CATANIA. Un avviso di conclusione delle indagini preliminari è stato notificato a 19 dei 68 indagati nell’ambito dell’inchiesta sull’assenteismo al Comune di Acireale, condotta dagli agenti del locale Commissariato di Polizia e coordinata dalla Procura di Catania. Il provvedimento ha raggiunto i 15 dipendenti nei confronti dei quali, lo scorso febbraio, era stata emessa ordinanza di custodia cautelare, tre ai domiciliari e dodici all’obbligo di firma, per truffa ai danni di ente pubblico e falsa attestazione di presenza in servizio sul luogo di lavoro, ma anche gli altri 4 indagati, per i quali la richiesta di misura cautelare era stata rigettata dal gip. Le posizioni degli altri 49 dipendenti, tra cui sei funzionari di livello apicale, sono state stralciate in attesa di ulteriori approfondimenti che dovranno essere compiuti dalla polizia giudiziaria. La Procura, infatti, avrebbe chiesto di compiere un attento conteggio delle assenze durante gli orari di lavoro. Per le posizioni più lievi probabilmente sarà chiesta l’archiviazione.
L’INDAGINE. Erano una consuetudine ad Acireale, per alcuni dipendenti comunali, le strisciate multiple dei badge personali. Un sistema ormai collaudato che consentiva, a rotazione, di certificare la presenza in ufficio di colleghi che si trovavano in realtà altrove. Le telecamere e le cimici piazzate davanti ai rilevatori di presenza dalla polizia di Acireale, tra febbraio e marzo dello scorso anno, hanno svelato l’uso illegittimo dei badge. Dopo alcune settimane dall’inizio delle riprese, uno dei dipendenti si accorge della presenza di una telecamera e la danneggia. L’inchiesta si interrompe. Ma il tempo è sufficiente per individuare profili di responsabilità. Lo scorso febbraio scatta l’operazione.