Il giallo sul corpo di Giuliano | "Incerto l'esame del Dna" - Live Sicilia

Il giallo sul corpo di Giuliano | “Incerto l’esame del Dna”

Fori compatibili con colpi d'arma da fuoco
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Cosa cerchiamo da quelle quattro ossa sfigurate dalla salsedine del tempo? Racconta l’Ansa, “La salma di Salvatore Giuliano sarà riesumata questa mattina nel piccolo cimitero di Montelepre. Un’operazione disposta dalla Procura di Palermo che a distanza di 60 anni dalla morte del bandito ha aperto un’inchiesta per accertare se sia davvero suo il corpo sepolto in quella tomba. Sulla reale identità del cadavere, infatti, da tempo si erano sollevate molte perplessità, alimentate dalle tesi dello storico di mafia Giuseppe Casarrubea il quale sostiene che il “re di Montelepre” in realtà, non sia stato ucciso la notte fra il 4 e il 5 luglio 1950 in uno scontro a fuoco con i carabinieri a Castelvetrano, ma sia fuggito negli Stati Uniti. Intanto da stamani il piccolo cimitero di Montelepre è assediato da decine di giornalisti che attendono l’avvio delle operazioni di riesumazione della salma del bandito Giuliano seppellito in una cappella del camposanto. A breve, su disposizione del sindaco, il pubblico dovrà lasciare il cimitero per consentire ai pm e ai medici legali di riaprire la tomba di Turiddu per scoprire se quello sepolto a Montelepre sia proprio Giuliano. Un dubbio su cui i pm di Palermo, che hanno aperto un’ indagine per omicidio e sostituzione di cadavere, vogliono vedere chiaro. Il sospetto, infatti, e’ che quello seppellito nel cimitero del paesino sia il corpo di un sosia, messo apposta per consentire a Giuliano, ricercato dai carabinieri, di scappare per lasciare l’Italia”. Primo lancio.

Secondo lancio. “Il sindaco del paese in provincia di Palermo, Giacomo Tinervia, ha dichiarato: “Mi auguro che nella bara ci sia veramente Giuliano. Lo spero per evitare illazioni che screditano quello che ha fatto lo Stato. Ringrazio comunque i magistrati che hanno avuto coraggio – aggiunge – e che vogliono riscrivere la storia. Qualunque sia, però, ricordiamoci sempre che qui è stato sconfitto il banditismo”. Il sindaco ha polemicamente fatto notare che Montelepre ”sconta” il fatto di essere il paese originario di Giuliano. ”I turisti – conclude – vengono qui per lui e non per i nostri tesori artistici”’.

Terzo lancio. “Da familiare mi auguro che quello sepolto nel cimitero di Montelepre non sia mia zio Salvatore Giuliano. Spero che lui sia fuggito e sia riuscito a rifarsi una vita”. Molto commosso, Giuseppe Sciortino, nipote del bandito Giuliano aspetta l’inizio delle operazioni di riesumazione della salma dello zio. “Non so con quale dei familiari ancora in vita – ha aggiunto – sarà effettuato il confronto con il dna ricavato dai resti. A me ancora non è stato chiesto nulla”. Il nipote del bandito, rispondendo alle domande sul coinvolgimento dello zio nella strage di Portella della Ginestra, ha aggiunto: “Giuliano non c’entrava nulla, quella era un’azione dimostrativa organizzata perché si temeva che il Pci andasse al potere. Mio zio era a cinquecento metri dalla strage e non avrebbe potuto, con le armi che aveva, uccidere nessuno. Dalle perizie è emerso che a sparare furono fucili dell’esercito. Per Portella della Ginestra hanno pagato persone innocenti”. Si attende il resto.

E noi cosa vogliamo da quelle quattro ossa polverizzate, dai residui di un corpo che taluno ritiene presunto, di un mito nero che fu? Siamo sicuri di volere la verità, tutta la verità, solo la verità? C’è  un piccolo problema, però. A distanza di tanti anni, la verità – qualunque sia il fantasma di quella fossa – somiglierà per forza a una bugia.

Gli aggiornamenti
Nel frattempo, la riesumazione è cominciata.
Il Dna prelevato dai resti, sepolti nella cappella di famiglia, verrà confrontato col Dna dei familiari ancora in vita di Giuliano per stabilire se quello sepolto è proprio il bandito. La riesumazione è stata disposta nell’ambito della nuova indagine sulla morte di Giuliano aperta dalla Procura di Palermo.

Sulle ossa ben conservate del bandito Giuliano ci sarebbero dei fori compatibili con colpi di arma da fuoco. Lo rendono noto fonti investigative che stanno partecipando alla riesumazione della salma. “E’ ancora presto – spiegano – per dire, però, se siano gli stessi fori evidenziati nelle foto del cadavere di Salvatore Giuliano”.

“Quello trovato nella bara della cappella Giuliano è il cadavere di un uomo, già sottoposto ad autopsia, con fratture ossee in alcuni punti, compatibili con colpi d’arma da fuoco. Il medico legale non sa ancora se i resti recuperati siano utilizzabili per l’esame del Dna”. L’ha detto, al termine della riesumazione della salma del bandito Giuliano, il procuratore aggiunto di Palermo Antonio Ingroia. Ai giornalisti che gli chiedevano se fosse possibile risalire alla statura del cadavere sepolto nella bara, il magistrato ha risposto: “Anche per la postura, non è possibile una misurazione attendibile, che dipende, ora, dall’analisi delle ossa lunghe”. Ingroia ha precisato che “considerati gli anni trascorsi, il corpo è in buono stato di conservazione”.


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