Ast, lettera dell'assessorato all'Economia: "Mancano documenti"

Lettera dell’assessorato sulla nuova Ast: “Mancano alcuni documenti”

La nota avverte sulla necessità di effettuare dei passaggi per la società in house

PALERMO – Una lettera partita dagli uffici dell’assessorato all’Economia frena sulla trasformazione di Ast in società in house providing. La firma la dirigente Dora Piazza, responsabile dell’Ufficio speciale per la gestione e liquidazione delle società a partecipazione pubblica della Regione, che evidenzia tutte le tessere ancora mancanti del puzzle messo sul tavolo con la legge votata dall’Ars.

Il piano per Ast

Nella penultima manovrina, infatti, Sala d’Ercole ha dato il via libera ai piani del governo sulla Partecipata regionale, con tanto di ricapitalizzazione per il ripianamento delle perdite accumulate nei precedenti anni di esercizio. Quel piano è ancora in piedi, come evidenzia anche il via libera del Consiglio dei ministri che non ha impugnato la legge, ma la dirigente dell’assessorato all’Economia mette per iscritto alcune criticità che non possono essere ignorate. Criticità che sono state segnalate anche dal deputato ScN Giuseppe Lombardo, secondo cui le misure di ricapitalizzazione “sono inefficaci”.

La lettera

In 14 pagine inviate il 30 luglio al governatore Renato Schifani, al neo assessore all’Economia Alessandro Dagnino e al titolare della delega Infrastrutture e trasporti Alessandro Aricò, Piazza elenca diversi elementi ancora mancanti affinché il piano di trasformazione per Ast possa partire definitivamente e senza intoppi.

“Su Ast iter da governare”

Nessuno stop immediato, quindi, ma l’assenza di alcuni documenti potrebbe “rallentare fortemente” l’iter previsto. Piazza però mette in guardia: qualora questo percorso non venga “governato opportunamente”, si potrebbe vedere “pregiudicato” il buon esito dell’operazione. Mancano, quindi, una serie di adempimenti che dovrebbero essere messi in campo dall’assessorato alle Infrastrutture e trasporti.

Cosa manca per la trasformazione di Ast

Piazza richiama più volte il Testo unico in materia di società a partecipazione pubblica (Tusp) che regola l’intera operazione e che prevede dei passaggi obbligatori che accompagnino la decisione di trasformare la natura di Ast. Bisogna prima di tutto mettere per iscritto “le ragioni e le finalità” di questa scelta, “anche sul piano della convenienza economica e della sostenibilità finanziaria”.

In gergo tecnico si tratta del cosiddetto “Onere di motivazione analitica”, ovvero l’obbligo per un ente pubblico di motivare una scelta che in futuro avrà ricadute sul libero mercato. Tutto questo dal momento che Ast dovrebbe gestire ancora alcune tratte considerate meno redditizie del trasporto extraurbano in Sicilia con un affidamento diretto da parte del dipartimento Infrastrutture.

Servono inoltre una relazione, con la quale si evidenzi “la compatibilità dell’intervento finanziario” previsto con le norme europee sugli aiuti di Stato alle imprese, e la modifica stessa dello Statuto di Ast. Nell’atto costitutivo della società bisognerà inserire un passaggio “con il recepimento dei limiti di gestione” previsti per le società in house.

Per questo motivo Piazza richiede “un set di ulteriori informazioni aggiuntive che diano espressamente conto – si legge nella missiva – delle ragioni del mancato ricorso al mercato ai fini di un’efficiente gestione del servizio in termini di benefici per la collettività e di impatto sulla finanza pubblica”.

Nella lettera, inoltre, la dirigente ricorda “la consolidata giurisprudenza amministrativa” che ha dettato due condizioni per il ricorso alla creazione di società in house: “la dimostrata incapacità del mercato di offrire il servizio alle medesime condizioni qualitative, economiche, di accessibilità; la sussistenza di specifici benefici per la collettività derivanti dall’affidamento diretto in house concretamente dimostrati”.

La Relazione di affidamento

In altre parole, se la Regione intende trasformare l’Ast in una società in house deve motivarlo E nel farlo deve seguire le regole rigide del Tusp ma anche dell’Autorità di regolazione dei trasporti che vigila anche sulla ‘Relazione di affidamento’ per quanto riguarda i servizi assegnati.

La relazione, a sua volta, dovrà contenere un lungo elenco di informazioni: dagli esiti della ‘procedura pubblica di consultazione preliminare’ alla scelta della produzione dei servizi in house providing, passando per la disciplina dei beni strumentali, le modalità di monitoraggio degli investimenti e la descrizione degli obiettivi del contratto di servizio. Necessario anche il Piano economico-finanziario della nuova società.

Serve un Piano di risanamento per Ast

I contenuti della Relazione di affidamento, inoltre, dovranno incrociarsi con il Piano di risanamento necessario vista “la conclamata crisi d’impresa – scrive Piazza – in cui versa Ast”. Il piano di risanamento, inoltre, dovrà passare il vaglio dell’Autorità di regolazione dei trasporti e dovrà essere trasmesso alla Corte dei conti. Su questo Piazza è categorica: si tratta di un “presupposto” necessario per qualsiasi intervento finanziario straordinario in favore dell’Azienda siciliana trasporti.

Incertezze sul Piano industriale di Ast

La dirigente dell’assessorato all’Economia ricorda inoltre che su Ast l’attuale governance dell’azienda ha presentato “svariate versioni” del Piano industriale 2024-2028: un documento che dovrebbe confluire a sua volta nel Piano di risanamento. Nell’ultima versione del Piano industriale, datata 14 maggio, inoltre, vengono ipotizzati “due differenti scenari attuativi in ragione di diverse scelte sulla politica tariffaria da applicare e sul valore del nuovo contratto di servizio”.

Piazza evidenzia come dall’assessorato alle Infrastrutture e trasporti nessuna informazione concreta sia ancora arrivata rispetto a quale dei due scenari prospettati “sia ritenuto concretamente percorribile anche dal punto di vista della sostenibilità finanziaria”. Segnalazioni che la dirigente mette nero su bianco “al solo fine di garantire sinergicamente ed in tempi rapidi – si legge – il buon esito della intera operazione di trasformazione societaria e di successivo affidamento diretto ad essa dei servizi di trasporto”.

“Rischio danno erariale”

L’operazione non è soggetta all’ok preventivo della Corte dei conti. La dirigente, tuttavia, mette in guardia sul fatto che le operazioni di aumento di capitale o ripianamento delle perdite possono avere ripercussioni sul bilancio ed a quel punto i magistrati contabili potrebbero “rilevare” eventuali irregolarità nelle operazioni decise: sullo sfondo, secondo Piazza, c’è il rischio di una possibile contestazione per “danno erariale”, successivamente alla lettera, però, il Consiglio dei ministri ha dato l’ok indiretto al finanziamento.


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