti di immobili a carico dell’Assemblea, che passa da 90 mila a 220 mila euro. Si pagherà meno per il noleggio delle auto di servizio da 425 mila a 320 mila euro, ci sono invece le annunciate novità per il call center.
Come anticipato, il call center costerà 620 mila e non più 850 mila euro. Soppresso invece il finanziamento per il servizio di sorveglianza degli immobili, che vale 300 mila euro. Restano infine 100 mila euro per gli intergruppi Fra le curiosità quella delle spese per il vestiario dei dipendenti di stanza a Palazzo dei Normanni. Se nel 2012 sono serviti 360 mila euro, per quest’anno dovranno invece bastare 250 mila euro per le divise del personale dell’Ars. Braccio di ferro invece sulle auto blu. “C’è la necessità di contenere i costi relativi alla rappresentanza del Parlamento, a partire da un uso più contenuto delle vetture in dotazione all’amministrazione – afferma Gianfranco Vullo del Pd – occorre inoltre rimodulare le indennità aggiuntive previste per i componenti del Consiglio di Presidenza dell’Ars nonché quelle che riguardano i presidenti, i vicepresidenti e i segretari di commissione, anche in relazione ai loro corposi budget assegnati mensilmente”. Posizione simile a quella espressa da Giancarlo Cancelleri: “Abbiamo apprezzato i tagli nel bilancio dell’Ars – dice il capogruppo del Movimento cinque stelle –. Speriamo si intervenga in maniera più incisiva sui comandati, sulle attività degli intergruppi e il noleggio delle autovetture di servizio. Comprendiamo che il presidente dell’Ars debba utilizzare l’auto blu, ma le altre non hanno motivo di esistere”. Questo invece il commento del presidente dell’Aula Giovanni Ardizzone: “Per la prima volta, il bilancio dell’Assemblea è sul sito ufficiale dai primi giorni di gennaio. Vorrei sottolineare che, pur non essendo giuridicamente vincolati, abbiamo recepito lo spirito del decreto Monti, riducendo i trasferimenti ai gruppi. Uno dei primi atti che arriverà in questa Assemblea, è il recepimento del decreto Monti nella sua interezza”.