PALERMO – C’era ancora la serie A e c’era il sorriso giovane di un aspirante presidente che faceva sperare anche in una salvezza impossibile. C’era una Palermo che sognava a occhi aperti davanti a quel ragazzone tutto tatuaggi e slang ‘Made in Usa’. Addio Zamparini, patron che nonostante tutto ha dato a questa città 15 anni quasi ininterrotti di palcoscenico tra i grandi teatri del calcio italiano: c’era da accogliere il nuovo eroe, Paul Baccaglini. C’era il sorriso di un giovane ‘rampante’ che parlava di “brand” e di “progetto Palermo”, che girava per la Vucciria e rilasciava interviste spargendo “amore” in dosi massicce per il Palermo e per i palermitani che lo seguirono come i bimbi della leggendaria Hamelin seguirono il pifferaio magico.
C’era tutto questo e ora non c’è più. Con il mancato closing tra l’anziano patron friulano e l’ex Iena cala il sipario sul grande sogno americano di Palermo e si ricomincia da Zamparini. Della notte del flop restano le parole del presidente del Palermo “deluso dall’offerta di Baccaglini” e un comunicato del club rosanero che un minuto dopo la mezzanotte non dava notizie ufficiali sulla fallita trattativa ma sentiva l’esigenza di comunicare il nome del nuovo sponsor tecnico. Di Baccaglini nessuna notizia, nessuna dichiarazione ufficiale. L’uomo che aveva stregato Palermo con il suo accento americano sembra svanito nel nulla dopo le promesse di gloria e le ‘supercazzole’ che venivano fuori davanti a ogni domanda sui dettagli dell’operazione. Lunghi giri di parole tracciati con l’obiettivo di non rivelare i contorni dell’affare. Lo stesso Zamparini, in una conferenza stampa in cui si parlò più del tatuaggio di Baccaglini che di denaro, redarguì tutti: “Cifre? Quanto mi darà per le mie aziende sono c…miei – disse il presidentissimo -, io il Palermo posso averlo anche regalato”. Per Baccaglini arrivarono anche i galloni di presidente, con tanto di comunicato ufficiale della società che fissava nel 30 aprile la data limite per la conclusione dell’affare e il passaggio del 100 per cento delle azioni al fondo Integritas Capital.
Sorrisi, strette di mano e settimane passate in attesa di un closing che non arrivava. In tribuna d’onore al Barbera, invece, arrivò la bella Thais Souza Wiggers, compagna di Baccaglini. Era il 12 marzo e la bella modella brasiliana fu spettatrice insieme con il suo Paul della tripletta giallorossa al Palermo. Alla fine arrivò anche la serie B e i sogni continuarono ad essere alimentati da Baccaglini, tra interviste e dirette Facebook. L’ultima è datata 26 giugno, Baccaglini diceva: “Metterci la faccia è importante, anche in momenti difficili”. E ancora il mantra del riserbo: “L’operazione richiede tempo e per una trattativa del genere serve il silenzio”. Da allora il silenzio è calato davvero e a parlare è rimasto il solo Zamparini: “Non ho ricevuto le giuste garanzie, vado avanti io e riporto la squadra in serie A”.
Ora Zamparini parla di una “offerta ridicola”, “senza previsioni di investimenti futuri nel Palermo nè garanzie di solvibilità”. Il patron friulano ricorda che l’accordo preliminare prevedeva, in caso di fallimento della trattativa, “le dimissioni” di Baccaglini dalla carica di presidente. Zamparini fissa i paletti: “La società verrà venduta a chi garantisca la continuità di gestione ad un livello adeguato alla importanza del club”. Di Paul l’americano nessuna notizia (“tante parole e promesse”, dice Zamparini): le coppole indossate in una primavera di grandi annunci sono riposte nel cassetto. Il sogno americano c’era e non c’è più.