Attacco di Israele all'Iran: colpita una base militare a Esfahan - Live Sicilia

Attacco di Israele all’Iran: colpita una base militare a Esfahan

Esplosioni sono state registrate anche nel sud della Siria
MEDIO ORIENTE
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TEL AVIV – Israele ha lanciato un attacco all’Iran, colpendo una base militare nella provincia di Esfahan, nella zona centrale del Paese. Lo spazio aereo su Teheran e in altre città è stato chiuso per alcune ore.

Esplosioni sono state registrate anche nel sud della Siria, mentre nel nord di Israele sono risuonate le sirene di allarme. L’Iran ha ammesso di aver abbattuto dei droni, ma non missili, smentendo le notizie sulle grandi esplosioni. Alcuni droni sono stati “abbattuti con successo” dalla difesa aerea iraniana, ma non ci sono informazioni riguardo un possibile attacco missilistico “al momento” – ha detto il portavoce dell’agenzia spaziale iraniana -. “Al momento non c’è stato alcun attacco aereo al di fuori di Esfahan e in altre regioni del Paese”, ha detto Hossein Dalirian in un messaggio pubblicato su X.

I mini droni abbattuti dalle difese aeree iraniane a Esfahan erano pilotati da “infiltrati” dall’interno dell’Iran: lo sostengono analisti citati dalla tv di Stato iraniana, secondo quanto riferisce il Times of Israel.

La risposta di Israele all’Iran è arrivata nel giorno del compleanno della Guida Suprema Khamenei, nato il 19 aprile 1939. Ieri Israele aveva avvisato gli Stati Uniti che avrebbe compiuto ritorsioni contro l’Iran nei prossimi giorni: lo riferisce la Cnn citando un alto dirigente americano.

“Non abbiamo approvato la risposta”, ha detto la fonte. Proprio ieri, infatti, il segretario alla Difesa Lloyd Austin aveva parlato con il suo omologo israeliano, Yoav Gallant. Dalla Casa Bianca, per il momento, nessun commento ufficiale sul raid. L’Australia, invece, ha esortato i suoi cittadini in Israele ad “andarsene, se è sicuro farlo”.

Ad alimentare la tensione anche il voto alle Nazioni Unite. Gli Stati Uniti hanno bloccato con il veto la bozza di risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu che raccomandava l’adesione piena della Palestina alle Nazioni Unite. Il testo ha ottenuto 12 voti a favore, 2 astensioni (Gran Bretagna e Svizzera) e il no degli Stati Uniti.

L’Autorità Palestinese guidata da Abu Mazen ha parlato di “palese aggressione” che spinge il Medio Oriente “sull’orlo dell’abisso”. Condanna anche di Hamas che promette la prosecuzione della lotta “fino alla creazione di uno Stato palestinese indipendente e pienamente sovrano con Gerusalemme come capitale”.


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