PALERMO – Aumenti medi da 209 euro a dirigente. All’Aran Sicilia, l’agenzia di negoziazione della Regione, è stato firmato oggi il rinnovo del contratto dei lavoro dei dirigenti regionali, un rinnovo che mancava dal 14 anni, l’ultima firma è infatti del 2005. Il contratto rinnova tutta la normativa sui rapporti di lavoro fra la Regione e i circa 1.630 titolari di un ufficio dirigenziale. Il contratto riguarderà anche i dipendenti degli enti sottoposti al controllo della Regione.
La firma è arrivata con l’ok di tutti i sindacati. Adesso lo schema firmato dovrà passare per l’approvazione della giunta regionale e per il vaglio della Corte dei conti. “Sono soddisfatto – ha dichiarato Accursio Gallo, presidente dell’Aran – nel giro di un anno, grazie alla collaborazione dei componenti dell’organo direttivo del’Agenzia, del personale e del governo regionale – ha aggiunto – siamo riusciti a concludere il rinnovo dei due contratti. Oggi concludiamo un contratto che mancava da dieci anni dato che avrà valore dal 2016. Abbiamo approvato un aumento percentuale del 3,48 che porterà a un incremento di 209 euro medi. Abbiamo aumentato così gli stipendi mantenendoci sotto la cifra di 269 euro di aumento registrati nelle amministrazioni statali”.
Gli aumenti del trattamento economico partiranno dal 2016 e varranno 25,70 euro per i dirigenti di prima fascia e 21 euro per quelli di seconda e terza fascia. Lo stipendio lordo mensile continua a crescere dal primo gennaio 2017: 78,62 euro per i dirigenti di prima fascia e 65,62 euro per quelli di seconda e terza. Più cospicuo l’aumento dal primo gennaio 2018. Da quell’anno saranno riconosciuti infatti aumenti lordi di 221,43 euro ai dirigenti di prima fascia e 180,50 euro a tutti gli altri. Per i primi lo stipendio tabellare varrà quindi oltre 60.367 euro lordi all’anno mentre per i secondi il valore sarà pari a oltre 45.901 euro lordi all’anno. La retribuzione di posizione per i dirigenti di prima fascia e per i capodipartimento è stata confermata a 36.152 euro lordi annui. Mentre per tutti gli altri dipendenti a capo di aree e di strutture inferiori il valore della retribuzione per l’incarico vale 7.747 euro.
Il contratto definisce anche il valore dei contratti lordi annui per i dirigenti negli uffici di diretta collaborazione degli assessori. I capi di Gabinetto avranno uno stipendio onnicomprensivo pari a 51.650 euro, gli addetti della segreteria tecnica e particolare riceveranno uno stipendio di 38.710 euro mentre gli altri dirigenti avranno uno stipendio di 30.990 euro lordi all’anno.
Per disincentivare le assenze il contratto prevede il blocco delle integrazioni al fondo per le retribuzioni di posizione e risultato. Solo se le assenze scenderanno potranno essere stanziate nuove risorse. L’intesa prevede anche forme d’incentivo per agevolare la mobilità dei dirigenti specie se territoriale. Di fronte all’annoso problema degli incarichi dirigenziali che rimangono senza titolare nelle sedi palermitane, la Regione stanzia un tesoretto pari al 5 per cento della retribuzione di risultato che verrà conferito oltre all’indennità per gli obiettivi raggiunti.
Nel nuovo contratto continuerà a esistere la clausola per i trasferimenti forzati. Di questa norma si è parlato negli ultimi mesi quando il governo ha deciso d’attivare la procedura per i dirigenti che non dovessero rinnovare il contratto nella propria struttura e dovessero rimanere senza mansione. Il dipartimento della Funzione pubblica avrà il potere di indicare al dirigente un ufficio in cui insediarsi. Se l’incarico non sarà accettato il dipendente sarà messo in aspettativa e se si registrassero 18 mesi di inattività non lavorerà più per la Regione.
Un’altra delle novità più significative dell’intero negoziato riguarda l’introduzione nel nuovo contratto del codice per la responsabilità disciplinare dei dirigenti, che riguarda tutta la materia delle infrazioni e delle sanzioni disciplinari.
“Il traguardo che abbiamo raggiunto oggi era atteso da molti anni – commentano Paolo Montera, segretario generale della Cisl Fp Sicilia, e Fabrizio Lercara e Paolo Luparello, segretari regionali del sindacato -, considerando che l’ultimo contratto della categoria risale infatti al quadriennio 2002-2005. Il testo che abbiamo firmato ci allinea sul piano giuridico al resto della dirigenza della Pubblica Amministrazione e reintroduce norme di salvaguardia che consentono ai dirigenti di guardare al futuro in un’ottica di lungo periodo. Un altro importante risultato per i lavoratori, dunque, ottenuto grazie all’impegno sindacale della Cisl funzione pubblica che, dopo aver inaugurato il 2019 con il rinnovo del contratto dei dipendenti regionali (comparto), ha continuato a lavorare incessantemente per giungere entro l’anno al conseguimento di questo nuovo obiettivo”.
Per Fulvio Pantano, segretario generale del Sadirs, “finalmente è stata sottoscritta la pre-intesa del rinnovo contrattuale della dirigenza. Sicuramente è un contratto che ci consente di approcciarci al futuro in maniera più positiva e serena. Un grazie va anche all’Aran, che nell’arco di un anno con tutte le difficoltà del caso è riuscita a chiudere il contratto del comparto e della dirigenza”
“Finalmente si colma un vuoto contrattuale che durava da 14 anni – dicono Giuseppe Badaglicca e Angelo Lo Curto del Siad-Cisal, che hanno sottoscritto oggi l’accordo insieme alle altre organizzazioni sindacali – anche se si tratta comunque di un contratto mediocre. Alcune questioni rimangono irrisolte come l’esclusione dei coniugi da ferie e riposi solidali, il mancato riconoscimento della parte variabile per gli interim e il rifiuto di delegare competenze ai dipendenti per coprire le scoperture, ma abbiamo firmato per recuperare un enorme ritardo dell’amministrazione. Adesso però si parta subito con il confronto per il contratto 2019-2021”.