Autisti, avvocati e giornalisti| L'Amat pensa a nuovi concorsi - Live Sicilia

Autisti, avvocati e giornalisti| L’Amat pensa a nuovi concorsi

Il numero uno dell'Amat Michele Cimino

L'azienda guidata da Cimino chiede al Comune di indire selezioni per rinfoltire l'organico

PALERMO – Giornalisti, avvocati ma anche 50 autisti: per l’Amat potrebbe riaprirsi presto l’epoca dei concorsi pubblici. La società partecipata del comune di Palermo, che nel capoluogo siciliano gestisce autobus e tram, è infatti a corto di personale specializzato e bussa alle porte di Palazzo delle Aquile per indire selezioni pubbliche che rimpolpino il suo organico.

Una situazione che potrebbe apparire paradossale per un’azienda dai conti in rosso e a cui il sindaco Leoluca Orlando ha imposto enormi sacrifici, chiedendo di stralciare 30 milioni di euro, ma è proprio sul destino della partecipata che si gioca una partita tutta interna al Comune.

L’Amat, in questo senso, non è tanto diversa dalla Rap: entrambe hanno i bilanci in passivo, un contratto di servizio da rivedere e a tutte e due il Professore ha chiesto sacrifici. Ma sia Rap che Amat hanno due nuove guide: Giuseppe Norata e Michele Cimino. Se il primo è stato ascoltato martedì dalla commissione Bilancio di Sala delle Lapidi, dalla cui seduta è uscita la richiesta di un adeguamento degli introiti Tari, il secondo è stato ricevuto ieri negli uffici di via Roma.

Un destino che sembra in qualche modo parallelo, per le due società. Anche su Amat, infatti, si è davanti a un bivio: rilanciare l’azienda, garantendo più soldi e avviando una trattativa sui disallineamenti, oppure tirare dritti sulla strada finora intrapresa di lacrime e sangue. “Da settembre dobbiamo ridisegnare una nuova fase dei rapporti tra Amat e l’amministrazione – ha detto Cimino in commissione – O rilanciamo la società oppure, se si pensa a un ridimensionamento, io non sono adatto al ruolo”.

Un aut aut in piena regola, quello dell’ex vice governatore della Sicilia, che chiede a Orlando di sedersi al tavolo per discutere del futuro di Amat. In ballo, infatti, non ci sono solo i disallineamenti, che sono già di per sé un macigno. Su questo punto, la società si fa forte di un parere di uno studio legale romano che è in aperto contrasto col parere pro veritate dell’Avvocatura comunale: una querelle che potrebbe finire in Tribunale, se non si arrivasse a un accordo. Perfino la Corte dei Conti, nella sua ultima sentenza sui bilanci del capoluogo, ha detto che eventuali azioni unilaterali sarebbero rischiose. C’è poi la questione delle nuove linee del tram su cui vanno avanti i rilievi dei progettisti, che dovrebbe gestire Amat che però già fa fatica con quelle attuali; gli autisti sono pochi; la società si ritrova senza un ufficio stampa, ma anche senza un ufficio legale che eviti di ricorrere puntualmente all’esterno; il contenzioso sui tributi col Comune vale 92 milioni, a fronte di un fondo rischi di appena 4,7.

Tutti temi che, secondo Cimino, sono legati fra loro e dipendono dalla volontà dell’amministrazione. “Il Comune è l’Amat e l’Amat è il Comune – ha precisato il neo amministratore unico – Apprezzo il lavoro di chi mi ha preceduto, ho trovato grande disponibilità tra i consiglieri comunali, non voglio essere l’uomo della guerra ma bisogna rivedere il contratto di servizio. Nell’ambito di un ragionamento complessivo col Comune, bisognerà trovare una soluzione politica che colmi il divario tra le due posizioni”. Insomma bisogna discutere di tutto, anche dei disallineamenti che per il sindaco sembrano invece essere un punto irrinunciabile.

“Dall’incontro abbiamo avuto la conferma che il rendiconto 2017 del comune di Palermo non è, allo stato, approvabile – punta però il dito Ugo Forello, capogruppo del Movimento Cinque Stelle – Infatti l’Amat non è intenzionata a rinunciare a 26 milioni di euro che il Comune ha stralciato dai residui passivi. Inoltre Cimino ha espresso le sue preoccupazioni con riferimento alla gestione del tram, non sostenibile dal punto di vista economico. Bisogna trovare delle soluzioni in modo celere e immediato, ma l’amministrazione pare essere ancora in vacanza”.

