Avevano "simulato" una rapina |Due cognati finiscono in manette - Live Sicilia

Avevano “simulato” una rapina |Due cognati finiscono in manette

L'inchiesta, coordinata dal procuratore Francesco Puleio (nella foto), ha portato a scoprire un piano criminale escogitato nei minimi particolari da un autotrasportore e un suo parente. L'indagine dei carabinieri parte da un colpo armato ai danni di un tir avvenuto a Caltagirone lo scorso febbraio.

ordinanza del gip di Caltagirone
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CALTAGIRONE – Furbi, ma non abbastanza. Il loro piano, infatti, ben escogitato nei minimi particolari aveva dei punti deboli che hanno aiutato carabinieri e Procura di Caltagirone a scoprire il meccanismo. Il Gip di Caltagirone ha accolto la richiesta di arresto per Giuseppe Salvaggio, 40anni, autotrasportatore residente a Piazza Armerina, nell’ennese e Salvatore Cantaro, agente della Polizia Penitenziaria in servizio a Milano, 30 anni, residente a Niscemi, in provincia di Caltanissetta.

L’inchiesta scatta il 16 febbraio scorso a seguito di una rapina armata avvenuta alle 3 di notte sulla strada statale 417 nella zona industriale di Caltagirone ai danni di due conducenti di un autreno. La ricostruzione di una delle due vittime non aveva del tutto convinto gli inquirenti: dal racconto emergeva che un uomo armato di fucile e con il volto travisato era riuscito a fermare l’autotreno e dopo aver fatto scendere uno dei due occupanti, aveva fatto guidare l’autista per un paio di km. A quel punto, sempre sotto minaccia, l’uomo aveve consegnato una busta sigillata e 700 euro in contanti al rapinatore che era fuggito a piedi per le campagne.

Quello che non aveva convinto gli inquirenti era come un uomo, per quanto armato, fosse riuscito a bloccare un tir in corsa sulla Statale e, soprattutto, come sapesse della busta consegnata a Latina e del cui contenuto non ne dovesse essere a conoscenza nemmeno l’autotrasportatore. Dalle indagini è emerso infatti che all’interno del plico c’erano circa 28 mila euro in contanti e 15 mila euro in assegni. A quel punto l’attenzione degli inquirenti si è concentrata su Salvaggio, e monitorando i suoi spostamenti, nella lente d’indagine è enstrato anche il cognato Salvatore Cantaro.

Due settimane e i carabinieri di Niscemi hanno portato ad una ricostruzione dei fatti, perfettamente condivisa dal pm titolare dell’inchiesta Antonia Sartori, sotto il coordinamento del procuratore Francesco Puleio. Giuseppe Salvaggio alla guida del camion, dopo aver raccolto la preziosa busta a Latina, tornava in Sicilia. Arrivato alla zona industriale di Caltagirone, l’autotreno si fermava per far salire a bordo il rapinatore travisato e armato di fucile: che altri non era che Salvatore Cantaro. A questo punto il rapinatore, fingendosi violento con entrambi i due conducenti del tir, inspiegabilmente ne faceva scendere solo uno e proseguiva il viaggio, per pochi chilometri, solo con il cognato. Poi Cantaro scendeva e Salvaggio tornava indietro per recuperare il collega, l’unica vera vittima è un 28 enne niscemese, raccontando che il rapinatore era scappato portandosi via il plico pieno di titoli e contante. I due sono stati  arrestati e sono detenuti nella Casa Circondariale di Caltagirone.


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