Ars, sì alle stabilizzazioni | Alla Regione tornano i concorsi - Live Sicilia

Ars, sì alle stabilizzazioni | Alla Regione tornano i concorsi

Esercizio provvisorio, rinviata la discussione
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“Oggi avremmo potuto mettere il governo in difficoltà, ma alla fine abbiamo fatto prevalere il nostro senso di responsabilità”. È tutto nelle parole del deputato Pdl Salvino Caputo (ribadite da diversi parlamentari) l’happy end di un pomeriggio teso nel quale l’Ars ha approvato il ddl sul precariato. Una norma che apre, di fatto, alla stabilizzazione immediata di circa 800 precari storici della Regione e nello stesso tempo proroga i contratti di altri 740 lavoratori, che potranno però prendere parte ai concorsi previsti dal piano triennale della Regione.

Ma nel tardo pomeriggio il rischio che non si riuscisse ad arrivare al voto è stato assai concreto. Tra i più critici i deputati di Grande Sud Bufardeci, Incardona, Cimino e Scilla che hanno sollevato il problema della loro mancata presenza in commissione Affari istituzionali e al bilancio, dove oggi la legge ha avuto l’ultimo “via libera”, prima di arrivare in Aula.  “Non si può sempre arrivare a parlare di assunzioni – ha detto Titti Bufardeci – a fine anno. Un testo così importante va analizzato con attenzione, e senza fretta”. Stesso concetto, quello espresso da Michele Cimino, mentre Carmelo Incardona ha anche accusato il presidente Cascio di aver operato uno “strappo” al regolamento dell’Aula: “Non consentire a un partito di entrare nel merito di un ddl così importante – ha detto – significa trasformare l’Assemblea in un consiglio comunale. Lei – ha aggiunto riferendosi a Cascio – sta velocizzando la discussione di questo ddl in maniera illegittima”. Il presidente dell’Ars ha ribattuto affermando che i “ritmi” dell’Aula erano stati decisi in una conferenza dei capogruppo, ma ha dovuto incassare il garbato dissenso del suo compagno di partito, il capogruppo Leontini: “E’ impossibile – ha detto – pensare di approvare il testo oggi. Gli emendamenti non sono stati nemmeno assemblati nel testo”. E in effetti, gli emendamenti erano stati inviati direttamente in Aula. Ma alla fine non verranno nemmeno discussi.

Alla richiesta di una “pausa di riflessione” da parte di Nino Beninati che ha però criticato aspramente l’assenza in aula del presidente Lombardo e dell’assessore alla Funzione pubblica Chinnici, infatti, Cascio ha interrotto la seduta e s’è confrontato per una mezz’ora con i capigruppo. E la riunione è stata fruttuosa: Pdl, Pid e Grande Sud si sono detti disposti ad approvare il ddl, purché gli emendamenti venissero trasferiti nell’altro disegno di legge all’ordine del giorno oggi, quello sull’esercizio provvisorio. “Senso di responsabilità”, è la parola d’ordine dei deputati, al ritorno in Aula. Mentre Bufardeci parla di “sacrificio nell’interesse dei lavoratori”, e il Pdl promette maggiore intransigenza “in occasione del voto sull’esercizio provvisorio”, ma, precisa “oggi abbiamo garantito i lavoratori”, mentre il capogruppo di Pid Rudy Maira parla di “segnale forte che va nella direzione della completa stabilizzazione di tante persone”. “Una legge che  rende giustizia a quanti da decenni hanno prestato servizio nella pubblica amministrazione con grande professionalità”, il commento di Lino Leanza (Mpa), mentre il capogruppo del Pd Antonello Cracolici “brinda” al ritorno in Sicilia dei concorsi: “Una parola che sembrava quasi dimenticata dal nostro vocabolario”. “La legge approvata questa sera dall’Assemblea regionale siciliana – ha detto il presidente della Regione Raffaele Lombardo –  è la dimostrazione, l’ennesima, di come nessun governo prima d’ora abbia mai concretamente preso a cuore i problemi del precariato, come sta invece facendo quello in carica”.

