Auchan, Coop, la Rinascente: le ferite aperte del commercio palermitano

Auchan, Coop, Rinascente| Le ferite aperte del commercio

Foto d'archivio
Trattative intricate o su un binario morto mettono a rischio il futuro di centinaia di famiglie

PALERMO – Trattative economiche in corso da mesi, complesse e di difficile riuscita, mentre oltre seicento famiglie attendono certezze sul proprio futuro. È l’attuale ‘fotografia’ palermitana di tre importanti realtà commerciali, nomi eccellenti un tempo considerati punti di riferimento: Auchan, Coop e la Rinascente, marchi a cui non servono presentazioni, sono al centro di vertenze calde che preoccupano i sindacati e tolgono il sonno ai lavoratori.

Auchan lascia il Conca d’oro

Nella vicenda si intrecciano le scelte dei grandi marchi e i destini dei lavoratori. “Auchan è stata rilevata da Margherita distribuzione, Conad – spiega Mimma Calabrò, segretario generale della Fisascat Cisl Sicilia –. Nell’operazione quindi è coinvolto l’ipermercato del centro commerciale palermitano Conca d’oro.Margherita ha suddiviso le superfici dell’ipermercato: circa 6.000 metri quadrati sono andati a Pianeta Cospea, società del mondo Conad, mentre circa 3.000 andranno a un soggetto ancora da individuare”. Il problema sta nel fatto che “che al momento, fra mobilità, dimissioni e acquisizioni da parte di Pianeta Cospea, restano comunque fuori dai giochi circa cinquanta persone che dovrebbero lavorare per questo soggetto. E dato che oggi questo soggetto nemmeno esiste, e che nessuno può dare garanzie ai lavoratori esclusi, la Fisascat non firma una cambiale in bianco”.

È dello stesso avviso il segretario generale Filcams Cgil Sicilia, Monja Caiolo: “La riduzione delle superfici ha comportato un esubero difficilmente ricollocabile – dice – quindi non abbiamo sottoscritto l’accordo per l’ipermercato di Palermo. Vi sono trattative in corso, ma non sappiamo né con chi, né a quale stadio siano giunte. Non sono certi né i tempi né i numeri dei livelli occupazionali che troveranno ricollocazione: insomma, nessuna garanzia”. Secondo Caiolo inoltre sono “poco chiari anche i criteri che hanno determinato la platea di lavoratori transitati in Pianeta Cospea. Alla luce del quadro generale, questo sindacato si riserva un’azione legale a tutela dei diritti dei lavoratori degli ex iper Auchan”.

“L’aver trovato un acquirente ha comportato tutte le conseguenze del caso – osserva Marianna Flauto, segretario generale della Uiltucs Uil Sicilia – perché Conad ha un’organizzazione inevitabilmente diversa da Auchan. Ecco perché al Conca d’oro la Pianeta Cospea ha dichiarato le superfici incompatibili col suo modello di ipermercato. D’altro canto, per noi i 120 lavoratori che Cospea si impegna ad acquisire sono pochi. Per il momento chi resta fuori ha la cassa integrazione, ma non ci si può basare su certezze che non sono tali. Piuttosto – aggiunge – proponiamo che il nuovo arrivato acquisisca più lavoratori, in modo da ridurre la platea degli esclusi e rendere più facile trovare soluzioni alternative”.

Coop in alto mare

Il sistema di cooperative vuole lasciare l’Isola, ma i sindacati parlano di una trattativa di cessione ferma e senza risvolti decisivi. “In un accordo quadro nazionale abbiamo chiesto che prima di attivare qualsiasi cessione sarà necessario un incontro con Fisascat, Filcams e Uiltucs – chiarisce Calabrò –. L’unico piano industriale presentato da un soggetto interessato, la società Gds, si è rivelato inconsistente. Per questo e non solo chiediamo al mondo Coop di non abbandonare la Sicilia. Parliamo di circa 400 lavoratori su Palermo, che già si sono addossati enormi sacrifici e hanno fatto parecchie rinunce. Se è vero che ‘la Coop sei tu’, va dimostrato che la Coop non sia un ragioniere freddo e cinico”.

Per Caiolo, l’accordo con cui Coop si impegna a confrontarsi coi sindacati prima della cessione “è una garanzia fondamentale per le lavoratrici e i lavoratori, in quanto esclude ‘sorprese’. Siamo in attesa di una nuova convocazione e, considerato che non vi sono segnali di accelerazione, auspichiamo che la cooperativa sia tornata indietro rispetto alla precedente decisione di abbandonare la Sicilia. Decisione che non abbiamo mai condiviso e mai avremmo potuto condividere”.

“Gds ha presentato un piano industriale, poi a metà trattativa i soci si sono tirati indietro per problemi interni – aggiunge Flauto –. In questo momento non c’è più un progetto sulla Sicilia, e a breve scadrà anche un accordo che prevedeva una serie di sacrifici per i lavoratori a fronte del mantenimento della Sicilia, che ormai non sono più disponibili a sostenere. Nel frattempo ai fornitori arrivano voci scoraggianti, che fanno pensare che già possa subentrare qualcun altro. L’azienda smentisce, ma noi continuiamo a vigilare”.

“La Rinascente non deve chiudere”

Uno sciopero oggi e domani fra via Roma e piazza San Domenico, una petizione online che sta macinando consensi, la richiesta di un tavolo di crisi al ministero dello Sviluppo economico: sono solo alcune delle iniziative degli oltre 200 dipendenti della Rinascente di Palermo dopo la tegola che potrebbe cambiare loro la vita: in assenza di un accordo sul canone d’affitto del negozio di via Roma, il mese di ottobre sarà l’ultimo dell’azienda nel capoluogo siciliano. Fabrica Immobiliare, la società che gestisce l’edificio per conto dell’ente previdenziale Inarcassa, finora ha percepito un canone annuo di 2 milioni 400 mila euro e non sembra intenzionata ad accettare nessuna proposta pervenuta dalla controparte. Lo stato di agitazione dei lavoratori della Rinascente ha avuto una risonanza trasversale: leggi la cronaca del sit-in e guarda le foto da via Roma.


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