PALERMO – “Le imprese siciliane che accedono al Fondo regionale di garanzia risultano vessate da un eccesso di fideiussioni richieste dal sistema bancario e, appesantite, non riescono a decollare”. Lo si legge in una nota del vicepresidente della Regione Siciliana e assessore all’Economia, Gaetano Armao, che ha scritto una lettera al ministro per lo Sviluppo economico, Luigi Di Maio dal quale dipende la gestione del Fondo centrale di garanzia. “Abbiamo appreso di alcune ipotesi di abuso di garanzia. Il Ministero dello Sviluppo economico faccia delle verifiche per scongiurare che le imprese siano vessate da un eccesso di garanzie richieste dal sistema bancario”, scrive Armao.
L’assessore ricorda che “la Regione ha stanziato oltre 102 milioni di fondi comunitari che, grazie ad un accordo con il Mise e il Mef, sono messi a disposizione del Fondo di Garanzia (Sezione speciale Sicilia) per garantire le banche nell’erogazione dei prestiti fino all’80 per cento della somma presa a prestito. È inaccettabile, dunque, che le banche possano chiedere garanzie ulteriori rispetto alla restante quota del 20 per cento”.
Per il vicepresidente della Regione questo atteggiamento “appesantisce l’impresa e la penalizza. Il governo Musumeci intende aiutare le nostre imprese per farle crescere e renderle competitive”. L’assessore chiede, dunque, a Di Maio, di svolgere un “monitoraggio a tutela delle imprese” e di organizzare un incontro “al fine di valutare gli esiti delle verifiche”.
Armao in conclusione ha precisato che “se una banca ricorre alla sovra-garanzia deve valutarsi l’ipotesi di rescindere la convenzione proprio a tutela delle imprese siciliane” e, in tal senso, ha diretto anche un’esplicita richiesta al sistema bancario regionale, per il tramite dell’ABI-Sicilia, affinché siano limitate le fideiussioni alla quota non coperta da garanzia pubblica (20%), convocando un’apposita riunione per il 20 maggio per avviare un confronto ed una verifica.