PALERMO – Andrea Belotti ha ormai il cuore rosanero, ma una parte di lui è ancora legata al Milan. Proprio nell’immediata vigilia della sfida del “Barbera”, il giovane attaccante rosanero ha rilasciato un’interessante intervista, apparsa sull’edizione odierna della ‘Gazzetta dello Sport’, durante la quale il Gallo ha ammesso di sperare di poter tornare a festeggiare una vittoria che al Palermo manca da quasi due mesi, e magari di porre la propria firma contro la squadra per la quale ha fatto il tifo fin da bambino: “Il Milan rimane sempre una grande squadra. Noi da 5 partite non riusciamo a portare a casa una vittoria e abbiamo racimolato appena 2 punti. Ci è mancata solo un po’ di fortuna. Mi arrabbio quando dicono che abbiamo mollato. Come riuscimmo a vincere al Meazza, possiamo farcela qui. Inutile dire che per me sarebbe il massimo, non so che darei. Facciamo così, ci penso e lo dico dopo la partita, se segno e vinciamo. Allo stadio verrà qualche amico a vedermi e la mia fidanzata Giorgia, stiamo assieme da 3 mesi, è palermitana, l’ho conosciuta appena arrivato in Sicilia. Ha meritato la nazionale, mi auguro di riuscirci anch’io”.
Dall’amore per la sua fidanzata a quello per il Milan, il passo è breve. Belotti torna a parlare della sua passione infantile per i colori rossoneri, ammettendo anche di essersi lasciato andare ad un pianto da tifoso vero, per una delle sconfitte più brucianti e clamorose della storia del Diavolo. Una sconfitta arrivata nonostante la presenza in campo di un vero e proprio idolo del Gallo, Andriy Shevchenko, giocatore al quale il bergamasco è stato accostato fin dagli inizi della sua giovane carriera: “La finale di Champions a Manchester contro la Juve vinta ai rigori e poi quella contro il Liverpool nel 2007 con doppietta di Inzaghi. Ma c’è pure quella persa, sempre contro gli inglesi, nel 2005 dopo essere stati in vantaggio 3-0. Non sapete quanto ho pianto. Il paragone con Shevchenko? Devo ancora crescere parecchio, però. Sheva era fenomenale in campo ed esemplare fuori, non ha mai fatto parlare di se. Mi piacerebbe un giorno riuscire a centrare lo specchio della porta con la sua percentuale realizzativa e da ogni angolo del campo”.