Quei bandi interni non andavano fatti. Le caselle di direttore generale all’Amat e all’Amg Energia, leggi alla mano, non potevano essere riempite. E comunque sarebbe servita un’autorizzazione preventiva del consiglio comunale, che non c’è stata. A Palermo scoppia il caso delle due società partecipate e a sollevarlo è il capogruppo dell’Udc a Sala delle Lapidi Salvo Italiano, che ha presentato un’interrogazione in merito. Ma andiamo con ordine.
Il primo aprile l’azienda che si occupa del trasporto pubblico urbano emana un bando per la selezione interna, fra i dirigenti che abbiano almeno tre anni d’esperienza, per affidare l’incarico di direttore generale. Incarico quinquennale, rinnovabile, da 145.000 euro l’anno più 14.500 euro di incentivo al raggiungimento degli obiettivi. Circa un mese dopo, e precisamente il cinque maggio, cosa analoga fa l’Amg Energia: il compenso, stavolta, è di 40.000 euro che si aggiunge però allo stipendio da dirigente.
IL TETTO DEL 40%
Si tratta, pertanto, di selezioni interne, ravvisabili in una sorta di “progressione verticale”, anche se per una durata limitata, che dovrebbero permettere di risparmiare affidando l’incarico a chi già conosce l’azienda. Peccato, però, che il legislatore la pensi diversamente. Il decreto legge 112/2008 stabilisce il divieto di procedere ad assunzioni di personale a qualsiasi titolo e con qualsivoglia tipologia contrattuale, per gli enti che impieghino più del 40% delle spese correnti per il personale. Una norma che, però, vale anche per le partecipate, così come specificato dall’art. 19 del dl 78/2009 nel quale si legge: “Le disposizioni che stabiliscono […] divieti o limitazioni alle assunzioni di personale si applicano […] anche alle società a partecipazione pubblica […] che siano titolari di affidamenti diretti di servizi senza gara”. E sia l’Amat che l’Amg Energia spendono, come le altre aziende, ben più del 40% per il personale.
PROGRESSIONE VERTICALE COME ASSUNZIONE?
Secondo una vasta giurisprudenza, inoltre, la progressione verticale è considerabile, a tutti gli effetti, come un’assunzione. Sono numerose le sentenze della Corte Costituzionale, del Tar, della Corte di Cassazione in merito: “Secondo la consolidata giurisprudenza costituzionale – si legge nella sentenza della Corte Costituzionale del 16 maggio 2002 – il passaggio ad una fascia funzionale superiore comporta l’accesso ad un nuovo posto di lavoro corrispondente a funzioni più elevate ed è soggetto, pertanto, quale figura di reclutamento, alla regola del concorso pubblico, in quanto proprio questo metodo offre le migliori garanzie di selezione dei soggetti più capaci”. E il fatto che la progressione di carriera sia solo temporanea non ha alcuna importanza, così come stabilito dall’articolo 24 del D. Lgs. 150/2009: “La collocazione nella fascia di merito alta, per tre anni consecutivi ovvero per cinque annualità anche non consecutive (come nel caso dei direttori generali, ndr), costituisce titolo rilevante ai fini della progressione di carriera”.
Ma il legislatore si è spinto anche più in là, dicendo che “le progressioni fra aree funzionali avvengono tramite concorso pubblico, ferma restando la possibilità per l’Amministrazione di destinare al personale interno, in possesso dei titoli di studio richiesti per l’accesso dall’esterno, una riserva di posti comunque non superiore al 50% di quelli messi a concorso”. Peccato che in questo caso il posto sia uno soltanto: come si fa a destinare al personale interno il 50% di un posto solo? La risposta delle società è scontata: riservandolo per intero. Con buona pace del decreto Brunetta del 2009, che ha bloccato le progressioni verticali nella Pubblica Amministrazione, e di una delibera di Sala delle Lapidi di inizio 2009 che ha vietato qualunque assunzione.
