CATANIA – Una “richiesta d’incontro alla presenza del Sig. Sindaco Avv. Enrico Trantino, per discutere sul tema che riguarda la convenzione e gli sviluppi del Gestore unico dell’acqua. Gestione che attualmente è affidata alla Sie S.p.a. ma essendo il comune di Catania il comune per dimensioni determinante, è necessario un confronto con le Organizzazioni Sindacali del settore”.
La questione, tutt’atro che di poco conto, resta sempre quella: il nuovo corso della gestione dell’acqua in provincia. Quella abbiamo ribattezzato come “la battaglia dell’acqua”, vede i sindacati richiedere a stretto giro di posta un incontro immediato al primo cittadino del capoluogo etneo. La richiesta arriva dalle sigle sindacali di FilctemCigl, Femca Cisl, Uiltec Uil e Ugl Chimici.
Nelle scorse ore vi avevamo raccontato della giornata di ieri. Quella che aveva visto l’assemblea della Sie essere rinviata al mese prossimo. Ballano le nomine del nuovo amministratore Sie, del consiglio di gestione e di sorveglianza. Ancora tutto in alto mare.
Capitolo lavoratori
“Sie si occuperà della gestione del servizio idrico integrato sotto il profilo amministrativo, di fatturazione, di manutenzione e di realizzazione delle nuove infrastrutture che verranno effettuate dai soci privati – ci dice il segretario generale della Filctem Catania, Jerry Magno -.
E lì sorge spontanea una domanda: se il personale dipendente transita tutto in Sie come farà ad esempio ACOSET o SIDRA o AMA o SOGIP o un qualsiasi altro socio ex gestore privato a fornire servizi di qualsiasi natura o specie senza personale dipendente? Ci saranno nuove assunzioni o si prevede altro?”.
“Ovviamente auspichiamo che il Sindacato venga convocato immediatamente da Sie ad un tavolo per concertare tutto quello che riguarda i lavoratori del settore visto che l’art.5 della convenzione lascia a casa chi è stato assunto dopo il 13/12/2021, annullando inoltre anche eventuali avanzamenti di carriera nel frattempo riconosciuto.
Ribadiamo ancora una volta che non può partire questo servizio idrico lasciando fuori circa 50 acquedotti. E meno male che la parte pubblica della gestione è garante del rispetto della legge”.
La querelle prosegue. L’impressione è che destinata a trascinarsi ancora per mesi: con buona pace dei fondi Pnrr che vanno impegnati e spesi senza perdere altro tempo.