PALERMO – Le proroghe dei contratti, le aspettative, i diritti dei lavoratori. Sono questi i temi al centro di un duro attacco del sindacato Cimo alla gestione della Sanità siciliana. I medici ospedalieri invitano l’assessore Gucciardi a “riprendere il timone del settore”.
“Ormai nelle Aziende Sanitarie siciliane – scrive il sindacato in una nota – regna sovrano il caos. Ognuno va per conto suo e, come abbiamo già detto è scritto, ogni testa è tribunale. Abbiamo già segnalato e criticato l’iniziativa dell’ASP di Trapani che, andando controcorrente rispetto a tutte le altre Aziende Sanitarie siciliane, revoca i periodi di aspettativa senza assegni a medici e infermieri titolari di contratti a tempo determinato presso altre strutture pubbliche. Il Direttore Generale Fabrizio De Nicola dimentica però che anche nella sua ASP sono in atto in servizio dipendenti con contratto a tempo determinato in aspettativa da altre aziende. Quello che contesta ad altri non varrebbe quindi per lui?”
Ma i problemi non sarebbero solo a Trapani. “L’Asp di Messina – prosegue la nota – ha scelto di seguire l’esempio di quella trapanese. Si rischia di innescare un effetto domino che porterebbe ad acuire in tutte le aziende sanitarie dell’Isola le già gravi problematiche organizzative legate alle carenze di organico a tutti note. A Palermo monta la protesta dei contrattisti ex LSU illusi e poi delusi dal Direttore Generale Gervasio Venuti, vicenda che ha portato all’occupazione della Sede Legale, che ha visto il ripetuto intervento di Polizia e Carabinieri e che sta paralizzando da giorni l’intera attività della direzione strategica”.
E i fatti più recenti sarebbero quelli che destano maggiori preoccupazioni per il Cimo. “Adesso – si legge infatti nella nota – giunge la notizia più grave di tutte: l’Asp di Agrigento ha deciso di subordinare la proroga dei contratti a tempo determinato fino al 30 giugno 2017, stabilita da apposita Circolare Assessoriale, alla firma da parte di medici e infermieri di un documento di rinuncia ad eventuali future rivalse. Un vero e proprio ricatto, forse ai limiti del codice penale, inaccettabile e illegittimo, nei confronti del quale stiamo valutando se intraprendere azioni legali a tutela dei nostri iscritti. Caro Assessore Gucciardi, – conclude il Cimo – le chiediamo di tornare a far sentire la sua voce, le chiediamo di intervenire con urgenza sulle questioni che le abbiamo segnalato per evitare altri inutili e dispendiosi contenziosi legali. Assessore la esortiamo a riprendere nelle sue mani il timone della Sanità siciliana allo sbando, prima che sia troppo tardi”.
La replica dell’Asp di Trapani
“Abbiamo ben 27 medici con contratti a tempo indeterminato, che sono in aspettativa per incarichi in aziende sanitarie a Palermo, e non potendo sostituirli siamo a rischio collasso, e solo per lo spirito di sacrificio di tutto il personale sanitario della nostra azienda questo non è ancora successo. Ricordo infatti che non possiamo assumere personale medico per le discipline dell’area di emergenza dal 2012 e per le altre discipline dal 2007”.
Lo ha detto il direttore generale dell’Azienda sanitaria provinciale di Trapani Fabrizio De Nicola, replicando a un comunicato di un sindacato dei medici, il CIMO Sicilia.
“Credo che la salvaguardia dei LEA, i livelli essenziali d’assistenza, e della salute dei cittadini della provincia di Trapani meriti la stessa considerazione di quelli palermitani. Capisco che per un dirigente medico palermitano – ha aggiunto De Nicola – è più comodo lavorare a Palermo, ma se ha partecipato e ha vinto un concorso a tempo indeterminato a Trapani, devo fare tutto quello che mi consente la legge affinché operi per i cittadini di questa provincia.
L’aspettativa dal servizio presso l’azienda sanitaria di appartenenza per un incarico a tempo determinato presso un’altra azienda sanitaria prima era considerato un diritto assoluto e l’Asp di Trapani ha subito e subisce da anni questa condizione a scapito dei propri utenti trapanesi, ma ha rispettato la legge e l’ha sempre concessa. Però con la sentenza della Corte di cassazione n. 4878 del 11 marzo 2015 le cose sono cambiate, visto che questa statuisce che l’interesse del dipendente che richiede l’aspettativa va contemperato con le preminenti esigenze organizzative del datore di lavoro.
Considerate quindi le difficoltà a rendere un’adeguata assistenza nei nostri presidi ospedalieri, anche alla luce della legge n.161 del 2014 che stabilisce che dal 25 novembre 2015 i riposi sono obbligatori per i dirigenti medici con un rigoroso rispetto del limite orario di lavoro settimanale e giornaliero, e anche la grave carenza di personale medico dovuta ai pensionamenti, l’azienda, dopo una attenta riflessione anche sui risvolti economici che le sostituzioni comportano sulla spesa per assunzioni a tempo determinato che le leggi vorrebbero in diminuzione, ha ritenuto di valutare la possibilità di negare le aspettative a quei medici che hanno vinto un concorso pubblico che è costato risorse economiche a questa Asp, ma che dopo pochi mesi hanno scelto di lavorare nelle aziende palermitane, anche a costo di rischiare ricorsi legali, visto che il nostro interesse primario è il diritto alla salute dei nostri concittadini
Voglio sottolineare che per cercare di sostituire questi medici che lasciano per loro volontà la nostra azienda ricorriamo a bandi per contratti a tempo determinato, che oltre ad andare spesso deserti, hanno un costo annuo di oltre 2.284.478 euro, quando le direttive e gli obiettivi di ministero e assessorato sono quelle di ridurre la spesa per i contratti di questo tipo, che tra l’altro creano nuovo precariato.
I nostri medici oggi non riescono a garantire i turni di servizio senza rinunciare al godimento delle ferie e dei riposi dovuti, e devono garantire, a turno, dalla terraferma anche l’assistenza agli abitanti di Pantelleria.