Belpasso, Mirone lascia | la "Direzione giusta" - Live Sicilia

Belpasso, Mirone lascia | la “Direzione giusta”

"Sono state utilizzate dinamiche di democrazia interna per far prevalere una “parte” a discapito di altre; non si è cercata la condivisione, ma la divisione".

La lettera
di
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BELPASSO. Era stato il leader del Movimento che lo aveva visto candidato sindaco della cittadina etnea. Luciano Mirone, lascia “La Direzione giusta”. Questa la sua lettera di commiato:

“Il sottoscritto Luciano Mirone, in qualità di co-fondatore e di componente del Movimento “La Direzione Giusta”, nonché di candidato a sindaco alle recenti elezioni del 9 e 10 giugno (con quasi 2000 voti di preferenza, che lo hanno proiettato al terzo posto tra i sette partecipanti), lascia il Movimento poiché ritiene che esso abbia perso quel pluralismo politico-culturale che ne ha fatto un “unicum” nel contesto pubblico di questa città, “unicum” che è stato alla base del successo della lista per il Consiglio comunale con 1096 voti (pari all’elezione di due candidati), il cui logo, oltre alla denominazione del Movimento, recava la dicitura “Luciano Mirone Sindaco”.

Tale decisione scaturisce dalla recente formazione di una “corrente” interna che ha cercato di imporre come “Coordinatore politico” un esponente non rappresentativo delle varie anime del Movimento. Questa circostanza – ritenuta gravissima dal sottoscritto – costringe lo stesso ad allontanarsi dal Movimento, in quando impossibilito a garantire il ruolo “super partes” (che finora ha cercato di svolgere) fra le varie componenti politiche e culturali del Gruppo. Pertanto viene smentita l’”indiscrezione” trapelata su qualche organo di informazione, secondo la quale tale decisione scaturirebbe da una lotta interna per la “guida” del Movimento, indicando il sottoscritto come concorrente al ruolo di Coordinatore. Il sottoscritto, pur essendo stato proposto da qualcuno in tale veste, e pur sentendosi onorato di questo, ha ritenuto di declinare l’invito in quanto non può più riconoscersi in un Movimento nel quale una componente usa certi metodi. In questo caso, infatti, sono state utilizzate le dinamiche di democrazia interna per far prevalere una “parte” a discapito di altre; non si è cercata – come si è sempre fatto – la condivisione, ma la divisione. Lo spirito de “La Direzione Giusta” infatti ha sempre previsto l’incontro e il dialogo fra le varie culture presenti nella società, da quella cattolica a quella laica, da quella progressista a quella della “Sinistra radicale”, facendo del confronto e della “democrazia partecipata” il punto più alto di un’attività che a Belpasso si è posta decisamente come alternativa al vecchio sistema.

Questa vicenda si è sviluppata all’indomani delle elezioni – in un momento di transizione e di “vuoto” di coordinamento interno, quindi in un momento di sostanziale “vulnus” del Movimento – e ha creato una discriminazione verso le altre anime del Gruppo, ricalcando così i vecchi modelli politici che gli aderenti al Movimento (tutti!) hanno sempre biasimato, con il risultato che sono stati calpestati i valori della “democrazia partecipata”, della trasparenza e dello spontaneismo sempre promossi dal Gruppo. Il sottoscritto, profondamente amareggiato per il metodo discutibile che sta portando decine di persone a prendere le distanze dal Movimento, e altrettante che, intenzionate ad aderirvi, hanno deciso di non farlo per tali ragioni, prende atto che lo spirito originario de “La Direzione Giusta” non esiste più. Questo modo di operare ha dato vita ad una cosa profondamente diversa: un gruppo “mono-culturale” spostato verso posizioni nelle quali molti aderenti non si identificano. A prescindere dalle iniziative che “La Direzione Giusta” promuoverà in futuro, non ci sarà più quello spirito multiculturale che l’ha contraddistinto finora.

Il sottoscritto, pertanto, intende ripartire democraticamente da quei 2mila cittadini di culture eterogenee che hanno ritenuto di dargli fiducia (ma anche da quei tanti cittadini onesti che non hanno ritenuto di votarlo, e che pure hanno a cuore il futuro di Belpasso) affinché il patrimonio di impegno sociale e civile costruito in questi anni non vada disperso.


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