Autorità portuale, arriva Monti |dopo i veleni di Civitavecchia - Live Sicilia

Autorità portuale, arriva Monti |dopo i veleni di Civitavecchia

Delrio ha annunciato l'invio a Palermo dell'ex presidente di Assoporti. Il via libera di Crocetta.

PALERMO – L’annuncio lo ha dato venerdì a Ravenna il ministro Graziano Delrio. I giochi per l’Autorità di Sistema portuale del mare di Sicilia occidentale, la maxi authority che metterà insieme i porti di Palermo, Termini Imerese, Trapani e Porto Empedocle, sono fatti. Il nome scelto, dopo qualche mese di tira e molla è quello di Pasqualino Monti. Il giovane manager campano, già presidente di Assoporti (carica che ha lasciato nei mesi scorsi), sarà inviato dal governo a Palermo, dopo la pagina burrascosa, traboccante di veleni, inchieste giudiziarie e polemiche che lo ha visto a capo dell’autorità portuale di Civitavecchia.

È stato lo stesso Delrio a confermare venerdì scorso l’imminente arrivo di Monti in Sicilia. “Per Gioia Tauro l’assessore regionale Francesco Russo, professore dei Trasporti all’Università della Calabria, per Palermo l’ex presidente di Assoporti Pasqualino Monti e per la Sardegna l’assessore ai Trasporti Massimo Deiana: questi sono i nomi”, ha detto il ministro.

La designazione del campano Monti, in effetti, non è proprio una sorpresa. Del suo nome di sparla infatti da almeno sei mesi per la casella siciliana. Il suo ultimo incarico è stato a capo dell’autorità portuale di Civitavecchia, da presidente prima – lo nominò nel 2011 Altero Matteoli – e da commissario straordinario poi. Carica che ha lasciato in un clima di polemiche e veleni, anche con qualche avviso di garanzia, che però non risulta abbia avuto seguiti significativi.

Secondo ricostruzioni di stampa, la sua candidatura su Palermo sarebbe sponsorizzata dagli alfaniani. Le indagini giudiziarie che hanno toccato Monti riguardavano alcuni aspetti della gestione dell’autorità portuale laziale, attorno alla quale si è scatenata una vera e propria guerra di potere. Lui ha parlato al riguardo di “calunnie e fango” quando ha lasciato l’incarico, dopo avere sporto – come riportano le cronache dei quotidiani – quindici querele per falso, calunnia, violenza privata, tentata estorsione e dopo aver denunciato “il killeraggio a base di dossier infamanti e grossolani” a suo danno.

Quel che è certo è che questi aspetti non sono stati valutati come un ostacolo per il governo nazionale e anche per quello regionale che ha dato il via libera alla nomina. Lo stesso Rosario Crocetta, citato dal Giornale di Sicilia, ha detto che Monti “è una persona capace, ha esperienza e ha i titoli per ricoprire questo ruolo. E non c’ è nessun motivo per dissentire dalla scelta fatta dal governo Sul tema della nomina, nei giorni scorsi mi sono sentito al telefono con il ministro Delrio. Il passaggio istituzionale è avvenuto”. E a Livesicilia il governatore aggiunge: “Mi sono preoccupato per delle notizie che ho letto su blog locali e ho posto la questione al ministero: mi è stato riferito che le questioni legali sono chiuse. Sul curriculum non posso eccepire nulla”

Sulla gestione di Monti a Civitavecchia si era appuntata anche l’attenzione del Movimento 5 Stelle. I parlamentari grillini hanno presentato l’anno scorso un’interrogazione parlamentare puntando il dito contro quelli che hanno definito “risultati negativi ottenuti in termini economici e di gestione”, facendo riferimento soprattutto a una relazione della Corte dei Conti datata 4 dicembre 2015. L’interrogazione si concludeva con la richiesta al ministro di valutare la rimozione di Monti. Che qualche mese prima era invece stato bersaglio degli strali del Pd di Civitavecchia, che aveva chiesto a Delrio di non riconfermarlo, censurando la sua gestione. Non è stato più tenero il sindaco di Fiumicino Esterino Montino che ha definito “fallimentare” la gestione Monti.

Ora, dopo i veleni laziali, il manager campano si appresta ad approdare a Palermo con la benedizione di Crocetta per tentare con la sua esperienza il rilancio del porto del capoluogo e degli altri ricadenti all’interno della nuova authority nata dalla recente riforma. E che ancora non ha visto la luce, in attesa appunto della nomina del suo vertice. Un ritardo che giusto pochi giorni fa era stato stigmatizzato dalla Filt Cgil.

 


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