Assunzioni di fine legislatura| Parte l’assalto alla Finanziaria bis - Live Sicilia

Assunzioni di fine legislatura| Parte l’assalto alla Finanziaria bis

Sul "collegato" 1.200 emendamenti. Alcuni potrebbero portare a tremila stabilizzazioni.

PALERMO – Sul testo sono piovuti la bellezza di 1.200 emendamenti. E così, in queste ore gli uffici della commissione bilancio all’Ars stanno lavorando sodo per esaminarli uno per uno. E per individuare un criterio per la valutazione. Perché delle tante proposte di “modifica” agli 89 articoli del cosiddetto “collegato” alla Finanziaria che dovrebbe arrivare in Aula domani, ecco spuntare delle norme “aggiuntive”. Che non modificano, insomma. Ma estendono spesso garanzie e tutele. Che aprono a nuove assunzioni alla Regione.

È partito insomma il più classico degli assalti alla diligenza. E non è un caso che questo testo fosse stato caldeggiato da tanti deputati nel corso della scorsa finanziaria. E il verbo “caldeggiare” è frutto di un eufemismo estremo, visto che molti di quei parlamentari hanno anche più o meno velatamente minacciato la mancata approvazione della legge di stabilità, nel caso in cui non si fosse discusso appunto il collegato. E così, il presidente Ardizzone ha scelto, nelle ore calde dell’esame di una Finanziaria fino a quel punto bloccata, di “incardinare” la “Finanziaria-bis”. Come dire: il testo è già in Aula e lo esamineremo senz’altro.

Man mano che piovono emendamenti, però, si comprende meglio l’attenzione dei parlamentari a questo testo. Col quale si prova il colpo di coda di legislatura. Qualche mega infornata di stabilizzazioni e aumenti. Le elezioni si avvicinano.

Non a caso, già nelle ore calde della Finanziaria, in tanti avevano buttato giù le carte, svelando le “priorità” da affrontare nel collegato. Il capogruppo di Forza Italia Marco Falcone, ad esempio, aveva acceso i riflettori sulla norma che prevede il “recupero” di quei lavoratori “dei Consorzi di bonifica che avevano promosso una azione giudiziaria e avevano ottenuto un pronunciamento favorevole in primo grado – ha detto il deputato azzurro in Aula – in virtù del quale erano stati assunti a tempo indeterminato, successivamente la Corte di Appello ha ribaltato questo pronunciamento del primo grado per cui si sono trovati fuori sia dalle garanzie occupazionali che dalle loro dotazioni organiche degli stessi Consorzi di bonifica. Chiaramente parliamo di padri di famiglia che hanno avuto che tipo di colpa? Quella di poter rivendicare i propri diritti lavorando da 12 anni, da 15 anni con una sotto forma di precariato?”. E una norma del collegato appunto proverà a garantire un futuro, seppur a tempo determinato, a questi lavoratori.

Ma non solo. Ecco anche una norma che prevede il transito all’Istituto regionale per le attività produttive di una novantina di precari delle ex Aree di sviluppo industriale. Un emendamento proposto dal governo stesso e che prevede, appunto, l’assorbimento nella pianta organica dell’ente anche di questi lavoratori al momento esclusi. A proposito di Irsap, una norma presente nel collegato prevede anche una sorta di “pensione integrativa” che consenta ai lavoratori di giungere all’età pensionabile.

Un emendamento del deputato di Forza Italia Vincenzo Figuccia prevede poi che “le misure per la stabilizzazione si applichino anche ai lavoratori del bacino Pip che da diciassette anni prestano servizio nella regione in vari enti. Con un mio emendamento al ddl collegato alla finanziaria – spiega – ho previsto che le disposizioni già adottate per i lavoratori Asu, nella recente manovra, siano estese anche ai Pip in maniera da dare piena dignità lavorativa a questo personale. Auspico che il ddl che da domani discuteremo all’Ars sia l’occasione per chiudere una vertenza aperta da troppi anni e che la stessa legge stralcio venga approvata rapidamente”. E la norma riguarderebbe quindi oltre duemila persone.

Poi ci sono le Ipab, tema che sta molto a cuore anche al Movimento cinque stelle che ha presentato una emendamento che mira ad assicurare i fondi per il pagamento degli stipendi ai lavoratori in alcuni casi senza busta paga anche da trenta mesi. “Perché – ha chiesto in occasione dei lavori della Finanziaria la deputata Foti – questi lavoratori devono essere esclusi in maniera sistematica dal dibattito politico? Questi signori lavorano, non stanno seduti su un gradino ad aspettare che mamma regione porti loro lo stipendio. Accudiscono gli anziani inabili, li imboccano, li lavano, li profumano e tutto il resto. E’ possibile che nel capitolo non si possa trovare una risorsa?”. Ma non solo stipendi. Sempre il capogruppo di Forza Italia Marco Falcone ha chiesto attenzione per i “precari delle Ipab che sono andate in liquidazione. Queste persone – ha chiesto Falcone – non possono essere figli di nessuno ma hanno anche loro una dignità”.

Sul collegato, poi, è piombata anche una storia vecchia di dieci anni. È quella dei quasi seicento “catalogatori”, attualmente in servizio come “precari”. Alcuni emendamenti prevedono la loro stabilizzazione nell’assessorato dei Beni culturali. “Questi lavoratori – ha denunciato in Aula la deputata Pd Marika Cirone – hanno una legge, sono inseriti nelle piante organiche, svolgono un lavoro di tutto rispetto nelle Soprintendenze e non vengono riconosciuti come lavoratori effettivi; vengono tenuti costantemente appesi ad una speranza. Questa Assemblea deve essere responsabilizzata ad assumere una decisione definitiva nei confronti di questi lavoratori”. E un emendamento prevede una stabilizzazione, appunto, anche tramite l’intervento della società partecipata Sas.

Emendamenti da fine legislatura, che si aggiungono ad altre norme già presenti nel testo. Come quella riguardante l’assunzione di nuovi giornalisti a tempo determinato, o il contestato articolo sulla dirigenza regionale che rischia di tradursi in una promozione (senza effetti dal punto di vista economico, ma decisiva in vista dell’attribuzione degli incarichi) di una fetta soltanto dei dirigenti regionali attualmente in carica. E poi, ecco le norme alle quali il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone intende assicurare una corsia preferenziale e ne parlerà domani in una conferenza dei capigruppo prevista per le 15: la norma di fusione tra Cas e Anas e quella che prevede la liquidazione di Riscossione Sicilia. Norme contro le quali si è già espresso il Movimento cinque stelle. Nel primo caso, si chiederà di non fare riapprodare nel testo una norma già bocciata dalla Commissione bilancio. Nel caso della società “delle tasse”, i grillini hanno presentato un emendamento che punta a trasformare la società in una agenzia sotto il diretto controllo regionale. Ma su quella norma, c’è da aspettarselo, sarà guerra.


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