Beni confiscati, il Comune chiede altri quattro immobili: tre sono occupati - Live Sicilia

Beni confiscati, il Comune chiede altri quattro immobili: tre sono occupati

L'unico libero è una bottega in via Transito

CATANIA – L’unico libero è una bottega in via Transito. Gli altri tre sono appartamenti: due in via Belfiore, uno in via Mongiovì, tutt’e tre attualmente occupati. Sono i quattro nuovi beni confiscati alla mafia dei quali il Comune di Catania ha recentemente chiesto l’assegnazione.

L’Agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, nei giorni scorsi, ha convocato una conferenza dei servizi istruttoria per acquisire le manifestazioni di interesse su alcuni immobili che possono essere assegnati a chi ne farà richiesta. Quattro, per l’esattezza, tutti tolti ai precedenti proprietari dalla sezione Misure di prevenzione del tribunale di Catania.

Di questi, quello che vale di più si trova in via Belfiore 129, nel cuore di San Cristoforo: una palazzina ristrutturata, controllata da telecamere di videosorveglianza. Dallo stesso immobile si accede a un altro bene confiscato: un appartamento al civico 131, di appena 32 metri quadrati. Insieme, le due unità di via Belfiore valgono 156mila euro ed entrambe, secondo il report dell’Agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati, risultano occupate senza alcun titolo dai precedenti proprietari.

A pochi passi da via Belfiore, in via Mongiovì 4, c’è il terzo dei beni ancora occupati: una casa di 3,5 vani del valore stimato di 65mila euro. Bisogna spostarsi nella zona del Castello Ursino, invece, per arrivare all’unico bene già sgombero tra quelli confiscati: una bottega di 36 metri quadrati in via Transito 57, all’altezza di piazza Maravigna.

Nel frattempo, mentre Palazzo degli elefanti chiedeva anche questi immobili per destinarli a finalità sociali, è arrivata la conferma dell’avvenuta assegnazione delle case di via Villa Glori e via Galatioto, nel quartiere di Picanello. A certificarla è una lettera firmata dal direttore dell’Agenzia per i beni confiscati, il prefetto Bruno Corda, all’inizio di dicembre 2023. Cinque mesi dopo, cioè, la richiesta formulata dal municipio catanese.


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