"Udc responsabile quanto gli altri | Crocetta non attacchi l'Ars" - Live Sicilia

“Udc responsabile quanto gli altri | Crocetta non attacchi l’Ars”

Intervista a Lino Leanza. “I centristi hanno ruoli importanti all'Ars e nel governo, D'Alia doveva parlare prima. Se non stanno bene, escano dalla maggioranza”.

Intervista a Leanza
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PALERMO – “Basta polemiche, siamo sul Titanic”. Lino Leanza commenta così gli scambi al vetriolo successivi all’approvazione della manovra, e in particolare le polemiche tra il leader dell’Udc siciliana Gianpiero D’Alia e il governatore Rosario Crocetta. Al primo leanza rimprovera di essersi fatto sentire fuori tempo massimo, del secondo il leader di Articolo 4 non approva gli attacchi ai partiti e al parlamento. E invita tutti a un atteggiamento costruttivo, per superare il momento di difficoltà della Sicilia.

Onorevole Leanza, prima di tutto, lei pensa che questa manovra ter sia “pietosa”?

“Secondo me non è una manovra pietosa. Era quella che il governo e il parlamento si erano prefissati. Non poteva essere una manovra di sviluppo, che cambiava la Sicilia. Doveva avere al suo interno tre- quattro cose importanti. La prima era quella di mettere in sicurezza i conti e consolidare il fondo dei residui attivi, portando le regolazioni contabili a livelli accettabili, quello che ci aveva chiesto sia la Corte dei conti sia il commissario dello Stato”.

E gli altri aspetti positivi quali sono?

“Per la prima volta non è stato presentato nessun maxi-emendamento di spesa, con grande senso di responsabilità del parlamento e del governo, e anche nessuno senza spesa, che generalmente sono i più ‘pericolosi’. Questo dà il senso della responsabilità di Ars e governo”.

O piuttosto dà il senso del fatto che non c’è più un lira?

“Diciamo che non essendoci più un euro da spendere è stato responsabile non inventarsi maxiemendamenti. L’altro aspetto importantissimo è stato garantire gli stipendi fino al 31 dicembre”.

Non è troppo poco?

“Dentro questa finanziaria sono state fatte altre cose, il contributo di solidarietà, un bonus per l’occupazione, piccoli segnali che si sono voluti dare. Era l’unica finanziaria possibile, a meno che qualcuno, che oggi suona come un marziano, prima dell’approvazione della finanziaria ci dicesse cosa e dove tagliare”.

Chi sono i “marziani”?

“Quelli che oggi si lamentano, soprattutto quelli che sono impegnati direttamente al governo”.

Parla dell’Udc.

“Se ci avessero dato delle indicazioni prima, saremmo stati contenti di collaborare. Guardi, molti parlano di contributi a pioggia. Si vede che non hanno letto la finanziaria. Sfido a trovare su 120 voci di spesa quali erano i tagli che dovevano essere fatti. Su 120 punti di spesa, gli stessi grillini ne hanno contestato solo sette, tra cui istituti di teologia e carnevali. Erano spese importanti, anzi c’è il rammarico che qualche ente sia stato fatto fuori”.

Lì si sono innescate anche dinamiche di faida politica…

“Sì, in qualche modo è avvenuto questo. Nell’allegato 1 ci sono i soldi all’Ersu, agli specializzandi in medicina, i soldi per i teatri, per l’Irsap… Nell’altro allegato c’erano le risorse per soggetti che si occupano delle disabilità, per le strutture che combattono la povertà, i soldi per lo sport. Se qualcuno ci indica, qualcuno di questi soloni che arrivano da Marte, quali sono quelle risorse che possono essere identificate a un partito o aun deputato, lo faccia”.

Ma davvero secondo lei si può negare che il governo abbia fatto delle brutte figure, se mi permette il termine, per esempio con quelle corse dell’ultimo minuto dal commissario dello Stato, quando ci si è accorti in zona Cesarini che si faceva affidamento su risorse che invece non potevano essere prese in considerazione?