Per Tony Sala, capogruppo di Palermo 2022, “il servizio di trasporto pubblico è essenziale per Palermo e non può essere abbandonato. Siamo soddisfatti del rinnovo del parco mezzi di Amat e dei rilievi per le nuove linee del tram, che dimostrano come si proceda spediti, ma bisogna intervenire anche sul gommato implementando le corse in periferia. Per farlo servono forze fresche, almeno 50 nuovi autisti che non si possono reclutare con contratti interinali”.

“Ho apprezzato la consapevolezza della gravità della situazione del presidente e il fatto che anche lui pensi che se ne esca insieme con visione politica – commenta Fabrizio Ferrandelli – Lo attendiamo alla prova dei fatti sul nuovo piano industriale e il bilancio 2017. Gli ho chiesto un confronto sui crediti, anche a seguito della relazione della Corte dei Conti, e di mettere in discussione le nuove linee del tram che non possiamo permetterci. Vedremo nelle prossime settimane. Una cosa è certa: la guerra alle ambiguità per cui gli abbiamo richiesto bandi, gare ed evidenze pubbliche per assunzioni e contratti”.

“Amat va rilanciata e messa sui giusti binari puntando sul tram che non si ferma, sul personale tramite le nuove assunzioni e su un confronto serrato con l’amministrazione in cui giocherà un ruolo decisivo il consiglio comunale – dice Dario Chinnici, capogruppo del Pd – In questo, Cimino potrà contare sul sostegno del consiglio comunale: in gioco non c’è solo un’azienda, ma tutto il trasporto pubblico locale di Palermo. Il governo nazionale e quello regionale però dovranno fare la propria parte, mettendo da parte i proclami e stanziando le somme necessarie”.

Ma la soluzione “politica” chiesta da Cimino, oltre a salvare i conti dell’azienda e il tram, avrebbe anche l’effetto di riaprire la stagione dei concorsi pubblici. Il Decreto Dignità ha infatti ridotto gli spazi di manovra sugli interinali (ad oggi un centinaio), anche se il nuovo amministratore di Amat ha detto a chiare lettere di voler proprio chiudere questa stagione: “Il lavoro interinale deve essere un’eccezione, vi si può ricorrere per la visita del Papa o per il 4 settembre, in occasione dei festeggiamenti di Santa Rosalia, non per l’ordinaria amministrazione”. Da qui l’idea di nuovi concorsi pubblici, che guardino anche alle risorse interne: si inizierebbe con almeno 50 autisti, anche se potrebbero servirne di più, per poi continuare con verificatori, giornalisti e avvocati. Forze fresche che sarebbero il segnale di un’azienda in ripresa, conti permettendo.

LE REAZIONI

“Accolgo molto positivamente la notizia annunciata dal neo Presidente dell’Amat Michele Cimino di dare il via ad una nuova stagione per l’azienda di Via Roccazzo, a partire da una politica di trasparenza in tema di assunzioni”. Ad affermarlo Sabrina Figuccia, consigliere comunale Udc, che prosegue: “Ho sempre sostenuto l’importanza di indire un concorso pubblico con regole certe e selezioni basate su criteri oggettivi, ma per varie ragioni, che non ho mai condiviso, l’azienda ha scelto la strada delle agenzie di lavoro interinale, che ha suscitato non poche polemiche, soprattutto dopo l’apertura delle procedure concorsuali proprio in piena campagna elettorale, poi stranamente sospese subito dopo le elezioni amministrative, che hanno riportato Leoluca Orlando sullo scranno più alto di Sala delle Lapidi. Molte altre sono le questioni legate alla società di trasporto pubblico locale, che vanno affrontate tempestivamente. Dallo stralcio di 29 milioni di euro, al faraonico, quanto discutibile progetto tram, per arrivare all’intera gestione del personale in tutta l’azienda di cui ho più volte discusso con organizzazioni sindacali e con i precedenti vertici aziendali. Per questo chiederò un’audizione in settima commissione, competente in materia di personale, del Presidente Michele Cimino, a cui chiedo sin da subito di evitare inutili proclami, di cui tutti siamo ormai stanchi. Proprio da lui, che di esperienza in politica ne ha tanta, mi aspetto che sia capace di non farsi condizionare da scelte dettate dall’alto, da chi troppo spesso muove le fila come al “teatro dei pupi”.


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