Insomma, alla fine il ddl è passato. E apre alla stabilizzazione immediata di circa 800 precari storici. Si tratta dei circa 400 “catalogatori”, di un centinaio di vincitori del concorso ai Beni Culturali di oltre dieci anni fa, e dei 288 lavoratori della Protezione civile (gli ex Italtel-Sirap). Il ddl, poi, prevede le proroghe dei contratti per i 740 altri precari di Arra e Assessorato territorio e ambiente, oltre che per i precari dei consorzi di bonifica e della Protezione civile. A questi si aggiungono alcune categorie residuali come i dipendenti dei consorzi irrigui, e una ventina di dipendenti regionali dislocati nei comuni per occuparsi del contrasto delle emergenze sismiche e idrogeologiche.  Per queste proroghe, la Regione ha previsto una spesa di circa 31 milioni di euro, ricavati da varie sforbiciate in diversi capitoli del bilancio.

Questi precari, però, a partire dall’anno prossimo, potranno prendere parte ai concorsi previsti dal piano triennale di assunzioni: per quasi tutti loro è prevista una riserva del 40% dell’intero numero di stabilizzazioni. Il concorso dovrebbe aprire a circa 1500 posti. Il 60% restante sarà così suddiviso: il 10% sarà rivolto ai dipendenti “interni”, il 20% ai processi di mobilità, mentre il 30% restante sarà aperto agli esterni oltre che ai precari rimasti fuori dalla riserva del 40% (ma in questo caso riceveranno una premialità in termini di punteggio). Il ddl è passato all’unanimità.

L’Aula si è congedata, così, lasciando in sospeso l’approvazione dell’esercizio provvisorio. Verrà discusso nella seduta del 28 dicembre. Nel testo, in seguito ad alcuni emendamenti, sono state introdotte delle importanti novità. A cominciare dal tasto dolente della Formazione professionale. Venti milioni, ricavati dal bilancio, serviranno a garantire gli stipendi dei lavoratori degli enti, in attesa dell’effettiva partenza dei corsi. “Dopo tutti i guai che sono stati creati, almeno, abbiamo dato un aiuto concreto ai lavoratori della Formazione”. Con queste parole, il vice presidente dell’Ars Santi Formica ha commentato l’inserimento della nota di variazione della giunta nell’esercizio provvisorio “Il problema – precisa però il presidente della commissione Bilancio Riccardo Savona – è che non tutti hanno la certezza della puntuale partenza di questi corsi. Ma con i venti milioni inseriti in bilancio, potremo garantire la Cig almeno fino ad aprile”. Inserita nel ddl anche una norma sulla legge “104” che fissa alcuni principi chiari. Ferma restando l’equiparazione con le norme statali (si potrà usufruire della norma solo se si è il diretto destinatario della legge), i requisiti validi sono quelli posseduti alla data odierna, la domanda va presentata entro i termini di approvazione della legge, e la persona interessata dovrà comunque andare in pensione entro trenta giorni dalla presentazione della domanda.

Nel testo, inseriti anche 70 milioni per rimpinguare il Credito d’imposta. Queste risorse verranno utilizzate per consentire l’accesso al credito per investimenti, a quelle imprese le cui istanze, presentate nel 2011, non sono state accolte per esaurimento dei fondi disponibili. L’emendamento è stato approvato all’unanimità dalla commissione Bilancio.
Queste imprese potranno, pertanto, rinnovare l’istanza secondo le procedure già previste, entro termini che saranno resi noti dall’ amministrazione regionale. “Questo provvedimento come si evince dai dati aggiornati al 20 dicembre – spiega l’assessore per l’Economia, Gaetano Armao – è la risposta che il Governo e l’intera Commissione intendono dare alle numerose richieste che sono giunte dalle imprese ed è il modo più concreto con cui il governo regionale intende sostenere lo sviluppo dell’economia siciliana, pur in presenza della grave crisi che stiamo attraversando”. Nel ddl, poi, anche una sorta di “marcia indietro” dell’Assemblea: verrà abolita infatti la norma che consentiva alle Camere di Commercio di derogare al patto di stabilità. Una norma approvata circa un mese fa. I motivi? La nascita un po’ in tutte le Camere di bandi per nuove assunzioni. “Meglio togliere questa possibilità”, il commento secco del presidente della commissione bilancio Savona.


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