PALERMO – Non si sa esattamente quando. Né come. Ma l’Arsea verrà chiusa. Lo ha assicurato oggi l’assessore alle Risorse agricole Dario Cartabellotta, intervenendo a Sala d’Ercole, dove ha chiesto di rispondere alle tante sollecitazioni giunte dai deputati regionali.
L’Arsea, per intenderci, è un ente costituito nel 2006, e di fatto mai operativo. Nonostante negli anni si siano avvicendati presidenti e funzionari vari. Il “caso Arsea”, raccontato da Livesicilia già nell’agosto del 2011 era rimbalzato anche sui media nazionali.
L’Agenzia era finita nell’occhio del ciclone nell’estate di due anni fa, in effetti, quando il presidente della Regione Raffaele Lombardo decise di revocare l’incarico al vecchio direttore generale (Ugo Maltese), facendo intuire anche la volontà di sopprimere l’ente. Invece, ne ha nominato un altro: Carlo Raciti, un fedelissimo del governatore.
Un ente costato qualcosa come 800 mila euro l’anno. E contro il quale il presidente Crocetta si scagliò già pochi giorni dopo il suo insediamento, quando, ospite di una trasmissione televisiva di Rai Uno, dove furono rilanciate le inchieste di Livesicilia, il presidente promise: “Chiudiamo subito l’Arsea”.
Ma dopo dieci mesi, quell’ente è ancora in piedi. Nella scorsa estate, l’assessore Cartabellotta ha rinnovato gli incarichi per i due funzionari rimasti. A Palermo la sede è vuota, nonostante costi 27 mila euro al mese. Su questi sprechi, adesso, sembra stia indagando anche la Procura della Corte dei Conti.
“Ma l’ente verrà chiuso, come già annunciato dal governo”, ha precisato oggi l’assessore all’Agricoltura ricordando come la norma, inizialmente prevista in Finanziaria, fu accantonata per volontà dei deputati. Che hanno però incalzato il governo con una mozione, presentata dall’allora deputato Pdl Salvino Caputo, che impegnava il governo a dismettere l’ente entro trenta giorni. “ L’impegno del governo – ha precisato però in Aula Cartabellotta – era stato quello di dare entro 30 giorni una risposta e di superare un dilemma: facciamo funzionare l’Arsea o miglioriamo i servizi agli agricoltori? Il sì all’Arsea, secondo alcuni, avrebbe prodotto uno spreco, il no, secondo altri, avrebbe penalizzato gli agricoltori. A marzo però – ricorda l’assessore – ho scritto al Bilancio e ad aprile alla Commissione di merito comunicando il provvedimento di soppressione e liquidazione di Arsea. La notte del 30 aprile, però, quel provvedimento non è andato in Finanziaria”.
A quel punto, l’ente è rimasto formalmente in piedi. Così, i funzionari si sono visti persino rinnovare i contratti: “Il 12 giugno – ammette Cartabellotta – ho deciso di mantenere temporaneamente in servizio i due funzionari, perché se c’è un ufficio deve funzionare. Ma vorrei precisare che la vigilanza e il controllo su Arsea spetta al Bilancio”. Ma adesso, dovrà chiudere.
E Cartabellotta spiega la “via d’uscita”: “E’ già pronta – dice -la convenzione con cui Agea e Regione sottoscrivono l’impegno di attivare gli sportelli di servizio presso gli ispettorati dell’agricoltura”. Ma restano i nodi riguardanti le spese affrontate dall’Agenzia in questi mesi. “Il contratto del direttore generale dell’Arsea – precisa però Cartabellotta – non è mai stato registrato. La ragioneria dell’assessorato ha rilevato che il contratto non è stato registrato perché non è mai stato stanziata la somma di 420 mila euro inizialmente prevista”. Mentre sulla sede palermitana vuota, l’assessore non ha potuto fare altro che allargare le braccia: “Riguardo agli uffici di via Maggiore Toselli, – ha detto Cartabellotta – considerato che i tre funzionari di Arsea sono stati sempre a Catania, non comprendo come e quando questo immobile sia stato assegnato ad Arsea”.
Resta da comprendere, adesso, il “come e il quando” si procederà all’effettiva chiusura di Arsea. Scadenze richieste anche oggi dai deputati. “Si passi dalle parole ai fatti”, ha detto ad esempio il pidiellino Giorgio Assenza. “Mi aspettavo – ha commentato invece il deputato di Grande Sud Bernadette Grasso – un crono programma dell’iter di dismissione dell’ente”. Ma a proposito di tempi, una cosa è certa: il governatore ne aveva annunciato la “immediata chiusura” dieci mesi. Ma l’ente inutile, fino a oggi, è ancora in piedi.