CATANIA – Rimane in bilico il futuro del teatro Massimo Bellini di Catania. A conclusione de “La Traviata”, che ha fatto registrare un enorme successo e il sold out al botteghino, non c’è ancora alcuna garanzia sul proseguo della programmazione artistica. Il taglio dei 4 milioni di euro contenuto nel bilancio provvisorio regionale del 2018 rischia di bloccare le attività in cartellone nonché l’intera stagione della lirica e balletto. Le risorse sarebbero infatti già agli sgoccioli. I sindacati erano già intervenuti nel settembre scorso sulla vicenda, facendo appello alle istituzioni perché si trovasse una soluzione. La patata bollente adesso è passata nelle mani del nuovo governo regionale. Se la Regione non dovesse infatti ripristinare il contributo ordinario, al sovrintendente Roberto Grossi non rimarrà che andare a Palermo a consegnare le chiavi del teatro in mano al presidente Musumeci. Un problema non da poco, considerando il numero significativo di lavoratori e maestranze che ruotano attorno all’ente lirico. Eppure, sulla questione è praticamente calato il silenzio. Tutto è taciuto in questi mesi soprattutto da parte della politica. Quando è proprio quest’ultima a scendere in campo quando è tempo di nomine e a fare il diavolo a quattro sulle governance.
E fa anche un certo effetto pensare che appena un paio di mesi fa, proprio il prestigioso ente catanese accoglieva il capo dello Stato, Sergio Mattarella in occasione della prima de La Rondine di Puccini. Un evento organizzato in pompa magna con un parterre d’eccezione e un’immancabile passerella di politici. Sembrava quasi che il teatro scoppiasse di salute, quando invece si avviava già verso il suo periodo più difficile. Un anno prima era stata la volta dell’ospitata a Renzi. Insomma, il prestigio dell’ente è ben noto a tutti. Ma quando si tratta dei problemi prevale il silenzio.
Grossi dal canto suo non ha sprecato occasione per manifestare la sua preoccupazione per le sorti del teatro. Ne ha parlato a gennaio la prima volta in occasione del concerto di Capodanno. Ha esortato la Regione a lavorare al recupero dei 4 milioni di euro. Ma la sua linea è sempre stata cauta, preferendo non creare eccessivi “allarmismi”. Tuttavia, per i sindacati era invece proprio il caso di farlo vista la gravità della situazione. Il manager romano – molto vicino al sindaco Enzo Bianco – rimane, inoltre, “restio” a parlare dei nodi più spinosi, come per esempio l’attuale rotazione dei consiglieri membri del Cda. Ci riferiamo alle decisioni arrivate dal nuovo governo regionale di centro-destra che ha già sostituito i membri rimossi. Sulla stessa lunghezza d’onda anche il sindaco Bianco – nella sua doppia veste di presidente del Cda – che ha fatto un breve accenno alla questione dei tagli. E anche l’assessore alla Cultura della città, Orazio Licandro, non ha ritenuto finora di dover spendere parole sulla delicata vicenda.
Ma va detto, che nonostante le difficoltà, e della “coperta” diventata sempre più piccola, il teatro Massimo Bellini di Catania è un ente sano sotto diversi profili, non avendo debiti e avendo chiuso gli ultimi bilanci in pareggio. È però una società partecipata della Regione al cento per cento. Ogni anno costa circa 12-13 milioni di euro. Fondi completamente erogati dalla Regione siciliana. Il mancato reintegro del contributo farebbe ora scendere a quota 9 milioni di euro le risorse in cassa. Soldi non sufficienti per portare a termine la stagione.
A scrivere di loro pugno ancora una volta alla Regione e all’assessorato al Turismo e spettacolo, sono i sindacati Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom, Ugl Libersind-Confsal, Fials-Cisal che tramite una lettera chiedono un “immediato ed autorevole intervento affinché si possa risolvere la disastrosa situazione che si va profilando nel Teatro Massimo Vincenzo Bellini. Non troviamo infatti altri termini – proseguono – per descrivere l’attuale quadro, visto la impossibilità per il Teatro di proseguire nella sua attività ordinaria di realizzazione del cartellone già programmato. Dopo il successo di pubblico ottenuto con l’opera La Traviata, l’Ente regionale non ha più i fondi per l’allestimento delle prossime opere. Tutto ciò potrebbe avere delle conseguenze drammatiche per la vita dell’ente e dei lavoratori che in esso svolgono la propria attività, con conseguente ricaduta sui livelli occupazionali e la fuga degli abbonati, per non parlare dell’ovvio impoverimento del tessuto socio culturale siciliano”, concludono.
E contattato dal nostro giornale l’assessore regionale al Turismo, Sandro Pappalardo, scioglie la riserva e spiega: “Nel bilancio definitivo io ho richiesto la cifra totale, ovvero i 13 milioni e 500 mila euro”. Ma il bilancio dovrà prima essere approvato. “Chiaramente la manovra finanziaria – prosegue l’assessore – dovrà affrontare l’iter parlamentare, però posso assicurare che mi batterò perché questi soldi rimangano”. La giunta regionale dovrà, infatti, fare i conti con diverse problematiche e cercare di assicurare l’adeguata copertura finanziaria per numerosi settori. Si apre, comunque, uno spiraglio importante.