GLI ESITI DELLE SELEZIONI
Nonostante tutto, però, le due procedure vengono indette ma hanno esiti diversi. All’Amg Energia ad aggiudicarsi il posto è Dario Allegra, una vecchia conoscenza delle società partecipate: dal 1998 dirigente di Amg, già presidente della stessa fino al 2009, è stato anche a capo dell’Amap (dal 2001 al 2005) e di Palermo Ambiente (dal 2003 al 2005), e fino allo scorso febbraio è stato anche manager dell’ospedale Civico di Palermo. Allegra prende servizio a inizio di questo mese. Storia diversa all’Amat, dove la selezione non è ancora terminata. Qui i pretendenti sono due: Domenico Caminiti e Ferdinando Carollo. Uno dei componenti della commissione, il direttore generale del comune di Palermo Lo Cicero, si è però ritirato dopo aver chiesto la rimozione di Caminiti da Rup del sistema Tram. Lo Cicero è stato sostituito in commissione, ma nel frattempo a fare le funzioni di direttore generale è Carollo, che però, pur avendo i requisiti, non ha i titoli per svolgere la funzione. In pratica, il posto se lo aggiudicherà Caminiti, a meno di clamorose sorprese, nonostante sia stato rimosso da un altro incarico e intanto il ruolo è ricoperto da chi è stato escluso dalla selezione perché non in possesso dei titoli necessari.
IL REGOLAMENTO PER IL CONTROLLO ANALOGO
Ma non è finita qui. Al momento dell’indizione dei bandi, infatti, vige ancora la prima versione del regolamento per il controllo analogo, ovvero lo strumento con cui il consiglio comunale controlla le società partecipate. In virtù di quel regolamento, Sala delle Lapidi avrebbe dovuto approvare, mediante deliberazione, anche “le progressioni verticali – si legge nel regolamento -ravvisato che nel concetto di assunzione non ricadono solo le procedure volte ad instaurare per la prima volta il rapporto lavorativo, ma anche quelle finalizzate a realizzare la così detta progressione verticale, ovvero il passaggio fra aree di inquadramento differenti”. Il consiglio avrebbe dovuto pertanto votare un atto ad hoc, mentre le società si sono limitate a una mera comunicazione. Ma c’è di più. Sempre nel vecchio regolamento per il controllo analogo, è previsto che non possa essere nominato direttore generale “chi ha ricoperto cariche pubbliche (elettive e non), a qualunque titolo, all’interno del comune di Palermo negli ultimi cinque anni”. Una casistica in cui, però, ricade Allegra che ha un lungo cursus honorum proprio nelle partecipate che, sebbene siano private, sono partecipate dal comune e i loro vertici sono nominati dall’amministrazione. Il nuovo regolamento per il controllo analogo, che casualmente non contiene più i sopracitati paletti, verrà modificato il 17 maggio scorso, quindi successivamente all’emanazione dei bandi. “Viene da chiedersi – chiosa Italiano – se non è più che legittimo avere qualche dubbio sulla tempestività con cui è stata abrogata la prima stesura del Controllo Analogo (in corso di bando) che riportava norme e pregiudizi stringenti che avrebbe causato ben altra risoluzione”. Come se non bastasse, il comune di Palermo quest’anno si è visto annullare un concorso per dirigenti tecnici, indetto nel 1998, proprio perché svolto mediante selezione interna e non aperto a tutti. Un precedente di non poco conto, visto che la procedura all’Amg Energia, già conclusa, potrebbe ancora essere impugnata.
LA SOLUZIONE ALTERNATIVA
Ma il dirigente generale è, effettivamente, una figura fondamentale all’interno di un’azienda: prevista dallo Statuto, ha anche delle responsabilità legali non indifferenti. Ma c’è un’altra società che, pur non potendone fare a meno, ha trovato il modo di evitare una selezione interna e di risparmiare anche qualcosa. Si tratta dell’Amia, che ha semplicemente incaricato un suo dirigente, Nicola Gervasi, senza procedere a una selezione o fare un nuovo contratto. Il costo? Appena 12.000 euro l’anno.