Onorevole Cracolici, ha letto la Repubblica stamattina? Cosa ne pensa delle dichiarazioni di Lupo e delle intenzioni di Lombardo?
“Non so che intenzioni abbia Lombardo, so che siamo al Big Bang del berlusconismo e che non è più possibile continuare con i galleggiamenti. Anch’io, come Lupo, penso che Lombardo debba essere netto nel prendere le distanze da Berlusconi. Anche perché ormai è chiaro il contrario: per i berlusconiani Raffaele Lombardo, al pari di Gianfranco Fini, è un nemico da abbattere”.
Sì, ma nonostante tutto Lombardo mantiene la linea dei proverbiali colpi sia al cerchio che alla botte.
“Non mi pare che sia così. Al contrario, siete voi giornalisti che, non avendo molto di cui scrivere in estate, tendete a inventare e romanzare. Niente di personale, ma il giornalismo estivo è una delle cose più bugiarde che esistano. Lombardo sta facendo le sue valutazioni anche rispetto alla prospettiva non ignorabile delle elezioni politiche anticipate”.
Quindi secondo lei Lombardo fa bene a temporeggiare ancora?
“Vede, la Sicilia è sempre stata il granaio dei voti del centrodestra nazionale. Valutare anche a partire dai numeri e dai voti persi dal centrodestra non mi pare una cosa così sbagliata. È chiaro che siamo alla resa dei conti per mettere fine al regime berlusconista e lo spettacolo a cui stiamo assistendo in questi giorni ne è la prova. Tutto mi sarei potuto aspettare nella vita, tranne vedere Berlusconi che attacca Fini sul terreno della moralità”.
La sua linea è sempre stata decisa, anche all’inizio di questa intervista ha ribadito il suo no ai galleggiamenti. Però adesso da ragione a Lombardo. Allora delle due, l’una: chi ha ragione? Cracolici o Lombardo?
“Io dico sempre che la politica è l’arte del dubbio, chi ha tutte le certezze mi fa paura. Bisogna valutare i diversi contesti. Fino a qualche mese fa si parlava di elezioni anticipate in Sicilia, oggi lo scenario è quello delle elezioni anticipate a livello nazionale, anche grazie al contributo che la Sicilia ha dato nella spaccatura del Pdl. Io sono per l’autonomia, non per la separatezza, non si può prescindere da quello che succede a livello nazionale”.
Anche perché in Sicilia le due fazioni belligeranti del Pdl siedono allo stesso tavolo.
“Sì, ma quelli sono localismi che non intaccano il quadro nazionale. Guardando al Pdl Sicilia bisogna considerare un solo elemento: il Pdl Sicilia si rivede in Berlusconi e quindi non può in alcun modo essere un nostro interlocutore. Berlusconi è come Saddam, che prima di ritirarsi dal Kuwait bruciò i pozzi di petrolio. Ecco, il premier sta facendo la stessa cosa e per questo va metaforicamente bombardato”.
In questo quadro, il suo Pd cosa farà? Continuerà a farsi scegliere o finalmente sceglierà?
“Io sono un dirigente che ha svolto la sua azione politica in Sicilia. Sono stato contrastato, criticato, insultato. E aspetto ancora che qualcuno mi chieda scusa, anche se so che le scuse non arriveranno mai, in politica le scuse non eststono. Io non giudico la dirigenza nazionale, anche se riconosco che la sua azione è insicura. Di certo bisogna fare di tutto per evitare le elezioni anticipate e cambiare prima la legge elettorale, con chiunque si vorrà alleare. Poi si tornerà al voto. Ormai lo capisce anche un bambino: o si sta con Berlusconi o si sta contro di lui”.