Beni culturali, Multiservizi, Biosphera: | salta la fusione, scatta la protesta - Live Sicilia

Beni culturali, Multiservizi, Biosphera: | salta la fusione, scatta la protesta

società partecipate
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Dovevano essere tutte insieme, appassionatamente. E invece, la Commissione Bilancio le vuole divise. Una da una parte, la “Beni culturali spa”, due dall’altra: “Multiservizi” e “Biosphera”. Ma i dipendenti e alcuni sindacati non sono d’accordo e stamattina hanno occupato l’assessorato al Bilancio, e hanno manifestato di fronte a Palazzo dei Normanni. Il motivo della protesta è il mancato accorpamento in un’unica “global service” delle tre partecipate della regione: Beni culturali spa, Multiservizi e Biosphera, come previsto, del resto, dal piano di riordino annunciato qualche mese fa dall’assessore all’Economia Gaetano Armao. Lo stop a questa fusione, però, è arrivato in Commissione bilancio, dove i deputati si sono accorti che “l’elevato numero complessivo dei dipendenti” che uscirebbe fuori dalla fusione (2.105 persone) comporterebbe notevoli problemi sotto il profilo “gestionale, finanziario e operativo”. Una precisazione che “ricalca”, come ammesso dalla stessa Commissione, l’idea dei vertici aziendali della “Beni culturali”, società in salute, che non vorrebbe “unirsi” a personale non preparato per l’erogazione dei servizi-chiave della società.

Multiservizi e e i debiti dell’assessorato alla Sanità. Insomma, la Beni culturali sta bene, e sarebbe “dannoso” unirsi a una società come Multiservizi che invece avrebbe sulle spalle il peso di un pesante passivo. In realtà, però, dalle carte della Commissione, si nota come il deficit gestionale della Multiservizi (dieci milioni di euro in tre anni) sia molto “relativo”. La società, in effetti, vanta dei crediti nei confronti delle aziende sanitarie e dei dipartimenti regionali dell’assessorato alla salute per oltre 30 milioni di euro. Soldi che l’assessorato dovrà prima o poi restituire, colmando il passivo della società. Intanto, però, la Multiservizi resta per conto suo. La Beni culturali “non la vuole”. La Commissione bilancio è contraria alla fusione. Così, un risultato certamente viene ottenuto: quello di mantenere in vita due Cda. Quello di Multiservizi, per intenderci, nel 2009 è costato quasi mezzo milione di euro. Anche se queste spese subiranno delle riduzioni in seguito all’inserimento dei tetti massimi per i compensi introdotti dallo stesso Armao.

I sindacati: “Vogliamo l’accorpamento in un’unica società”. Ma questo mancato accorpamento, come detto, non piace ai lavoratori. Alcuni dipendenti di Multiservizi, infatti, stamattina hanno occupato gli uffici dell’assessorato regionale al Bilancio di via Notarbartolo a Palermo. “Chiediamo l’accorpamento in un’unica società – ha spiegato Salvo Barone, segretario provinciale Fisascat Cisl – in linea con il piano proposto dalla Regione, ma modificato, con un parere vincolante, dalla commissione Bilancio”. Contemporaneamente, s’è svolta la manifestazione di Cobas/Codir e Usb/Rdb: “Apprendiamo con stupore – hanno dichiarato i i segretari regionali del Terziario e Commercio Cobas/Codir, Michele D’Amico e Maurizio Abbate – l’ipotesi della Commissione Bilancio dell’ARS di non volere prevedere l’unificazione, all’interno di un’unica area strategica, di Beni Culturali SpA, Multiservizi spa e Biosphera, che porterebbe certamente un notevole risparmio di spesa per le casse regionali, ma allo stesso tempo di contemplare l’assorbimento di un ramo d’azienda della stessa Multiservizi spa (circa 230 lavoratori) in Beni Culturali spa” Questi sindacati, insieme a circa 500 lavoratori hanno manifestato dapprima davanti l’Assessorato all’Economia, quindi davanti Palazzo dei Normanni. Ma dopo la manifestazione, si sarebbe aperto qualche spiraglio: “L’assessore regionale Gaetano Armao – concludono D’Amico e Abbate – ha dato appuntamento alle organizzazioni sindacali promotrici della manifestazione odierna per venerdì prossimo per approfondire i temi trattati nella direzione delle costituzione di un’unica società che unificherebbe Beni Culturali spa, Multiservizi spa e Biosphera spa”. Insomma, il governo ci riprova. Commissione permettendo.


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