Bagheria, Cinque ancora nel caos | Sindaco indagato per “mobbing” - Live Sicilia

Bagheria, Cinque ancora nel caos | Sindaco indagato per “mobbing”

L'accusa è abuso d'ufficio: si sarebbe "accanito" contro una dirigente. E dopo il caso-abusivismo, tiene per sé la delega all'Urbanistica.

PALERMO – Per gli avvocati si può parlare di ‘mobbing’. Ma l’indagine va avanti con l’accusa di abuso d’ufficio. Indagato, il sindaco Cinquestelle di Bagheria Patrizio Cinque, insieme agli assessori Maria Laura Maggiore e Fabio Atanasio, all’ex assessore Luca Tripoli e al segretario generale del Comune Eugenio Alessi. L’indagine è partita lo scorso febbraio, su esposto della dirigente del comune Laura Picciurro: è stata lei a denunciare una vera e propria persecuzione nei suoi confronti. Al punto da sporgere denuncia, assistita dall’avvocato Nino Caleca. Ad agosto, la Procura di Termini Imerese ha chiesto la proroga delle indagini. I magistrati vogliono vederci chiaro.

Perché la vicenda in effetti è molto complicata e si intreccia con quella relativa ai casi di abusivismo a Bagheria, che avrebbero coinvolto anche i genitori dello stesso sindaco Cinque. L’iter relativo alla casa dei Cinque sarebbe ancora in corso. Ma adesso, dopo varie vicissitudini e alcuni rimpasti in giunta, la delega all’Urbanistica è addirittura nelle mani… dello stesso sindaco. “Relativamente alla casa dei miei genitori in sanatoria – ha spiegato pochi giorni fa al quotidiano ‘La voce di Bagheria’ – non c’è conflitto di interesse visto che gli uffici si stanno muovendo autonomamente. Il Comune ha rapporti diretti con la Soprintendenza”.

Fatto sta che il sindaco ha deciso di tenere per sé proprio quella delega, dopo l’addio di Claudio Caviglia, successore di Luca Tripoli (dimessosi in seguito alle polemiche sorte dopo un servizio delle “Iene”), e la nomina del nuovo assessore Gaetano Baiamonte. A quest’ultimo, quindi, è stata ‘tolta’ rispetto ai predecessori proprio quella delega. In un settore che è stato finora al centro di polemiche e scontri violenti. Non solo sul piano della composizione delle giunte, ma anche sul versante della burocrazia comunale. Dal licenziamento legato a motivi giudiziari del dirigente dei Lavori pubblici Giovanni Mercadante, passando per la “cacciata” voluta da Cinque della dirigente Vincenza Guttuso (ex dirigente all’Urbanistica, poi passata alla Finanze). Fino, appunto, al caso di Laura Picciurro, sfociato in una indagine nei confronti di sindaco e amministratore per abuso d’ufficio.

Dal marzo del 2015, la dirigente è stata oggetto addirittura di tredici contestazioni. Da quelle contestazioni sono scaturiti quattro provvedimenti di sospensione, con relativo blocco dello stipendio. In tutto, la dirigente è stata sospesa senza retribuzione per quindici mesi e dieci giorni.

Un “accanimento”, secondo la diretta interessata, che sarebbe confermato da un altro episodio. La dirigente, infatti, aveva chiesto il trasferimento “in comando” in un altro Comune, quello di Monreale. Un modo, spiega la dirigente, per ritrovare altrove la serenità perduta. E sembrava che tutto stesse andando per il verso giusto: c’era l’ok del sindaco di Monreale, il via libera del Ministero dell’Interno e, in un primo momento, anche quello di Patrizio Cinque. Che poi ci ripensa. E blocca il trasferimento per ragioni organizzative. In realtà in caso di trasferimento, il Comune di Bagheria avrebbe perso il diritto a occuparsi delle questioni disciplinari relativi alla dirigente.

Il sindaco, cercato da Livesicilia, non ha risposto alle chiamate e ai messaggi. Cinque, ad esempio, avrebbe potuto spiegare meglio il motivo di quella pioggia di provvedimenti nei confronti di una dirigente che, certamente, non si era resa simpatica all’amministrazione grillina. Era stata lei, infatti, a presentare un esposto molto circostanziato su un affidamento da tre milioni per sei mesi del Comune alla ditta Tec, nel settore dei rifiuti. Un’altra questione su cui la magistratura starebbe provando a fare luce. Un affidamento pieno di ombre, secondo le opposizioni in Consiglio comunale, ma anche secondo la dirigente. Che chiese anche di essere ascoltata in Commissione antimafia all’Ars. Lì, ha descritto le presunte anomalie dell’appalto deciso grazie a ordinanza del sidnaco. Da quel momento, la pioggia dei provvedimenti disciplinari sarebbe divenuta sempre più intensa. Fino alla denuncia: “Il sindaco perseguita la dirigente”. E l’indagine. La Procura di Termini vuole vederci chiaro.


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