PALERMO – Hanno uno sguardo stravolto, il “Codice” sottobraccio, una borsa stracolma o addirittura una valigia. Il clima torrido di oggi li accompagna al padiglione 20 della Fiera del Mediterraneo, dove in ballo ci sono undici posti da consigliere parlamentare all’Assemblea regionale siciliana. Un concorso tanto atteso quanto singolare nello svolgimento, tra numeri e imprevisti. All’uscita della prova di oggi, il tema di diritto amministrativo, il comune denominatore è il totale anonimato: scaramanzia e preoccupazione sono tali che nessuno vuole rendere noto il proprio nome di fronte alle domande di Live Sicilia. “Siamo in pochi? Sono sorpreso anch’io” dice un giovane appena uscito dal padiglione.
Si attendevano circa tremila persone ma si sono presentati solo in 270, circa un decimo delle stime iniziali. Perché? Dai laureati in giurisprudenza agli “outsider”, da chi ha fatto ore di treno con una valigia a seguito a chi ha percorso solo due isolati a piedi, gli intervistati si dividono in due. C’è chi rimane stupito dal calo dei partecipanti ma ignora le motivazioni. “La riduzione dei candidati? E’ fisiologica” dice invece qualcun altro. I motivi? A determinarla sarebbero state “l’assoluta assenza – spiega un altro candidato – di vincoli per presentare la domanda, anche a tempo perso, e soprattutto l’assenza della prova preselettiva”. Qualcuno racconta poi che si sarebbe sparsa “naturalmente” “la voce dell’estrema difficoltà del tema, c’è – confida un candidato – chi la paragona all’esame di magistratura: questo fatto ha inevitabilmente ridotto i candidati”. E magari, tra le altre cause, il fatto che fossero appena undici i posti a fronte, appunto, di una richiesta preventivata di circa tremila candidati.
Tra le tre tracce possibili della prova odierna, è stata sorteggiata quella sul “responsabile del procedimento amministrativo” e il “soccorso istruttorio”; ai candidati il compito di “analizzare la disciplina dei rimedi amministrativi e giurisdizionali”. Le reazioni: “Non è andata male, ci è stata concessa una certa libertà di spaziare”, altri invece lamentano: “La traccia era troppo difficile”.
Tutti, comunque, appaiono provati dall’avventura, iniziata stamattina presto e finita con la consegna alle 18,05, resa ancor più estrema da un blackout del gruppo elettrogeno: dopo mezzogiorno l’impianto ha smesso di funzionare, arrestando anche il funzionamento dei ventilatori predisposti all’interno del padiglione. “Va detto che poi però è stato riacceso, e per ovviare al guasto nel frattempo sono state fornite anche bottiglie d’acqua”, sottolinea una candidata. E in effetti quanto alla trasparenza, l’efficienza e il rigore di procedure e controlli, i candidati intervistati risultano tutti d’accordo.
Dei 270, molti sono laureati in giurisprudenza e avvezzi agli argomenti della prova; alcuni tra loro parlano chiaro affermando di avere già un altro impiego ma di aver comunque tentato la sorte, nonostante le difficoltà nel conciliare studio e lavoro. C’è chi vive il concorso come un’opportunità di passaggio, ma per altri è una questione ben più seria, come spiega un papà in attesa: “Eccome se è preparata – dice della figlia mentre la attende fuori dal padiglione –. Ha 30 anni, è laureata con 110, abilitata all’insegnamento e per fortuna in ogni caso già esercita da avvocato. Poi basta un dettaglio imprevisto nella traccia e chissà come può andare. Si sa, questi concorsi sono una lotteria”.