CATANIA – Un diamante incastonato nel degrado. Appare così il Bastione degli Infetti – candidato a Luogo del cuore Fai – se si osserva cosa lo circonda. Il sito archeologico nel cuore del quartiere Antico Corso, recuperato e valorizzato dal Comitato civico, e trattato come un figlio da molti catanesi, della zona e non, è infatti letteralmente circondato da una baraccopoli, dove vivrebbero circa 400 persone in condizioni limite.
Una scena che, al di là di portare la mente di qualsiasi osservatore, alle favelas
brasiliane o ad altri luoghi caratterizzati da estrema poverta e mancanza di speranza, rappresenta una città, Catania, dicotomica, che non riesce, o almeno pare non riuscire, a superare la doppia faccia che la caratterizza. Al bello, quasi sempre, contrappone il brutto, lo squallido, il degrado. Alla valorizzazione, la dimenticanza. Alla speranza la realtà.
Dagli scatti postati su facebook da Renato Camarda – attivista del Comitato per la legalità nella Festa di Sant’Agata ed esponente di Libera – si nota il doppio volto di Catania e la sua contraddizione. Le baracche, i tetti in amianto – con quello che comporta in termini di salute – la sporcizia e l’abbandono fanno da contraltare al liceo classico – lo Spedalieri – e all’ospedale Santo Bambino, a pochissimi passi da tutto questo. Oltre che al sito archeologico e ai beni custoditi nell’antico quartiere.
Una scena che si ripete identica in altre zone della città che però, salvo qualche eccezione, non sono in pieno centro, in piena zona archeologica. Insomma, in piena vista.