Barcellona, la strage e i palermitani | "La paura, il sangue, le sirene" - Live Sicilia

Barcellona, la strage e i palermitani | “La paura, il sangue, le sirene”

La calca ripresa dall'hotel (foto di Giuseppe Vizzini)

Il furgone e l'orrore. Il racconto di alcuni turisti siciliani.

PALERMO – “Abbiamo avuto paura. Le sirene, la polizia, il sangue, le ambulanze. Non potevamo credere di essere finiti in un incubo”. Il racconto è di Giuseppe Vizzini, 22 anni, palermitano in vacanza con la fidanzata Lavinia e la famiglia di lei a Barcellona, in Spagna. Alloggiano all’Hotel La Rambla, a pochi metri dal luogo in cui oggi pomeriggio è scoppiato l’inferno: un furgone ad altissima velocità si è lanciato tra la folla e ha ucciso decine di persone. Un bilancio gravissimo seppur ancora provvisorio. La polizia non ha dubbi: “È terrorismo”.

“Quello che vediamo dalla finestra del nostro albergo è terribile. Ci sono corpi distesi sull’asfalto che sembrano senza vita. Siamo bloccati in hotel, la polizia ci ha impedito di uscire. Siamo davvero spaventati”. La preoccupazione più grande è per i bambini che viaggiano con loro, di 8, 5 e 3 anni, i nipotini di Giuseppe e Lavinia. “Speriamo che finisca tutto al più presto”, dice il giovane palermitano che dall’albergo sta assistendo alle perquisizioni delle forze armate nei negozi della zona alla ricerca di altri possibili attentatore nascosti, proprio come i due che dopo l’attentato si sono asserragliati in un ristorante poco distante.

Giuseppe e Lavinia in una foto Facebook.

Giuseppe non riesce a credere a quello che è successo anche perché quando con la fidanzata e i parenti hanno pensato alle vacanze per quest’estate, scegliendo la destinazione, avevano tenuto in considerazione la “variabile terrorismo”. “Parigi, la Francia in generale, ci spaventavano più di altri luoghi. Scegliendo la Spagna e Barcellona pensavamo di aver escluso i punti più sensibili e di aver scelto una città fatta di sole e di allegria in cui passare tutti insieme questa settimana di vacanza”. E invece è accaduto l’inatteso perché oggi purtroppo la “variabile terrorismo” è una variabile incontrollabile che può colpire i piani di chiunque in qualsiasi momento.

>IL VIDEO DI GIUSEPPE DALL’HOTEL

E mentre molti turisti si stanno dirigendo verso gli aeroporti per cercare di tornare a casa dopo il grande spavento, Giuseppe, Lavinia e gli altri che sono con loro, un gruppo di 13 persone, non hanno intenzione di lasciare Barcellona: “Non andremo via, aspettiamo che passi la paura, che la città si fermi dopo il duro colpo. Poi resteremo ancora qui, per altri tre giorni”. Nel tentativo di non permettere al terrorismo di averla vinta anche su di loro.

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