Ars, dopo le sentenze dei tribunali cambiano i numeri della maggioranza - Live Sicilia

Ars, dopo le sentenze dei tribunali cambiano i numeri della maggioranza

L'opposizione perde una pedina nella partita delle nomine che si gioca in commissione
IL PARLAMENTO REGIONALE
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PALERMO – La sentenza della Corte d’appello di Palermo che toglie il seggio di deputato regionale a Davide Vasta, assegnandolo a Salvatore Giuffrida, rafforza la coalizione di maggioranza all’Ars. Giuffrida, che ha già avuto una doppia esperienza a Sala d’Ercole, non si iscriverà al gruppo di Sud chiama nord, lista che lo aveva visto primo dei non eletti alle ultime Regionali nel collegio di Catania.

Giuffrida il 28 febbraio all’Ars

Più di una voce proveniente dai corridoi di Palazzo dei Normanni, infatti, vuole l’ex sindaco di Tremestieri etneo pronto a “trasferirsi” nella Democrazia cristiana di Totò Cuffaro. Per Giuffrida, che dopo la sentenza a suo favore non commenta le voci sul suo passaggio, sarebbe un ritorno nell’area centrista, che lo vide già deputato sotto le insegne dell’Udc per due legislature: prima al posto di Fausto Fagone, coinvolto nell’inchiesta Iblis della procura di Catania, poi subentrando a Lino Leanza, scomparso nel maggio del 2015. Giuffrida, che giurerà a Sala d’Ercole nella seduta di mercoledì 28 febbraio, vanta anche un ottimo rapporto con l’assessore regionale all’Economia Marco Falcone ed è per questo che tra i possibili lidi d’approdo del neo deputato potrebbe esserci anche Forza Italia.

L’opposizione perde un deputato

Di certo c’è che il gruppo Sud chiama nord perderà un deputato, scendendo a quota sei. Di contro il centrodestra, che non pochi guai ha attraversato nelle ultime settimane, guadagnerebbe un tassello in più, arrivando a quota 41 deputati contro i 29 dell’opposizione. L’addio di Vasta, inoltre, si incrocia con la delicatissima partita che si sta giocando in commissione Affari istituzionali: quella delle nomine dei manager della sanità. La commissione dovrà esprimere un parere sui nomi scelti dal governo e al momento il pallottoliere dice 7-6 per la maggioranza, che però non può dormire sonni tranquilli visti i numerosi mal di pancia tra i deputati del centrodestra. L’addio di Vasta fa scendere a cinque i voti dell’opposizione, con il regolamento che non prevede la possibilità di sostituzione nei casi in cui la commissione si stia occupando di nomine in enti pubblici.

Daidone resta, FdI festeggia

Dopo il derby interno a FdI tra Giuseppe Bica e Nicola Catania vinto dal primo, che conferma la sua adesione al gruppo dei meloniani, si è conclusa anche l’altra querelle giudiziaria al sapor di ineleggibilità, quella che ha messo contro Dario Daidone e il compagno di lista in FdI Carmelo Nicotra. La sentenza ha dato ragione al presidente della commissione Bilancio e anche in questo caso nessuna variazione nel computo complessivo del centrodestra. La sconfitta di Nicotra in Appello, però, segna un punto a favore dei meloniani nella guerra sotterranea con la Lega. Nicotra, che ricorrerà in Cassazione, si è avvicinato considerevolmente al Carroccio e il suo arrivo a Palazzo dei Normanni avrebbe ingrossato le file dei salviniani a discapito degli alleati. Così non sarà, almeno per ora.


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