Un'odissea di sette giorni| "In Italia c'è democrazia" - Live Sicilia

Un’odissea di sette giorni| “In Italia c’è democrazia”

Novanta migranti, tra siriani ed egiziani, sono stati intercettati al largo di Aci Castello e fatti sbarcare al Porto di Catania. Sei di loro hanno accusato un malore. Ci sono anche 11 donne (una incinta) e 17 bambini. IL VIDEO.

Altro sbarco a Catania
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CATANIA. Ancora sbarchi di immigrati sulle coste del catanese. Un barcone con a bordo un centinaio di migranti è stato avvistato a largo di Aci Castello. Il natante è stato intercettato dalle motovedette della Guardia Costiera e della Capitaneria di Porto, che ha scortato i migranti nel porto di Catania. Al momento sono in corso le operazioni di identificazione ad opera della Polizia di Frontiera, prima del trasferimento nei vari centri, secondo quanto stabilirà il Ministero dell’Interno.

Sono in tutto 99 i migranti che si trovavano sul barcone. Si tratta in prevalenza di giovanissimi di sesso maschile, ma vi sono anche 11 donne, di cui una incinta e 17 minori.  Una volta scesi a terra sei migranti hanno accusato un malore e sono stati immediatamente soccorsi prima di essere condotti in ambulanza verso gli ospedali più vicini.

Il barcone approdato al Porto

Il barcone approdato al Porto

“Abbiamo assistito a una delle tante emergenze di questi mesi – ha spiegato il vice comandante della Capitaneria di Porto, Giacomo Salerno. Stamattina, è stata avvistata a largo di Acicastello una imbarcazione priva di copertura – ha continuato – che ha richiesto l’intervento delle Motovedette della Guardia Costiera, della Polizia e della Guardia di Finanza. E’ stato inviato il rimorchiatore che ha preso a bordo i circa 100 migranti portandoli al Porto di Catania”.

”Siamo siriani ed egiziani – ha detto uno dei migranti parlando con i giornalisti – Abbiamo navigato per sette giorni, ci siamo imbarcati in Egitto. Abbiamo mangiato poco, qualche bambino si è sentito male perché voleva acqua. Alcuni di noi scappano dall’Egitto perché hanno perso i familiari dopo la caduta di Morsi. Non sapevamo che saremmo sbarcati in Sicilia: ci dicono che in Italia c’è democrazia”.

Sul posto, oltre alle forze dell’ordine e agli operatori sanitari, anche l’assessore all’Armonia Sociale del Comune di Catania, Fiorentino Trojano. “Da un punto di vista organizzativo – ha spiegato – la Prefettura ha stabilito i protocolli secondo i quali muoversi. Noi – ha aggiunto – ci occuperemo dei minori non accompagnati, per cui ci siamo attivati immediatamente, per trovare delle strutture dove accoglierli”. I posti, però, scarseggiano e anche i fondi, come specifica Trojano: “Il progetto Emergenza Nord Africa è stato chiuso nel 2012 – ha continuato – e i Comuni non riescono a sopportare il carico di tutte queste persone. Si tratta di un’emergenza che i Comuni non sono in grado di sopportare”.

Il 18 settembre, intanto, è prevista una riunione al Tribunale di Catania tra tutti i Comuni coinvolti in questa emergenza per stabilire che tipo di intervento richiedere al Governo. In attesa di conoscere la sorte cui andranno incontro i migranti, il Cara di Mineo sta provvedendo all’organizzazione dei pasti e delle varie attività di sussistenza.


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