Ars, chi è il 'mangia-franco tiratore'

Ars, il ‘mangia-franco tiratore’

Palazzo dei Normanni tra liti furibonde e nuove definizioni
LA POLEMICA
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L’Assemblea Regionale Siciliana – confidenzialmente intesa Ars – è un luogo assai istruttivo, ben oltre la politica. Per esempio, rappresenta un invito permanente alla pace perpetua e alla concordia.

Perché, forse, solo lì accade che figure un minuto prima impegnate in un accesissimo dibattito, dove sono volate parole contundenti, riescano a placarsi e a sorridersi, un minuto dopo. Dunque, si può.

La cravatta di Ismaele

E di momenti collerici se ne sono vissuti, secondo il registro di passioni, convincimenti e (ancora) sartoria, durante la manovra ter. Dopo gli ‘slip’ di Cateno De Luca, indiscussa protagonista è stata la cravatta di Ismaele La Vardera con cui il medesimo ha cercato di imbavagliarsi per protestare.

Un tentativo riuscito a metà, perché le cravatte poco si prestano all’uso, soprattutto se l’imbavagliando continua a gridare.

Assai istruttiva è l’Ars anche in ordine alle denominazioni di conio pseudo-scientifico. Li abbiamo chiamati franchi tiratori, fin qui, coloro che, grazie al voto segreto, affossano le proposte della ‘fazione di riferimento’. Potremmo cambiare il nome in mangia-franchi tiratori.

Attenzione al trattino, per carità. Non siamo davanti, nel modo più assoluto, al dispregiativo mangiafranco che alcuni dizionari definiscono ‘colui che vive alle spalle altrui‘. Non ci sogneremmo mai di offendere né le persone, né le pratiche politiche legittime. Non è quello – lo ripetiamo – il significato, sideralmente inaccostabile alla presente riflessione.

Chi è il mangia-franco tiratore

Il mangia-franco tiratore (occhio sempre al trattino) è, più semplicemente, un franco tiratore particolarmente capace di ‘mangiare’ pezzi di idee della sua stessa coalizione governante, aggiungendosi alla minoranza che fa il suo mestiere da opposizione, per ragioni generalmente aliene ai contenuti.

Lo identifica, in aggiunta, il suo presumibile modus operandi, tratto dallo scenario del dibattito di Palazzo dei Normanni, raccontato per filo e per segno dal nostro Antonio Condorelli.

Non si ribella, di solito, a una contrarietà nel merito specifico. Altrimenti sarebbe più logico farla emergere alla luce del sole. Il mangia-franco tiratore, invece, si nutre, per consuetudine, di azioni con cui intende mandare un segnale a qualcuno, nel cono dell’anonimato, rappresentando un malumore che risulti, tuttavia, ravvisabile per il destinatario.

Infatti, molti dei sussurri ascoltati, in questi giorni, a margine della manovra hanno riferito di ‘malcontenti e mal di pancia’ abbastanza estranei alle questioni sul tappeto. Fibrillazioni e tensioni interne che hanno trovato uno sfogo nel contesto parlamentare.

Come inviare una letterina a Babbo Natale per dire che il regalo non è piaciuto, omettendo la firma, ma dandogli l’agio di ricostruire la storia. Tutto, appunto, legittimo, normale e scontato (per carità). Però, forse, questa Sicilia, in attesa di risposte, meriterebbe qualcosa di più.

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