La Provincia "abrogata" e lo spreco della cittadella fantasma

La Provincia “abrogata” e lo spreco milionario della cittadella fantasma

VIDEO. Da luogo simbolo dello sport a colossale incompiuta

CAMPOROTONDO ETNEO (CATANIA) – Doveva essere una delle principali cittadelle sportive del Meridione, non a caso, fino agli anni ’90, erano stati spesi complessivamente oltre 20 miliardi di vecchie lire. E invece, dall’avvento della riforma Crocetta, la città metropolitana senza guida politica non è riuscita a custodire uno dei suoi gioielli più preziosi. Il centro polifunzionale che si affaccia sul viale dello Sport, appositamente rimodernato, si è trasformato in una colossale incompiuta.

Storia di una cittadella fantasma

Quarantacinque anni di lavori, inaugurazioni, promesse e rinvii. La storia del centro polisportivo della Provincia di Catania inizia nel 1975. I lavori si concludono negli anni ’80, scegliendo come location una grande area che dista pochi chilometri da Catania. L’ente diventa proprietario di una cittadella che comprende un centro direzionale con area ristorazione, una piscina olimpionica con un trampolino regolamentare per i tuffi. E ancora, nella piscina vengono installati i motori e le caldaie per riscaldare l’acqua tutto l’anno. Numerosi campi da tennis, uno stadio regolamentare e una pista di pattinaggio con tribuna e curve paraboliche.

Città metropolitana, problemi della gestione

Subito dopo l’inaugurazione, la struttura fu abbandonata. L’ex assessore provinciale Salvo Pace concesse l’impianto alle associazioni. Iniziò la fase di ripresa e nel 2011 la piscina ospitò il set della fiction ‘Come un delfino’, con Raoul Bova. Dopo pochi anni un nuovo abbandono, che con la legge Crocetta sulle Province è diventato definitivo.

Si è creato anche un conflitto di competenze su chi dovesse gestire la struttura. I sindaci di Camporotondo, però, non potevano accedere agli impianti, di proprietà della provincia “abrogata”.

Il sopralluogo

Uno scenario spettrale. Il centro polifunzionale è stato devastato. Tutto il rame degli impianti e il ferro della struttura è stato rubato. Non ci sono più infissi, servizi igienici, caldaie. L’area ristorazione è ridotta a una piccionaia. La piscina inutilizzabile. Stesso discorso per i campi da tennis e quello di calcio, invaso dai rovi.

Il sindaco di Camporotondo Etneo, Filippo Rapisarda, insediato da 4 mesi, racconta di aver già effettuato un sopralluogo con il sindaco metropolitano Enrico Trantino. “Assicuro che ci impegneremo per il rilancio di questa struttura – spiega a LiveSicilia – ma la proprietà è della ex provincia”. La palla passa quindi alla politica, impegnata nel reperire risorse per concretizzare, il ritorno delle elezioni nelle Province. Guarda il video.


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