“Io rimprovero delle cose al governo. Una è una certa estemporaneità: dover riscrivere sette volte un articolo certo non gioca a favore della giunta. Arrivare in Aula e non ritrovarsi l’assessore che spiega alcuni articoli, e ci viene detto che l’articolo si commenta da solo, non è una grande prova da parte del governo. Queste cose vanno aggiustate, sì, c’erano momenti imbarazzanti, io stesso ho detto in un intervento in Aula che sembrava si volesse spingere anche chi non voleva votare contro a farlo”.

E poi c’è il solito assente: lo sviluppo.

“I soldi dello sviluppo si trovano nella programmazione dei fondi strutturali, non nella finanziaria”.

Avevate avuto sentore delle critiche dell’Udc nel corso dell’approvazione della manovra?

“Assolutamente no. Mi sembra surreale e paradossale. Vorrei ricordare che il vicepresidente della Regione è dell’Udc. E il relatore della finanziaria, che è il presidente della commissione Bilancio, è un uomo dell’Udc. L’Udc aveva un ruolo da protagonista, le dichiarazioni del suo leader mi sono sembrate fuori luogo. Poteva farlo prima. Per esempio in commissione, in una fase in cui il presidente Dina è stato ammirevole per impegno”.

Non è che stiamo assistendo alle premesse di una rottura nella maggioranza di governo?

“Io non lo so per quale motivo avvenga questo. Il leader dell’Udc ribadisce dei punti: la sburocratizzazione, i liberi consorzi, la legge elettorale. Fanno tutti parte delle deleghe del suo assessore. Che presenti delle carte scritte e ne discuteremo. Poi, guardi, a un certo punto si può essere conseguenziali: loro sono parte di una coalizione, peraltro sovradimensionati rispetto a quello che è il loro peso, hanno anche il presidente dell’Assemblea, reclamino il cambiamento prima e durante la discussione della manovra. Non dopo. Altrimenti, traggano le conclusioni ed escano dalla maggioranza. In cui hanno responsabilità quanto e più degli altri”.

Sta invitando l’Udc a uscire dalla maggioranza?

“No, sto dicendo che siamo sul Titanic, quindi invece di parlare si cominci a fare. Facciano le loro proposte”.

Non è che a qualcuno può far comodo che l’Udc esca dalla maggioranza?

“No, l’Udc ha sempre avuto un ruolo di primo piano. Però non può essere un partito di lotta e di governo”.

Nella scorsa legislatura lo fu fino a rompere con Lombardo.

“Sì, lo fece, fu un partito di lotta, in modo chiaro. L’unica cosa certa è che di lezioni non ne possiamo accettare”.

Ribadisco la domanda di prima: non è che l’uscita dell’Udc farebbe gioco perché libererebbe degli spazi per altri partiti, come il suo?

“Guardi, noi siamo gli unici a chiedere unità della coalizione. Non abbiamo chiesto nessun rimpasto, nessuna delega in più. Agiamo con grande senso di responsabilità per sostenere il governo in maniera leale e corretta. Anche la dialettica interna al Pd deve rimanere all’interno di quel partito. Ho impressione invece che qualcuno voglia mettere benzina del fuoco”.

Il rimpasto alla fine si farà?

“Io penso che più che altro ci sia un problema interno al Pd. In parte anche all’Udc. E io non entro né nelle questioni del Pd né in quelle dell’Udc. Vorrei che tutti lavorassimo per l’interesse generale a una rinnovata azione di governo per fare uscire la Sicilia dalla crisi. E a tal proposito devo dire che c’è un’altra cosa che non mi piace di Crocetta”.

Quale?

“Che non può prendersela con il parlamento. Che invece è stato responsabile, e non solo la maggioranza, ma anche la minoranza”.

Crocetta se l’è presa perché il parlamento gli ha smontato tutte le sue proposte.

“Alcune cose andavano stralciate perché erano leggi di settore, altre sono state bocciate ma è nella dialettica interna. Alla fine la finanziaria si è portata a casa, con il grande senso di responsabilità di maggioranza e minoranza, che hanno contribuito a migliorare la manovra. Sbaglia quindi Crocetta ad avere come bersaglio il parlamento e i partiti. Deve essere sinergico con loro e con le forze sociali, ovviamente distinguendo chi rema a favore e chi rema contro”.


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